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Approfondimento

Buona musica, senza etichetta

Grazie a Musicraiser tutti possono diventare produttori: raccolti 500mila euro nel 2012. E intanto le major discografiche arrancano —

Tratto da Altreconomia 153 — Ottobre 2013

Nei primi sei mesi del 2013, l’industria musicale italiana ha subito un ulteriore calo delle vendite fisiche (cd, dvd, album) del 13%, fatturando 31,2 milioni di euro: 6,3 in meno rispetto al primo semestre del 2012 e 15 in meno rispetto allo stesso periodo del 2011 (dati Deloitte, per FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana). Contemporaneamente, il mercato digitale è cresciuto del 7%, raccogliendo 11,8 milioni di euro dalla vendita di musica liquida e 5,7 milioni dallo streaming (Youtube, Spotify, Deezer). Come afferma Giampiero Di Carlo, fondatore di Rockol.it e docente di comunicazione musicale all’Università Cattolica di Milano, la crisi del settore, unita all’avvento del digitale e dei social network, ha modificato profondamente il rapporto tra case discografiche, artisti e pubblico: se le prime non hanno più i mezzi di una volta, i secondi possono dialogare in maniera del tutto nuova con il mondo dei fan. Giovanni Gulino, voce dei Marta sui Tubi, e Tania Varuni, Dj producer e compagna del cantante, sono partiti da questa considerazione e dal presupposto che le case discografiche avessero dimenticato un’importante fetta di mercato. “Le etichette si sono sempre occupate esclusivamente della vendita dei dischi -spiega Giovanni-. Attorno a ciascun progetto musicale, però, è possibile individuare un ricco ventaglio di prodotti: mi riferisco a t-shirt, libri, ma anche a dediche speciali o a copie dei testi scritte a mano. Si tratta di exclusives che a un buon 40% dei fan interesserebbe. Ecco, abbiamo pensato di creare una forma di autofinanziamento, che facesse leva proprio su questo”.
Il 22 ottobre 2012, dopo una gestazione durata tre anni, Giovanni e Tania hanno dato vita a Musicraiser (www.musicraiser.com/it) il primo sito di crowdfunding dedicato esclusivamente alla musica. Si tratta di un portale attraverso il quale un musicista può mettere a profitto il proprio album, ancor prima che questo venga prodotto: in poche parole, può chiedere ai propri fan di sostenere economicamente il suo progetto, in cambio di una ricompensa. A disposizione dei “sostenitori” può esserci davvero qualsiasi cosa: un disco autografato, una maglia originale, un concerto privato o via Skype, una cena con la band o un libro inedito. Andy (al secolo Andrea Fumagalli), membro fondatore dei Bluvertigo, ha messo a disposizione il proprio talento pittorico: chiunque lo avesse sostenuto con almeno mille euro, avrebbe potuto ricevere in cambio un ritratto personalizzato.
Il crowdfunding applicato al mondo della musica non è un’idea originale, tantomento italiana. Dal 2006 esistono realtà internazionali importanti, come Sellaband (www.sellaband.com), IndieGoGo (www.indiegogo.com) e Kickstarter (www.kickstarter.com). Musicraiser, a differenza dei pochi siti di crowdfunding italiani, aperti a progetti di qualsiasi tipo, o di quelli internazionali, che si occupano di alcuni prodotti specifici (come album o concerti), abbraccia il mondo della musica a 360°: dai videoclip alle tournee, dai dvd ai documentari.“Proprio per questo è unico -dice Giovanni-. Ovviamente, non tutte le idee che ci vengono presentate vengono inserite nel sito. Operiamo una selezione legata al merito e alla congruità: cerchiamo di dare fiducia solo a chi desidera davvero realizzare un progetto musicale, con dedizione e cognizione di causa. Non vogliamo che qualcuno ci speculi sopra”. Il nucleo di lavoro è composto, oggi, da Giovanni Gulino, Tania Varuni, Daniel Plentz (batterista dei Selton), Giuseppe Facchinetti (ex Universal), e Valeria Passoni. Al loro fianco operano un ufficio stampa esterno, alcuni sviluppatori e tanti talent scout. Partecipare è molto semplice. Basta iscriversi gratuitamente, andare alla sezione “invia un progetto”, descrivere l’idea (in un tweet) e indicare il budget per realizzarla. A quel punto sarà il team a valutarne la realizzabilità e a contattare l’interessato, per chiedere ulteriori informazioni. Dopo l’approvazione, verrà creata una bozza: spetterà all’artista completarla, raccontando la propria storia, l’idea che sta dietro al progetto, le tappe necessarie per realizzarlo. Ogni contenuto caricato dovrà essere realizzato esclusivamente per Musicraiser. Se, alla scadenza della campagna, non verrà raggiunto il 100% dell’obiettivo economico prefissato, il denaro tornerà nelle tasche di chi l’ha versato, automaticamente, attraverso Paypal. Se il budget, invece, dovesse essere superato – c’è chi ha raccolto più del 300% -rimarrà nelle mani dell’artista, che dovrà utilizzarlo per la realizzazione dello stesso progetto. Del denaro raccolto, Musicraiser trattiene circa il 15%: il 10% del risultato ottenuto, unito all’Iva (il 21% sul 10%) e alle spese di transizione di Paypal. “I problemi più grossi che abbiamo dovuto affrontare -racconta Giovanni- sono stati legati alla progettazione e alla realizzazione del sito: abbiamo fatto fatica a trovare sviluppatori in grado di realizzare quello che avevamo in mente. In più, è stato difficile far accettare ai musicisti italiani un nuovo sistema di finanziamento: abbiamo dovuto fare un grosso lavoro d’informazione.”
Per quanto “autodidatta” in questa avventura, Giovanni non è digiuno di economia: il leader dei Marta sui Tubi ha un passato come direttore commerciale e formatore, presso una compagnia finanziaria assicurativa. “Ho lasciato quel lavoro nel 2006 -dice-. La ragione mi avrebbe portato ad avere il portafogli più gonfio, ma al cuore non si comanda. L’esperienza accumulata è stata, però, molto utile per l’avvio di Musicraiser”. Tra i musicisti che si sono rivolti al portale, non ci sono solo band emergenti: ricordiamo Gianni Maroccolo (bassista dei Litfiba), i CSI, i Meganoidi, gli Ulan Bator e molti altri gruppi stranieri, nonché scuole di musica e di teatro. In meno di un anno Musicraiser ha superato di gran lunga i risultati del migliore dei siti di crowdfunding italiani, finanziando 152 progetti e raccogliendo quasi 500.000 euro. Grazie al lavoro svolto, il 29 settembre Giovanni e Tania hanno ricevuto, al MEI 2.0, il premio come migliore realtà web al servizio della musica indipendente.
“Siamo davvero molto soddisfatti -commenta Giovanni-. Abbiamo finanziato progetti validi, di individui e realtà appartenenti a tutti i continenti: ora vorremmo farci conoscere ancora meglio in Europa”. —

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