Ambiente
Gli oneri del disonore
La norma che proroga per due anni la possibilità di utilizzare i proventi delle urbanizzazione per finanziare la spesa corrente degli enti locali sarà anche una boccata d’ossigeno per i bilanci ma è un attacco alla terra. Approvata prima dal Senato, la proroga è passata nel pomeriggio del 5 giugno anche per i banchi della Camera. Tutti i nomi dei senatori che hanno presentato l’emendamento
Era troppo bello per essere vero. I Comuni, da quest’anno, non avrebbero potuto più usare gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente. L’ANCI (Associazione nazionale dei Comuni italiani) lo spiegava così sul proprio sito, rispondendo ad un quesito: "Dal 2013 le entrate derivanti da oneri di urbanizzazione dovranno essere destinate, per intero, solo al finanziamento di investimenti, cioè di spese impegnabili al titolo II. [Ma] non esiste un vincolo di destinare queste risorse all’esclusivo finanziamento di opere di urbanizzazione primarie o secondarie".
È saltato tutto, infatti. Se usiamo il passato e il condizionale è perché ieri l’altro il Senato e ieri la Camera hanno approvato la proroga di due anni per l’utilizzo, da parte dei Comuni, degli oneri derivanti dalle trasformazioni urbanistiche per la spesa corrente invece che per strade, fogne e servizi pubblici. Un provvedimento votato senza "clamore" all’interno del cosiddetto decreto sblocca debito, passato come un emendamento alla Finanziaria del 2008: "All’articolo 2, comma 8, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, le parole: ‘Per gli anni dal 2008 al 2012’ sono sostituite dalle seguenti: ‘Per gli anni dal 2008 al 2014’".
L’emendamento, poi inserito nel maxi-emendamento di iniziativa governativa, era stato in origine presentato dei senatori del Partito democratico Mauro Del Barba, di Morbegno (Sondrio), Claudio Broglia, già sindaco del Comune di Crevalcore (BO), Bachisio Silvio Lai, di Sassari, Gian Carlo Sangalli, eletto in Emilia-Romagna; Ugo Sposetti, già tesoriere dei DS; Francesco Verducci, di Fermo e Magda Zanoni, già Assessore al Bilancio del Comune di Pinerolo (TO). Altri due emendamenti "fotocopia" erano stati firmati anche dai senatori Antonio De Poli, eletto con Scelta Civica per l’Italia, e a Remigio Ceroni, coordinatore regionale PdL Marche.
Durissima la replica di Legambiente: “Una pessima decisione da parte del nuovo Parlamento -ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazional-. Si continuerà così ad assistere a trattative e scambi tra sindaci e costruttori, e a realizzare nuove costruzioni in cambio di risorse utilizzate per pagare gli stipendi e tenere aperti i servizi comunali. Ma è folle continuare a ragionare in questo modo, incentivando il consumo di nuovo suolo senza garantire i servizi essenziali alle periferie”.
Legambiente sottolinea, infatti, che nella Legge che nel 1977 ha istituito gli oneri di urbanizzazione, questi dovevano essere destinati esclusivamente per la realizzazione di strade, fogne, scuole, servizi pubblici o al risanamento dei complessi edilizi. Invece, a partire dal 2001, Governi sia di centrodestra che di centrosinistra hanno introdotto e poi confermato una modifica che è stata alla base del devastante consumo di suolo realizzato in questi anni.
"Proprio nella giornata mondiale dell’Ambiente -continua la nota- è importante ricordare che il suolo trasformato in Italia da asfalto e cemento ha superato in Italia i 22mila chilometri quadrati, con una media, in questi anni, di 500 chilometri quadrati trasformati ogni anno, come evidenziano i dati del Centro di ricerche sul consumo di suolo di Legambiente, Inu e Politecnico di Milano.
“Chiediamo -ha continuato Cogliati Dezza- che nel passaggio alla Camera si fermi questa decisione sbagliata e oltretutto incomprensibile alla luce degli annunci fatti dal Ministro Orlando sul suo impegno a far ripartire il percorso della Legge Catania e la grande attenzione da parte dei cittadini nei confronti dei danni provocati dal consumo di suolo”.
(Aggiornato alle 14.46 del 6 giugno 2013)