Opinioni
COP21, la posizione di Via Campesina
di Antonio Lupo —
Dal 30 novembre all’11 dicembre è prevista la 21esima Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Un’occasione fondamentale per invertire la rotta. Il movimento internazionale La Via Campesina -200 milioni di agricoltori e 150 organizzazioni contadine- punta l’attenzione sul sistema alimentare globale e denuncia: "le multinazionali hanno prodotto fame, obesità e una crisi climatica su cui ora sperano di lucrare con false soluzioni vendute all’Onu"
Calamità climatiche hanno di nuovo causato quest’anno fame, migrazioni e peggioramento delle condizioni di vita di milioni di famiglie rurali, in particolare delle donne e dei giovani. Mentre i piccoli agricoltori di tutto il mondo continuano a produrre il cibo consumato dalla maggior parte delle persone, i ghiacciai si stanno sciogliendo ad un ritmo allarmante, stanno scomparendo ogni giorno molte specie di piante e animali, isole e nazioni vengono invase dagli oceani, i suoli si stanno erodendo e i boschi incendiando e eventi catastrofici come uragani, tornado, terremoti e tsunami sono sempre all’ordine del giorno.
Nel frattempo, il sistema alimentare globale imposto dalle società transnazionali (TNC) è stato un fallimento totale ed è una delle principali cause della crisi climatica indotta dall’uomo, sistema alimentare dipendente dai combustibili fossili utilizzati per la produzione, trasformazione e trasporto degli alimenti e che è responsabile del 44-57% di tutte le emissioni globali di gas serra.
Invece di offrire cibo nutriente alla popolazione mondiale, le multinazionali hanno prodotto fame e obesità, accaparramento di terre e espulsioni dalle campagne, e una crisi climatica su cui ora sperano di lucrare con false soluzioni vendute all’Onu.
Vent’anni dopo Rio (1992) e Kyoto (1997), i governi si sono incontrati più volte nella Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
Hanno continuato a fallire nel proteggere e far progredire i più fondamentali diritti umani -compreso il diritto all’alimentazione- inviando ai colloqui sul clima delegazioni che davano priorità agli interessi privati rispetto al benessere pubblico.
Gli accordi e le trattative precedenti sono andati a trasformarsi da accordi obbligatori o vincolanti a semplici impegni, mai mantenuti.
Allo stesso tempo, le multinazionali hanno assicurato il sostegno politico dei governi da loro cooptati per imporre i loro interessi dentro le strategie di base di questi accordi. I mercati del carbonio, i cosiddetti "Meccanismi di sviluppo pulito" (CDM), REDD e REDD +, le bioenergie e gli agrocarburanti, così come i pacchetti dell’agrobusiness chiamati "agricoltura clima-smart", sono solo alcune delle proposte fuorvianti ora sul tavolo.
Invece di risolvere il problema, queste false soluzioni servono solo a peggiorarlo. Invece di limitare le emissioni, hanno creato mercati artificiali e opportunità per i più grandi inquinatori di continuare a inquinare e fare ben poco per ridurre gli effetti sui cambiamenti del clima.
Nel sostenere gli interessi del capitalismo e la privatizzazione della natura, le multinazionali stanno mettendo in pericolo sempre più grande la vita della gente comune, dei piccoli agricoltori, contadini e delle comunità indigene, che dipendono dalla natura per la loro esistenza.
Quando si parla di cibo, agricoltura, e mezzi di sussistenza rurali, bisogna ricordare che l’agricoltura contadina e i sistemi alimentari locali si sono dimostrati in grado di sfamare la popolazione da secoli. Secondo il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, la FAO e il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo, i piccoli agricoltori ancora oggi producono fino al 80% del cibo nei paesi non industrializzati (dove vive la maggior parte della popolazione mondiale).
È per questo che noi di Via Campesina dichiariamo ancora una volta che la Sovranità Alimentare -basata sull’agroecologia contadina, le conoscenze tradizionali, la selezione, il salvataggio e la condivisione di semi adottivi locali, e il controllo sulle nostre terre, la biodiversità, le acque, e territori- è la vera, valida e giusta soluzione a una crisi climatica globale causato in gran parte dalle multinazionali.
Per implementare la Sovranità Alimentare, però, abbiamo bisogno di un cambiamento di vasta portata. Tra le altre cose, abbiamo bisogno di riforme agrarie globali, di appalti pubblici per la produzione contadina, e della fine dei distruttivi Trattati di libero commercio (FTA o TLC) promossi dalle multinazionali.
In breve, abbiamo bisogno di giustizia: sociale, economica, politica, e di giustizia climatica.
Da COP21, in programma dal 30 novembre all’11 dicembre a Parigi, Francia, promettono che si uscirà finalmente con un "accordo universale e giuridicamente vincolante" .
Noi di Via Campesina, che rappresentiamo circa 200 milioni di agricoltori in più di 150 organizzazioni contadine, chiediamo ai governi di dare priorità ai bisogni delle persone sugli interessi corporativi e di accettare soluzioni climatiche reali -inclusi i sistemi contadini di produzione alimentari, che raffreddano il pianeta-.
Le soluzioni delle multinazionali sono false soluzioni, e non risolveranno la crisi climatica. Le nostre soluzioni sono reali, e dovrebbero avere la preferenza da parte delle Nazioni Unite. Per garantire che la nostra voce venga ascoltata, saremo mobilitati a fianco di milioni di migranti, contadini, operai, donne, giovani, studenti e attivisti per la giustizia climatica che si prevede saranno nelle strade di Parigi.
Facciamo appello a tutti i movimenti sociali, alle organizzazioni popolari, della società civile e agli attivisti provenienti da tutto il mondo a mobilitarsi per il COP21, a venire a Parigi in gran numero e anche con azioni decentrate, per far progredire le nostre proposte e dimostrare la nostra opposizione alle false soluzioni che le multinazionali hanno inserito nella Convenzione UNFCCC.
I governi e le delegazioni hanno già perso troppo tempo, e devono ora soddisfare le esigenze e le aspettative della gente di tutto il mondo.
Ora è il momento per le vere soluzioni, per la Sovranità Alimentare, e per porre fine al sequestro dell’UNFCCC da parte delle multinazionali.
*Presidente del Comitato Amigos Sem Terra Italia
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