Ambiente
Il 27 settembre è l’Overshoot Day
L’umanità ha esaurito le risorse che la natura può fornire in un anno in maniera sostenibile
(OAKLAND, CA, USA) – L’umanità sta sorpassando il budget naturale a sua disposizione per questo anno, e ora è in rosso, secondo i dati del Global Footprint Network, una organizzazione di ricerca internazionale con uffici in California e a Ginevra.
Come un estratto conto di banca riporta le entrate e le uscite, il Global Footprint Network (GFN) tiene conto del fabbisogno umano di natura (per esempio per fornire cibo, produrre materie prime e assorbire CO2) rispetto alla capacità della natura di rigenerare queste risorse e assorbire i rifiuti. I calcoli del GFN dimostrano che – approssimativamente in nove mesi – il fabbisogno di risorse dell’umanità ha sorpassato il livello che il pianeta è in grado di fornire in modo sostenibile per questo anno.
Per la restante parte dell’anno, sosterremo il nostro deficit ecologico esaurendo le riserve naturali e accumulando CO2 nell’atmosfera. “E’ come se spendeste il vostro salario annuale in nove mesi, cioè tre mesi prima che l’anno sia finito e consumaste i risparmi anno dopo anno. Abbastanza in fretta finireste il vostro capitale” ha detto Mathis Wackernagel Presidente del Global Footprint Network.
Il fatto di “spendere” al di là delle nostre possibilità è diventato un circolo vizioso, nel quale noi sprofondiamo sempre più alla stessa velocità con cui il nostro fabbisogno di natura aumenta. “Dalla crescita rapida dei prezzi del cibo agli esplosivi effetti del cambiamento climatico, le nostre economie stanno iniziando a confrontarsi con la realtà di anni di consumi al di sopra delle possibilità” ha detto Mathis Wackernagel. “Se vogliamo mantenere società stabili e vite dignitose, non possiamo continuare a far allargare il divario tra ciò che la natura è capace di fornire e ciò che le nostre infrastrutture, economie e stili di vita richiedono”.
Andare incontro ai bisogni di 7 miliardi di persone
Per una gran parte della storia, l’umanità ha usato i “servizi naturali” per costruire città e strade, rifornirsi di cibo e produrre manufatti e assorbire la CO2 generata dalle attività umane ad una velocità che era ben al di dentro di ciò che la natura era in grado di rigenerare. Ma, in un certo giorno del 1970, abbiamo superato la soglia critica. La richiesta di risorse alla natura da parte dell’umanità ha cominciato a superare in velocità ciò che poteva essere prodotto in modo rinnovabile, un fenomeno conosciuto come “sovraconsumo” (overshoot).
I calcoli preliminari del 2011 del Global Footprint Network mostrano che stiamo usando le risorse ad un tasso che richiederebbe tra 1,2 e 1,5 pianeti per restare in un ambito sostenibile. Il nostro studio ci mostra incamminati verso la necessità di due pianeti ben prima della metà del secolo.
Questo anno, l’Earth Overshoot Day arriva mentre le Nazioni Unite sta prevedendo che la popolazione umana raggiunga i 7 miliardi in un giorno verso la fine ottobre. L’andamento attuale delle risorse pone con insistenza una domanda: come faremo ad andare incontro ai bisogni di una popolazione crescente? A supportare l’aumentato consumo, visto che milioni di persone delle economie emergenti raggiungono le nutrite fila della classe media? A sostenere i due miliardi di persone attualmente in vita che mancano dell’accesso a una quantità sufficiente di risorse per i bisogni di base?
“Permettere di vivere buone vite a tutti gli abitanti del mondo è certamente possibile – ma non sarà possibile usando lo sviluppo ad alta intensità di risorse e i modelli di crescita che abbiamo adottato nel passato,” dice Juan Carlos Morales Direttore del Research and Standards presso il Global Footprint Network. “Ciò significa cercare nuovi modelli di progresso e di prosperità che limitino la domanda di beni ecologici. Ciò significa anche conservare le risorse che abbiamo risparmiato come una continua fonte di benessere piuttosto che liquidarle subito per fare cassa.”
Abbiamo ridotto l’ Overshoot globale?
L’Earth Overshoot Day (basato su una idea escogitata da NEF – new economics foundation, una fondazione che sta in Inghilterra) aiuta a cogliere il divario tra ciò che la natura può rigenerare e quanto è correntemente richiesto per sostenere le attività dell’uomo. Ovviamente non è possibile determinare con una precisione del 100% l’esatto momento in cui sforiamo il nostro budget. Stiamo costantemente lavorando per raggiungere migliori set di dati e metodi che possano aiutare a cogliere con più precisione il momento in cui il consumo dell’umanità supera l’apporto di risorse naturali. Ma non possiamo contare tutti i pesci! Quindi, l’ Earth Overshoot Day è più pensato come una stima piuttosto che una data esatta.
I calcoli del Global Footprint Network fatti lo scorso anno circa l’impronta ecologica e la biocapacità hanno fatto posizionare l’Earth Overshoot Day alcune settimane prima rispetto a quello di questo anno. Questo ha fatto nascere la domanda circa una diminuzione dell’Overshoot.
La risposta sfortunatamente è NO. Il Global Footprint Network è costantemente impegnato a migliorare i suoi calcoli e i set di dati che sono alla base per determinare l’Earth Overshoot Day: da quanto precede deriva che la sua data varia di anno in anno.
Al presente, stiamo iniziando alcune revisioni sul modo in cui confrontiamo la produttività rispetto alle differenti aree geografiche e ai tipi di terreno, su come – per esempio – teniamo conto della produzione di una foresta in Russia e delle aree di pesca del Cile in un unico numero standardizzato. Se guardiamo a quando l’ Earth Overshoot Day sarebbe caduto nel tempo sulla base di queste nuove ipotesi (che stiamo ancora verificando), avremmo visto che la “sovraspesa” continua a crescere anno dopo anno. (Per maggiori informazioni vedere “Informazioni aggiuntive per la stampa”e pervedere quando l’Earth Overshoot Day sarebbe caduto nel tempo usando le ipotesi d’uso più corrente).
La nostra metodologia cambia e può continuare a cambiare, ma indipendentemente da quale approccio scientifico abbiamo usato e quali miglioramenti metodologici abbiamo adottato per cercare di tenere conto del fabbisogno umano e della produzione naturale, l’andamento rimane sempre lo stesso: noi siamo in uno stato di “sovraspesa” e la “sovraspesa” continua a crescere. Con qualsiasi analisi noi consumiamo ben al di là delle nostre possibilità e il debito si sta aggravando.
Il “quando” è meno importante del “quanto” che si traduce in un debito ecologico crescente e gli interessi che stiamo pagando su quel debito: carenza di cibo, le popolazioni di animali selvaggi in caduta libera, la scomparsa delle foreste, il degrado della produttività delle terre e la crescente CO2 nella atmosfera e negli oceani, con devastanti costi umani e monetari.
L’Overshoot e l’economia globale
Contrariamente alla recessione globale, l’andamento delle risorse indica che sin da ottobre del 2008, la domanda di risorse dell’umanità è stata in crescita, anche se meno velocemente dei primi otto anni del millennio.
Ci sono sempre più prove che il rapido crescere dei costi delle risorse, in particolare cibo ed energia, abbia giocato un ruolo di primo piano nell’accelerare se non nel far esplodere, l’attuale flessione mondiale. Ora stiamo tentando di fare una svolta creando posti di lavoro e stabilizzando le nostre economie. Ma ciò dipende da uno stabile apporto di risorse.
“Se la limitazione delle risorse si rafforza ancora, vivremo la situazione di quando si tenta di risalire su una scala mobile che scende” ha detto Mathis Wackernagel. “Ora che tentiamo di ricostruire le nostre economie sane e robuste, è proprio il momento di proporre delle modalità che siano valide e adatte per il futuro. Un recupero di lungo termine avrà successo e sarà durevole solo se avviene contemporaneamente ad una sistematica riduzione della nostra dipendenza dalle risorse.
E’ possibile invertire la rotta. Il Global Footprint Network e la rete di partner stanno lavorando con i singoli, le organizzazioni e i governi del mondo per far prendere decisioni che siano allineate col la realtà ecologica – decisioni che possano contribuire a colmare il deficit del bilancio ecologico e portare ad un futuro prospero a dispetto del mutevole e impegnativo andamento delle risorse,
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