Ambiente
Lettera da Mineracqua
Il numero di marzo di Ae è in distribuzione da oggi, ma abbiamo ricevuto da Mineracqua, la federazione delle industrie imbottigliatrici di acque minerali, una richiesta di rettifica in merito all’articolo "La disputa della fonte", che a pagina 22 racconta…
Il numero di marzo di Ae è in distribuzione da oggi, ma abbiamo ricevuto da Mineracqua, la federazione delle industrie imbottigliatrici di acque minerali, una richiesta di rettifica in merito all’articolo "La disputa della fonte", che a pagina 22 racconta le vicenda di Norda spa e degli abitanti di Tarsogno, paesino dell’Appennino parmense. Pubblichiamo la lettera di Ettore Fortuna e, in coda, una risposta di Luca Martinelli, autore dell’articolo. Per leggere l’articolo completo, potete acquistare Ae in formato PDF o cercare la rivista nelle botteghe di commercio equo e soliale.
Roma, 1 Marzo 2011
Gentile dottor Martinelli,
in merito all’articolo pubblicato sul numero “Altreconomia” di Marzo e titolato “La disputa della fonte”, Mineracqua intende fare alcune doverose precisazioni.
L’affermazione “dai rubinetti esce acqua minerale” riportata nel sottotitolo e più volte nel testo è errata.
L’acqua per definirsi minerale (come prevede la legge) deve avere non solo origine profonda e protetta, purezza batteriologica all’origine, caratteristiche chimiche costanti ma da ultimo, e non meno importante, deve essere imbottigliata alla sorgente.
Va da sé che pur non volendo entrare nel merito “dell’origine” dell’acqua a cui Lei si riferisce nell’articolo -peraltro da verificare- Mineracqua non può esimersi dal contestare la definizione “minerale”, proprio per il fatto che suddetta acqua “attraversa 900 metri di tubature” come lei stesso sottolinea nel pezzo.
Ettore Fortuna, Presidente di Mineracqua
Risponde Luca Martinelli:
Alcuni studi geologici, che sono stati prodotti e risultano anche agli atti dei ricorsi presentati da alcuni cittadini di Tarsogno (Parma), confermano l’interferenza tra la falda che alimenta i pozzi Norda spa (a monte) e i pozzi degli acquedotti privati e consortili, la cui vicenda è oggetto dell’articolo.
Crediamo inoltre, e i mappali catastali potrebbero confermarlo, che la distanza tra i pozzi di Norda e lo stabilimento di Tarsogno della stessa azienda, associata a Mineracqua, sia uguale o superiore a quella tra il pozzo della signora Ida Bricca e l’abitazione della stessa. Immaginiamo, pertanto, che anche quell’acqua venga "trasportata" da un luogo all’altro attraverso tubature.
Ha ragione Ettore Fortuna a scrivere che l’acqua che esce dal rubinetto non è "minerale" (secondo la definizione di legge), ma ci siamo presi licenza giornalistica perché "l’immagine" è senz’altro calzante con il contesto.