Ambiente
Il carbone di Tata sotto la lente della Banca mondiale
In India, il Compliance Advisor Ombudsman (CAO) -l’organismo di ricorso dell’International Finance Corporation- realizzerà un’investigazione formale sulla realizzazione di una centrale da 4mila MegaWatt in Gujarat. Il rischio: alti livello d’inquinamento, abbattimento di mangrovie, riduzione delle riserve ittiche
Nello stato indiano del Gujarat, per la precisione presso la città portuale di Mundra, è in fase di realizzazione un’immensa centrale da 4mila MegaWatt che brucerà carbone importato dall’Indonesia.
Il suo nome è Tata Mundra, e sin dalla sua progettazione è stata oggetto di controversie. Adesso, dopo una serie di indagini preliminari durate un anno, il Compliance Advisor Ombudsman (CAO) -l’organismo di ricorso dell’International Finance Corporation, il ramo della Banca mondiale che presta ai privati- ha stabilito che si deve procedere con un’investigazione formale, alla luce dei riscontri sui danni socio-ambientali provocati dal progetto promosso dalla multinazionale indiana Tata tramite la sua controllata Coastal Gujarat Power Limited.
Il CAO vuole andare a fondo su varie questioni. L’International Finance Corporation ha svolto la due diligence necessaria per rivedere le valutazioni dell’azienda sugli impatti ambientali e sociali? Ha analizzato in maniera adeguata le compensazioni promesse alle comunità locali, in particolare per quel che riguarda i pescatori, la cui attività avrebbe subito le conseguenze più negative a causa della realizzazione dell’impianto?
Era stata proprio l’organizzazione di base dei pescatori della zona, la Machimar Adhikar Sangharsh Samiti (MASS), che nel giugno del 2011 aveva iniziato l’iter per il ricorso. Un ricorso in cui si evidenziava un lungo cahier de doléances: alti livelli di inquinamento e di rischio ambientali dovuti alle polveri che fuoriescono dalla centrale, abbattimento di migliaia di mangrovie, riduzione delle riserve ittiche e mancato riconoscimento degli impatti su una larga fetta della popolazione.
“Sebbene il Compliance Advisor Ombudsman abbia deciso di non approfondire tutti gli aspetti della vicenda, siamo molto contenti che sia giunto al punto di aprire un’indagine formale” ha dichiarato Bharat Patel, il segretario generale del MASS.
Lo scorso luglio, dopo una missione sul campo durata alcuni giorni, anche un comitato di esperti indipendenti aveva espresso delle critiche molto severe alla centrale, chiedendo poi al governo dello Stato del Gujarat una moratoria sui progetti energetici proprio per evitare il peggioramento di una situazione già molto precaria.
Qualora anche l’inchiesta del CAO giunga alle medesime conclusioni, riscontrando quindi una violazione delle politiche dell’International Finance Corporation, ci sarebbero gli estremi per l’immediata sospensione del finanziamento, indispensabile per il completamento dell’impianto.
Oltre alla Banca mondiale, Tata Mundra riceve il sostegno dell’Asian Development Bank, dell’agenzia di credito all’export coreana, della State Bank of India, dell’India Infrastructure Finance Company Ltd e di numerosi altri istituti di credito indiani.
Sono attesi sviluppi nei prossimi mesi, nella speranza che le alte sfere della Banca mondiale comprendano di aver agevolato per l’ennesima volta la realizzazione di un’opera che ben poco ha a che fare con il suo mandato. Ovvero la lotta contro la povertà.