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Il “caso” Barroso: dall’Europa a Goldman Sachs
Fino a ottobre 2014 è stato presidente della Commissione europea: da luglio è il nuovo presidente della banca d’affari. La rete ALTER-EU, con una lettera aperta che è possibile firmare on line, riporta l’attenzione sui potenziali conflitti d’interesse della “revolving door” tra pubblico e privato. Serve una maggiore regolamentazione per gli ex commissari
Il portoghese Manuel Barroso, per dieci anni ai vertici della Commissione europea, che ha presieduto fino al 31 ottobre del 2014, è oggi il presidente delle banca d’affari Goldman Sachs.
La sua nomina è avvenuta a luglio 2016, e rappresenta l’emblema più evidente di un fenomeno già conclamato, quello della “porta girevole” che garantisce a politici con incarichi importanti di assumere ruoli apicali in aziende, generando così potenziali conflitti d’interesse.
È per questo che un gruppo di organizzazioni non governative europee, l’Alliance for Lobbying Transparency and Ethics Regulation (ALTER-EU) e WeMove.EU, hanno promosso una petizione, rivolta all’attuale presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, chiedendo maggiore regolazione in materia di revolving door: ogni ex commissario, e non solo gli ex presidenti (come Barroso), dovrebbe astenersi per almeno tre anni dall’assumere incarichi a rischio di conflitti d’interesse, conflitti legati all’incidenza delle azioni della Commissione sullo sviluppo aziendale, e quindi dall’esigenza di limitare possibili influenze sugli organi a lungo controllati.
Secondo Vicky Cann, che si occupa delle campagna per la trasparenza di Corporate Europe Observatory, Ong che fa parte della rete ALTER-EU, “Barroso ha superato ogni scandalo di ‘porta girevole’ precedente, associando il proprio nome a quello di una banca così controversa, considerando il ruolo nella crisi finanziaria scoppiata nel 2008 e la sua azione di lobby contro la regolazione finanziaria dell’Unione europea”.
Cann ritiene che il fenomeno della revolving door “danneggia l’interesse pubblico nei processi decisionali”. La petizione -condivisa anche dall’ufficio europea di Transparency International- è stata firmata da oltre 62mila cittadini nelle prime quattro settimane. ALTER-EU e WeMove.EU, in una nota, segnalano come lo scandalo non riguardi solo Barroso: a partire dal mese di maggio del 2016 (ovvero dalla scadenza del periodo di un anno e mezzo in cui i vecchi commissari avrebbero dovuto chiedere il permesso prima di assumere nuovi incarichi), infatti, l’ex commissione al Commercio Karel De Gucht (belga) è entrato a far parte del consiglio d’amministrazione del gigante minerario Arcelor Mittal, mentre Neelie Kores, commissaria per l’agenda digitale, è entrata nel board delle aziende attive nel settore della tecnologia UBER e Salesforce.
Anche sulla piattaforma Change.org è attiva una petizione “contro Barroso”. A promuoverla un gruppo spontaneo (anonimo, anche se forniscono un indirizzo e-mail, per contatti) di impiegati dell’Unione europea, che chiedono “strong exemplary measures to be taken against JM Barroso for joining Goldman Sachs” (misure straordinarie ed esemplari contro JM Barroso). Tra queste, la sospensione della corresponsione di ogni tipo di pensione come ex presidente della Commissione europea e dell’utilizzo di ogni eventuale titolo onorifico legato alla stessa posizione.
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