Ambiente
Basilicata, porti turistici sotto la lente della Corte dei Conti
La Corte dei Conti della Basilicata sta esaminando un esposto il cui oggetto è l’erosione della costa lucana, e il cui contenuto sono i due porti turistici costruiti lungo lo Jonio, Marinagri e Porto degli Argonauti. Scrive Pio Abiusi, redattore…
La Corte dei Conti della Basilicata sta esaminando un esposto il cui oggetto è l’erosione della costa lucana, e il cui contenuto sono i due porti turistici costruiti lungo lo Jonio, Marinagri e Porto degli Argonauti.
Scrive Pio Abiusi, redattore dell’esposto (in allegato): "La costa jonica lucana è sostanzialmente soggetta ad erosione. Studi e convegni compiuti in più occasioni lo hanno abbondantemente dimostrato ed anche le cause sono note: per effetto degli sbarramenti a monte non vi è più apporto, sufficiente , di detriti solidi a valle; l’eccessiva e sconsiderata antropizzazione della linea costiera ed il suo eccessivo irrigidimento non consentono più alla natura ed ai cordoni dunari, spesso abbattuti o irrigiditi, di esercitare la loro funzione compensativa; la realizzazione di nuove opere a mare possono interferire in modo consistente con la dinamica dei sedimenti e causare, di conseguenza, erosione".
Una erosione che abbiamo visto e fotografato in primavera, quando a Metaponto, alla foce del fiume Basento, abbiamo raccolto i materiali per un’inchiesta sui porti turistici, pubblicata da Altreconomia sul numero di maggio 2010. La copertina era dedicata al Porto degli Argonauti, che occupa 92 ettari di terra e può accogliere fino a 450 barche (lunghe anche 28 metri) in un “canale” scavato per 700 metri all’interno della terraferma. Dietro le barche trovano posto anche un hotel con piscina di 6mila metri quadri, ville e appartamenti, case vacanza, la ricostruzione di un “borgo”.
L’inchiesta di Ae, "L’invasione degli ultraporti", è stata inviata alla Corte dei Conti, in particolare per i dati raccolti in esclusiva presso il comune di Bernalda (Mt) e relativi alla spese per il ripascimento della costa, quantificati in 2 milioni di euro per il 2009.
Abiusi ricostruisce l’iter autorizzativo regionale che rese possibile la realizzazione dei due porti: "Con legge regionale N° 6 del 2 Marzo 2004 viene approvata la variante al Piano territoriale paesistico di area vasta del metapontino. La legge viene dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione. Lo stesso giorno con BUR n° 14 viene pubblicata. Con la legge di variante viene data autorizzazione a realizzare il porto di Marinagri e quello degli Argonauti e nella relazione si dichiara testualmente che trattasi ‘di un modello di crescita delle attrezzature per la nautica da diporto che considera le reali possibilità delle nostre coste di accogliere tali infrastrutture senza particolari traumi e stravolgimenti’. Passa una settimana e con delibera di giunta regionale (la n° 526 del 9 marzo 2004) viene autorizzata la realizzazione di un Porto Turistico denominato “Porto degli Argonauti”.
Nel testo della delibera, la giunta fa riferimento a un documento trasmesso dalla provincia di Matera: è un parere "non favorevole" alla realizzazione del progetto (in allegato) ma è stato emesso in ritardo, e pertanto non è stato preso in considerazione. C’è scritto: "L’opera progettata comunque intercetterà il flusso delle sabbie e sedimenti in genere, trasportati dalla corrente marina che da sud ridistribuisce i materiali di trasporto fluviale verso il golfo di Taranto, con pregiudizio della stabilità delle dune di pregio ambientale e paesaggistico. I bracci da realizzare determineranno un accumulo di sedimenti verso Sud e conseguente erosione a Nord degli stessi e ciò contribuirà alla demolizione della spiaggia e della duna".
"Pur nella legittimità degli atti -scrive il Comitato Sos Costa Jonica in un comunicato diffuso attraverso il sito dell’Organizzazione lucana ambientalista-, ci si chiede: è possibile, in sede deliberante, non tener conto di un parer espresso da un ente territoriale come la Giunta della Provincia di Matera, per quanto trasmesso in ritardo, considerato che la decisione definitiva è stata presa due anni dopo?". E, di fronte ai danni causati dalla presenza dei bracci a mare, individuano tre possibili "soluzioni": 1) bisogna eliminare la causa della demolizione delle spiaggie e cioè i bracci a mare dei porti; 2) i costi dell’intervento vengano coperti dalla fideiussione che era prevista nella “Variante al Piano Paesistico… per localizzazione porti turistici”; 3) gli stanziamenti previsti per le barriere a mare ( 7/8 milioni di euro come inizio ) vengano destinati al piano straordinario per il rilancio di Metaponto, già approvato dalla Regione Basilicata".
Info: soscostaionica.jimdo.com, www.olambientalista.ita