Ambiente
“Carisio”, il petrolio sotto la Val Sesia, in Piemonte
Petrolceltic ed Eni potrebbero avviare presto le prospezioni per estrarre greggio a Carpignano Sesia, in provincia di Novara. Una "piccola Basilicata" nel Nord Ovest, che potrebbe alimentare la raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi (Pv).Nonostante la vicinanza con l’area di ricarica delle falde che alimentano gli acquedotti, e la prossimità del fiume Sesia, il Comune pare favorevole per la possibilità di incassare le royalties
Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2012 sui balconi di alcune case di Carpignano Sesia -un comune di 2568 abitanti, in provincia di Novara- sono apparsi striscioni contro le trivellazioni petrolifere. Non si ha memoria di una simile protesta, ma in questo piccolo centro piemontese il rischio di perforazioni cresce di giorno in giorno.
Sotto accusa c’è il progetto dell’Eni, di aprire un pozzo esplorativo per pescare greggio. Un’ipotesi tutt’altro che remota, considerando che l’iter procedurale relativo al conferimento del permesso di ricerca, denominato “Carisio” -di cui oggi la multinazionale di San Donato Milanese è co-titolare con l’irlandese Petrolceltic- fu avviato nel febbraio del 2004. 728 chilometri quadrati di territorio sotto al quale potrebbero essere stipati 245 milioni di barili di oro nero. È questa, infatti, la stima avanzata dalla Petrolceltic nella propria relazione di bilancio, presentata alla fine del 2011. Numeri lontani da quelli resi noti dall’Eni che, nella Relazione tecnica di progetto, parla di riserve pari a 80 milioni di barili. In un caso o nell’altro, se queste quantità dovessero essere confermate -come sembra- sarebbe riduttivo parlare di un solo pozzo. In realtà “Carpignano Sesia 1” potrebbe essere il primo di un vero e proprio campo petrolifero in sviluppo decennale, destinato ad alimentare, probabilmente, la raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi, via Trecate, sede di un centro olio e dove i pozzi produttivi sono attualmente 8.
Una “piccola Basilicata” emulata, in futuro, a mille chilometri di distanza, non senza conseguenze ambientali. Ne sono consapevoli gli attivisti del Comitato spontaneo “Difesa del nostro territorio”, che da alcune settimane organizza iniziative e dibattiti nel tentativo di sensibilizzare i carpignanesi. Un fronte del no che ha trovato sostegno in numerose aziende e attività commerciali locali, come dimostrato dall’elevato numero di osservazioni presentate al progetto di perforazione del pozzo esplorativo “Carpignano Sesia 1”, soggetto a valutazione d’impatto ambientale (Via).
Sotto la lente d’ingrandimento le problematiche legate allo smaltimento dei fanghi di perforazione e al pericolo di inquinamento delle falde acquifere, essendo il territorio di Carpignano incluso in una zona denominata “Area di ricarica delle falde utilizzate per il consumo umano” e con un’importanza strategica nell’approvvigionamento idrico provinciale, oltre all’estrema vicinanza con le sorgenti del Comune di Novara, localizzate a una ventina di chilometri di distanza. Ma ci sono anche altri aspetti da non sottovalutare, come il rischio sismico sollevato dai cittadini con lo strumento delle osservazioni, la classificazione dell’area “a rischio esondazione” -data la prossimità del fiume Sesia- e la vicinanza della zona pozzo al centro abitato (circa 300 metri in linea d’aria). Una zona, quella interessata dall’insediamento dell’Eni che, fino alle modifiche avvenute nel 2006, era considerata a valore ambientale, perché adiacente al Bosco dei Preti, un sito d’interesse regionale da 14 ettari, ricco di specie animali e vegetali di notevole valenza. Un paradiso non molto lontano dal Parco Lame del Sesia.
La posizione dell’amministrazione comunale. I cittadini di Carpignano lamentano una presa di posizione poco chiara da parte del Comune e del sindaco Giacomo Bonenti -primo cittadino dal 2004- al suo secondo mandato. L’amministrazione comunale, in effetti, pur avendo presentato le proprie osservazioni alla trivellazione del pozzo “Carpignano Sesia 1”, non ha ancora espresso il proprio parere. Non lo ha fatto chiaramente nemmeno in sede di conferenza dei servizi, convocata lo scorso 24 aprile. Aprendo addirittura ad un referendum popolare consultivo. Ipotesi che, però, starebbe tramontando. Tutto l’iter procedurale del permesso di ricerca “Carisio”, la cui scadenza è stata prorogata al 14 ottobre 2012 per decorso temporale, è stato caratterizzato da temporaggiamenti, rettifiche e integrazioni. Facendo il gioco delle compagnie petrolifere, giunte all’ultimo step. Nei mesi che ci separano dalla nuova scadenza, tocca ora alla Regione Piemonte pronunciarsi tenendo conto del parere di tutti i soggetti coinvolti.
Eppure il tempo per opporsi alla presenza di probabili attività petrolifere c’è stato. Fin dalla presentazione al ministero delle Attività produttive dell’istanza per conferimento del suddetto permesso di ricerca, avvenuta il 27 febbraio 2004 ad opera della BG Gas International BV Filiale Italiana. Da qui una serie di aggiornamenti: nel dicembre 2005 la Regione Piemonte stabilisce “la prescrizione di richiedere la fase di verifica della procedura Via ove si rendessero necessarie nuove prove sismiche”, esprimendo dichiarazione d’intesa al conferimento; il ministero competente con nota del 22 febbraio 2006 convoca la Conferenza di servizi “invitando contestualmente la Società BG Gas International BV a far pervenire alle amministrazioni interessate completa documentazione relativa all’istanza del permesso di ricerca”; il 18 maggio 2006 avviene il conferimento definitivo, prendendo atto dei pareri positivi espressi da Regione Piemonte e Province di Novara, Biella e Vercelli. A febbraio del 2008 la BG Gas International BV cederà tutte le sue quote alla Petrolceltic, che nel marzo del 2009 provvederà a dividerle con l’Eni. Il resto è attualità. Con un’intera comunità che si sta interrogando sul proprio futuro, tra timori e royalties. Compensazioni ambientali che farebbero comodo a tutti, come ricordato dal sindaco di Carpignano nel corso del consiglio comunale del 20 aprile 2012: “Non posso negare che con l’attuazione del progetto il nostro paese avrebbe avuto un beneficio economico non indifferente, particolarmente in questo momento in cui ci vediamo costretti a tagliare servizi importanti”.