Ambiente / Opinioni
Con Joe Biden si apre una nuova fase della lotta ai cambiamenti climatici
Il presidente Usa annuncia politiche e investimenti per la transizione energetica. Gli effetti saranno globali. La rubrica a cura di Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano
Mentre il ghiaccio marino dell’Artico fatica a riformarsi, a causa dell’ennesima straordinaria anomalia positiva delle temperature, ci sono stati diversi fatti sicuramente interessanti per la lotta al cambiamento climatico. Il più importante è la sconfitta di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti e l’elezione del candidato democratico Joe Biden. Sappiamo che la situazione non è affatto semplice e tuttora in evoluzione. Pur se Trump ha perso le elezioni non è stata una sconfitta clamorosa, vista la quantità di voti (72 milioni) che ha raccolto, nonostante tutto. E non penso serva ricordare a un lettore di Altreconomia quanto questo “tutto” sia colmo di un florilegio incredibile di nefandezze in cui il sistematico smantellamento della legislazione ambientale potrebbe anche apparire secondario. Biden avrà la responsabilità di governare un Paese diviso, molto diseguale, sconvolto dalla pandemia.
La sua piattaforma sul clima è corposa, dettagliata, molto più ambiziosa di quella di tutti i precedenti candidati. Contiene impegni importanti. Un’economia basata al 100% su energia rinnovabile entro il 2050. Per la stessa data un impegno a zero emissioni nette di gas serra. L’impegno a definire obiettivi intermedi per tracciare il percorso a partire da un impegno per il 2025, anno di fine del primo mandato di Biden. Quattrocento miliardi di dollari da investire in dieci anni; se si fanno i conti in termini relativi al valore del dollaro, è il doppio dell’investimento (attualizzato al 2020) del programma Apollo che ha portato un uomo sulla Luna. Il ritorno degli Usa nell’Accordo di Parigi è un passo rilevante per il negoziato multilaterale sul clima ma anche le azioni nazionali avranno conseguenze globali sullo sviluppo delle tecnologie green e sugli investimenti per la transizione energetica.
56: sono le azioni su clima ed energia che il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden può mettere in campo senza il bisogno del voto del Senato
La vicepresidente Kamala Harris ha una lunga esperienza con le compagnie petrolifere, più volte da lei portate in giudizio quando era procuratore generale della California, Stato in cui Biden ha preso il doppio dei voti di Trump con punte di città come Stanford, in cui Trump ha preso il 3,8% dei voti. Le elezioni hanno portato un pareggio fra democratici e repubblicani nel numero di senatori e senza il controllo del Senato l’azione sul clima di Biden potrebbe essere ostacolata. Le elezioni per i senatori della Georgia nel gennaio 2021 saranno quindi molto importanti. Ma anche senza il Senato, il presidente Usa può agire in tanti modi per favorire la transizione energetica. Una task force guidata dall’ex segretario di Stato John Kerry e dall’esponente democratica Alexandria Ocasio-Cortez ha identificato 56 mosse politiche su clima ed energia che non hanno bisogno del voto del Congresso. Si vedrà nei prossimi mesi come evolverà la situazione negli Stati Uniti. Ma è indubbio che il clima è cambiato anche lì.
Non si è mai parlato così tanto di clima ed energia nella campagna elettorale statunitense. E secondo un sondaggio effettuato da Fox News la notte delle elezioni, il 70% degli elettori è favorevole a un aumento della spesa pubblica per l’energia rinnovabile. Non si può certo attribuire all’impegno sul clima la vittoria di Biden. Vedere Trump vincere le elezioni in Alaska o in Florida, Stati in cui il cambiamento climatico sta mostrando i suoi effetti, fa capire quanto non è detto che la catastrofe climatica porterà insegnamenti utili per le cabine elettorali. Si può però dire che impegnarsi sul clima oggi non compromette le chance elettorali. Il punto è se si riesce a far capire le possibilità che ci sono nell’affrontare la crisi climatica. Il compito dell’amministrazione Biden, accelerare una strategia per un futuro a basse emissioni di carbonio, in fondo non è in contrasto con la tendenza fondamentale del mercato dell’energia.
Stefano Caserini è docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “Il clima è (già) cambiato” (Edizioni Ambiente, 2019)
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