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Ambiente

Il macello irregolare di Bertin in Amazzonia, finanziato dalla Banca mondiale

Una grande multinazionale finisce nell’occhio del ciclone per attività illecite, in parte finanziate da prestiti della Banca mondiale. Non è la prima volta e, verrebbe da dire, molto probabilmente non sarà l’ultima. I fatti. La Bertin, colosso brasiliano nel campo…

Una grande multinazionale finisce nell’occhio del ciclone per attività illecite, in parte finanziate da prestiti della Banca mondiale. Non è la prima volta e, verrebbe da dire, molto probabilmente non sarà l’ultima. I fatti. La Bertin, colosso brasiliano nel campo dell’allevamento e dell’esportazione della carne in tutto il mondo, negli ultimi nove mesi ha subito tre pesanti sanzioni pecuniarie, pari a 1,7 milioni di dollari, per irregolarità commesse nei suoi macelli nello Stato amazzonico del Parà. Tuttavia l’agenzia per l’ambiente brasiliana, l’Ibama, avrebbe stranamente “dimenticato” di riscuotere l’ammontare dovuto. Secondo l’Estado de Sao Paulo, uno dei principali quotidiani locali, la Bertin avrebbe portato avanti un negoziato ben poco pulito con l’Ibama per evitare il pagamento dell’ammenda, oltre ad assicurarsi tremila capi di bestiame sequestrato dalla stessa agenzia a solo un quarto del prezzo di mercato.  
Nel 2006 la costruzione dei primi impianti della compagnia in Amazzonia, negli Stati di Pará, Rondônia e Mato Grosso, fu finanziata da un prestito di 90 milioni di dollari elargito dalla Ifc, il ramo della Banca mondiale che sostiene il settore privato in nome dello “sviluppo” -e che molto spesso foraggia l’agro-business, soprattutto in America Latina-. Quella operazione fu fortemente contestata da un nutrito gruppo di Ong brasiliane, che denunciarono una pletora di irregolarità negli studi di fattibilità ambientale per i mattatoi progettati dalla Bertin, tra cui anche quello di Santana de Araguaia. Ovvero proprio lo stesso fonte dello scandalo attuale. Come se non bastasse, un rapporto reso pubblico a fine maggio da Greenpeace accusa la Bertin di impiegare bestiame proveniente da fattorie dove si configurano casi di schiavitù. Qualora le responsabilità della corporation brasiliana dovessero essere accertate appieno, non sarebbe male se la Banca mondiale la inserisse nella sua lista nera di clienti “cattivi”, evitando in futuro di approvare prestiti in mancanza di una documentazione completa e rispondente alle sue stesse linee guida.

* è autore, con Antonio Tricarico, del libro La Banca dei ricchi (Ae, 2008)

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