Ambiente
Falce o pannello in Puglia
Puglia invasa da pannello fotovoltaici al posto dei campi. C’è anche l’esperimento di Legambiente
Da Nord a Sud, l’Italia di fine 2010 è ricca di terreni agricoli in cui si “seminano” pannelli fotovoltaici. I campi, che vedono cadere la propria resa produttiva, lasciano il posto alla coltura del “sole”. Ciò suscita proteste e una campagna specifica, “Giù le mani dai campi”, promossa dal movimento Stop al consumo di territorio (vedi Ae 121, in distribuzione da questa settimana).
Legambiente e AzzeroCo2, invece, sperimentano in Puglia, su un terreno agricolo di 26 ettari, il “fotovoltaico a concentrazione”, un progetto che dovrebbe poter coniugare produzione di energia elettrica ed agricoltura biologica.
L’iniziativa, presentata il 14 ottobre presso la sede della provincia di Lecce, si chiama "Fotovoltaico a concentrazione e agricoltura" e costituisce il primo esempio di questo genere in Italia. Nel Comune di Curofiano, in provincia di Lecce, si prevede l’installazione di 700 pannelli “inseguitori a concentrazione”, costituiti da celle fotovoltaiche ad alta efficienza, che consentirebbero una produzione del 30-40% di energia in più rispetto al fotovoltaico tradizionale. La tecnologia del “fotovoltaico a concentrazione” (o Cpv) può permettersi dei pannelli più piccoli, posizionati a intervalli di 10-15 metri l’uno dall’altro e rialzati di sette metri rispetto al suolo agricolo, che consentono di continuare a coltivare il terreno sottostante.L’impianto di Cutrofiano, che con i suoi 5 megawatt di potenza costituirà la prima sperimentazione italiana di questa tecnologia, è in fase di progettazione da parte della società di consulenza ambientale AzzeroCo2 –fondata nel 2005 da Legambiente, Kyoto Club e Ambiente Italia-.
La realizzazione sarà invece affidata alla società Exalto Energia, presieduta da Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, su incarico della tedesca Concentrix Solar. Quest’ultima è uno spin-off collegato all’istitiuto di ricerca Fraunhofer Society, che si appresta a lanciare il Cpv in Europa investendo in progetti pilota.
Per questo Concentrix si farà carico di affittare il terreno per 25 anni e di sostenere i costi di installazione dell’impianto, stimato per 20 milioni di euro.
Sebbene sia classificata come agricola, l’area di 26 ettari -fino a dieci anni fa destinata alla coltivazione del tabacco- è da tempo incolta. Le file dei pannelli la occuperanno solo in parte, per lasciare spazio alle coltivazioni, e cinque ettari saranno lasciati a bosco. I dettagli del progetto -come la selezione delle colture biologiche più appropriate- sono ancora in fase di studio, e la presentazione di ottobre è appunto servita ad AzzeroCo2 e Legambiente per sondare i pareri delle amministrazioni locali coinvolte, tra cui il Comune di Cutrofiano.
La proposta, però, non è stata accolta con entusiasmo da tutti: Italia Nostra e Forum ambiente e salute, due associazioni ambientaliste contrarie all’industria del fotovoltaico su terra, hanno reagito duramente con un comunicato congiunto che accusa Legambiente di contribuire alla “devastazione del Salento”. La principale critica avanzata dal comunicato è l’effettiva difficoltà di coltivare sotto i pannelli solari: un terreno così configurato, spiegano, “consentirebbe la crescita solo di alcune colture e […] renderebbe alquanto difficoltosa l’aratura per via dei cavi elettrici interrati”. L’obiezione è rispedita al mittente da Sandro Scollato di AzzeroCo2, che spiega che “non ci siano limiti alla tipologia di colture possibili in questo progetto. Attualmente -racconta ad Ae- uno staff di agronomi sta analizzando quali sarebbero le scelte migliori ma, in teoria, vi si potrebbero coltivare persino le palme da cocco”.
Al centro della riflessione di Italia Nostra e Forum Ambiente Salute c’è pero una effettiva preoccupazione per la situazione “energetica” della Regione Puglia. Come spiega Marcello Seclì, delegato di Italia Nostra per il Sud Salento, “il problema non è il fotovoltaico in se’, bensì la mancanza di una pianificazione regionale che consenta lo sviluppo equilibrato di questo settore nel territorio. Il Piano energetico ambientale regionale (Pear) non fa nulla per pianificare i consumi e suddividere in modo efficiente la produzione nei vari bacini. Questa mancanza impedisce, ad esempio, che l’energia rinnovabile prodotta in Puglia vada a ridurre quella da fonti fossili che, concentrata nelle aree di Cerano (con una produzione di 2400 megawatt), Brindisi nord (1.200 megawatt), Taranto e Bari, costituisce più dell’80% della produzione complessiva”.
I 5 megawatt di Cutrofiano si aggiungeranno ai 320 megawatt di energia già prodotta da fotovoltaico in Puglia, che secondo i dati del Gse (Gestore servizio elettrico) è la prima Regione italiana per potenza installata, capace di “staccare” la Lombardia -seconda classificata- di più di 100 megawatt.
A differenza della Lombardia, però, in Puglia il fotovoltaico è sfruttato principalmente a fini industriali. Il numero di impianti installati in Puglia è infatti molto basso, in totale poco meno di 7mila impianti; in Lombardia ce ne sono 15.304. I dati del Gestore confermano questi dati: solo il 37 % degli impianti fotovoltaici pugliesi ha una potenza inferiore ai 3 kW e può dunque essere considerato di tipo domestico; in Lombardia i piccoli impianti costituiscono invece il 47% del totale installato.
L’espansione “indiscriminata” del fotovoltaico è il risultato di quanto disposto dalla Regione Puglia con la legge regione 31 del 2008, che ha dato un forte impulso agli investimenti permettendo alle imprese interessate a costruire impianti fotovoltaici di capacità inferiore a 1 megawatt (il 99,5% delle installazioni) tramite una semplice autocertificazione (Denuncia di inizio attività, o Dia), saltando quindi la complessa procedura per ricevere l’Autorizzazione unica. Questa disposizione, decisamente troppo “permissiva” rispetto alla legge nazionale (decreto legislativo 387/2003), che prevedeva invece agevolazioni per impianti sensibilmente più piccoli (60 kilowatt per l’eolico, 20 kilowatt per il fotovoltaico e 200 per biomassa), è stata tuttavia bocciata da parte della Corte Costituzionale con una sentenza del 29 marzo 2010.
In ottobre il consiglio regionale ha risposto varando una legge per lo sviluppo delle energie rinnovabili, che tra le altre cose abbassa, relativamente alle aree naturali protette o di particolare pregio urbanistico e agricolo, a 500 kilowatt il limite al di sotto del quale è sufficiente presentare una Dia. Secondo gli ambientalisti pugliese, però, ridurre le agevolazioni in difesa dei territori protetti o di particolare pregio urbanistico e agricolo non basta, considerando che i criteri per valutare tale “particolare pregio” non sono chiari. La Puglia, inoltre, non ha ancora recepito le Linee guida nazionali per le energie rinnovabili varate lo scorso luglio dal governo, ma -a detta del consiglio regionale- arriveranno entro i prossimi 60 giorni.
I più grossi centri di fotovoltaico in Regione Puglia sono concentrati nelle province di Lecce, Foggia e Brindisi. Nel territorio del comune di Brindisi ci sono 21 impianti di grosse dimensioni, con una potenza installata appena sotto il megawatt; altri 16 impianti fotovoltaici della medesima classe si trovano a Mesagne, una cittadina di 27.000 abitanti sempre in provincia di Brindisi, mentre presso Lecce spicca l’impianto di Scorrano che, con una potenza di 1661 kilowatt, è l’unico a sforare il limite di 1 Megawatt -a cui tutti gli altri si sono attenuti per usufruire delle “agevolazioni” regionali-. Seguono, nella “classifica” degli impianti più grossi della Regione, Foggia (10), Nardò (Le, 9), Acquaviva delle Fonti (Ba, 9) e Soleto (Le, 7). Intanto a Cutrofiano, parallelamente al progetto da 5 megawatt di Legambiente, è in corso di realizzazione un altro impianto gigantesco, che ricoprirà 109 ettari con i pannelli solari “tradizionali”. Il forum Amici del territorio di Cutrofiano si è mobilitato insieme ai cittadini della zona con diverse iniziative, tra cui una raccolta firme (in poche ore ne hanno raccolte 1.300 solo nel comune di Cutrofiano), chiedendo che sia favorita l’installazione dei piccoli impianti domestici a beneficio delle famiglie. Legambiente, invece, organizzerà presto un convegno-dibattito nella cittadina, al fine di comunicare i dettagli del suo progetto.