Esteri
Giustizia per Berta Cacéres
di Luca Martinelli —
A due mesi dall’omicidio della leader indigena honduregna, Goldman Prize 2015, sono stati arrestati 4 dei presunti assassini. Due sarebbero legati all’azienda DESA, quella che vorrebbe realizzare la diga di Agua Zarca, il progetto contro il quale lottava le direttrice del COPINH uccisa il 3 marzo a La Esperanza. La famiglia chiede però maggior trasparenza, e che siano individuati anche i mandanti "intellettuali" del delitto
A due mesi esatti dall’omicidio della leader indigena Berta Cacéres, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 marzo a La Esperanza, nel dipartimento di Intibucá, in Honduras, si sanno i nomi di 4 dei presunti autori del delitto.
Si chiamano Douglas Geovanny Bustillo, Mariano Díaz Chávez, Sergio Ramón Rodríguez Orellana e Edilson Atilio Duarte Meza, e sono stati fermati ieri, in tre diverse città del Paese -Tegucigalpa, La Ceiba e Trujillo- nell’ambito di un operativo che ha coinvolto la Fiscalía Especial de Delitos Contra la Vida e la Polizia militare per l’ordine pubblico, e che è stato pomposamente denominato “Operación Jaguar”, operazione giaguaro.
Gli arresti danno consistenza alla denuncia lanciata dai familiari di Berta Cacéres e dal COPINH, l’organizzazione indigena che aveva contribuito a fondare nei primi anno Novanta e che dirigeva, secondo i quali l’omicidio sarebbe legato all’opposizione nei confronti del progetto idroelettrico denominato Agua Zarca, una diga sul fiume Gualcuarque (che era valsa nel 2015 alla Cacéres il Goldman Prize, il nobel alternativo per l’ambiente): Bustillo sarebbe infatti il vice-responsabile della sicurezza di Desarrollos Energéticos Sociedad Anónima (DESA), l’impresa che sta portando avanti il progetto idroelettrico. Anche Orellana sarebbe legato a DESA. Entrambi erano stati denunciato dal COPINH per minacce nei confronti di membri dell’organizzazione. Díaz Chávez sarebbe invece un ufficiale dell’esercito.
In un comunicato stampa, i familiari di Berta Cáceres (le tre figlie e il figlio, insieme alla madre) spiegano “di non aver modo di comprendere se le catture realizzate siano il prodotto di indagini efficaci e non sappiamo nemmeno se tra i fermati ci siano i mandanti intellettuali dell’omicidio, a tutti i livelli. Senz’altro, però, la notizia della presunta partecipazione di militari ed ex militari vicini all’impresa DESA parrebbe dimostrare la partecipazione di istituzioni statali, e questi aspetti devono essere approfonditi, anche se appaiono già una ragione sufficiente per sospendere il progetto Agua Zarca in modo immediato e definitivo”.
I familiari della Cacéres denunciano di “esser stati ignorati come vittime”. “Se lo Stato ha realmente realizzato un’inchiesta diligente, basata su prove scientifiche e relative ad autori materiali e intellettuali, oggi stesso dovrebbe accettare la partecipazione alle indagini della Comisión Interamericana de Derechos Humanos, affinché con la partecipazione di esperti indipendenti sia possibile analizzare gli atti realizzati finora e si possa così stabilire se essi siano conformi ai migliori standard internazionali in materia”.
La famiglia di Berta Cacéres chiede indagini indipendenti fin dal primo giorno successivo all’omicidio della leader indigena. I 4 arrestati sono accusati anche del tentato omicidio nei confronti di Gustavo Castro Soto, l’attivista messicano che è l’unico testimone oculare dell’omicidio.
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