22 agosto, Overshoot day. L’umanità è senza benzina

Terra, risorse e consumi. Anche quest’anno il cowboy ha battuto l’astronauta. Anzi, come accade dagli anni ’70, l’ha sorpassato. Gode di ottima salute la metafora che Francesco Gesualdi ha impiegato – in tempi sospetti ma non così disastrati – ne “L’altra via” (Altreconomia edizioni), programma per l’economia del benvivere. Secondo i dati diffusi dal Global Footprint Network Information (http://www.footprintnetwork.org), infatti, non c’è ancora partita tra l’astronauta, epigono dell’”economia del rispetto”, ed il cowboy, notabile dell’attuale sistema di mercato “predatorio”.

Cade proprio oggi, mercoledì 22 agosto, il triplice fischio relativo al 2012. Earth overshoot day, il giorno in cui l’impronta ecologica mondiale oltrepassa la soglia biologica della Terra (“la capacità di un ecosistema di rigenerare risorse e di assorbire i rifiuti generati dagli umani”). “Da domani”, sostengono i curatori dello studio, “sosterremo il nostro deficit ecologico dando fondo alle riserve naturali e accumulando anidride carbonica nell’atmosfera”.

Per gli amanti dell’algebra basti considerare che, per mantenere questo ritmo, il pianeta andrebbe moltiplicato per 1,56. Ciò secondo la media mondiale. Se ciascuno vivesse come un cittadino degli Stati Uniti, incrociando i tre fattori chiave utilizzati per l’ottenimento dell’indice (consumi, popolazione e produttività naturale), l’umanità avrebbe bisogno di 4,16 pianeti. Poco meno di due ove si trattasse del Brasile, 1,18 nel caso della Cina. Riesce a far meglio (o peggio) l’Italia. Il Global Footprint Network ha datato l’overshoot day nostrano al 23 marzo scorso, quantificando i “pianeti necessari” in 2,55.

Chi volesse calcolare la propria impronta ecologica può cliccare qui: http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/GFN/page/calculators/.