Ambiente
Cave a Lecco, la Provincia si schiera a favore
Il Consiglio provinciale di Lecco ha bocciato la proposta di delibera -sottoscritta da oltre cinquecento cittadini- che chiedeva di bloccare l’ampliamento di tre “ambiti estrattivi” presenti nel Comune capoluogo previsto nel nuovo piano cave
Lunedì 3 settembre il Consiglio provinciale di Lecco ha bocciato la proposta di delibera -sottoscritta da oltre cinquecento cittadini- che chiedeva lo stralcio, all’interno del nuovo piano cave in approvazione, dell’ampliamento di tre “ambiti estrattivi” presenti nel Comune capoluogo. Secondo i componenti dell’associazione Qui Lecco Libera, promotrice della raccolta di firme nonché autrice del documentario informativo “Coltivando cave”, lo sfruttamento previsto di ulteriori 17 milioni di metri cubi del già sacrificato Monte Magnodeno avrebbe gravemente pregiudicato territorio.
“Oltre alla mancanza di dati chiari su quanto è stato scavato fino ad oggi e dei presunti ripristini ambientali che sono in realtà palliativi, non si capisce perché concedere nuove autorizzazioni: il piano vigente non è ancora scaduto”, spiega Nicola Monti, tra i promotori. Scorrendo la relazione della conferenza di valutazione ambientale strategica (Vas) intermedia tenutasi lo scorso 31 luglio, è possibile incontrare frasi contradditorie. Rispetto alla cava Cornello, una delle tre al centro del dibattito dove Unicalce ha chiesto ulteriori 150mila metri cubi, si legge: “la prosecuzione dello sfruttamento del giacimento non presenta elementi di criticità e risulta indispensabile per poter recuperare l’intera area interessata”. Secondo la Provincia, dunque, per recuperare una montagna bisogna scavare. Apparentemente un ossimoro. Rispetto alle due cave Vaiolo -dove è richiesto un ampliamento di oltre 16 milioni di metri cubi-: “l’ulteriore sfruttamento del giacimento ridurrebbe la necessità di individuare nuovi giacimenti”, a dimostrazione della discutibile tesi secondo la quale cava scaccia cava.
Il Popolo della Libertà e la Lega Nord, la maggioranza del Consiglio, hanno quindi respinto le istanze della delibera. “La procedura è inusuale e prematura”, ha spiegato l’Assessore competente Carlo Signorelli, dettando la linea. L’opposizione – Udc e Idv, mentre Sel non ha partecipato al voto – si è stretta intorno all’"astensione attiva" del Partito Democratico, mal digerita dai cittadini presenti.