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Ambiente

Why MC8? A Ginevra si prepara la solita ricetta per il commercio

Inizia l’ottava ministeriale della Wto, l’Organizzazione Mondiale del Commercio a Ginevra. Negli anni della crisi peggiore da Wall Street nel ’29, a pochi giorni dalla COP di Durban, in Svizzera le delegazioni governative di quasi tutto il mondo si incontrano per risolvere la crisi con le solite, vecchie ricette: mercato e liberalizzazioni. Con l’opposizione dei Paesi del Sud e dei movimenti. Occupy Wto?
Da Ginevra, il diario quotidiano di Altreconomia.

No, non state ascoltando un vecchio successo della discomusic anche se a leggerlo suona proprio uguale. Ci chiediamo, invece, accoratamente perché le superpotenze globali ci abbiano convocato a Ginevra dal 15 al 17 dicembre, in pieno inverno ad assistere all’Ottava Conferenza Ministeriale della Wto (MC8) cercando, più convinti dei Village People di ruggente memoria, di riuscire a spacciare la solita agenda di liberalizzazioni commerciali travestendola da scintillante ricetta anticrisi. In questi giorni, infatti, insieme alla rete Our World Is Not For Sale festeggiamo il 12esimo anniversario delle massicce proteste di piazza contro la Wto che a Seattle nel 1999 sono riuscite a bloccare il “Millennium Round”, ossia un’espansione ingiustificata delle liberalizzazioni commerciali che avrebbe coinvolto numerosi settori degli investimenti, dei servizi essenziali e dei beni comuni.

Paradossalmente, però, quando la crisi globale è la migliore controprova che liberalizzare e deregolare le attività economiche e commerciali ci danneggia,Usa e Ue vogliono far comprendere nella dichiarazione finale un’ “Agenda del 21esimo secolo” dove aprire nuovi filoni di negoziati commerciali che speculino su cambiamenti climatici, sicurezza energetica e sicurezza alimentare. Ma c’è di più: quando la finanza fa crack per eccesso di libertà, i soliti noti ripropongono la liberalizzazione degli investimenti (i Singapore issues) già respinta al mittente a Cancun nel 2003. Quando la ministeriale non è ancora cominciata, oltre 100 Paesi in via di sviluppo si preparano a presentare un documento di protesta contro l’agenda del vertice, denunciando che è stata cucinata da 20-30 Paesi e che non riflette le loro priorità. Ma c’è di più: i Paesi Alba minacciano di ritirare il consenso dal documento finale se i lavori della tre giorni non imprimeranno una direzione profondamente diversa al futuro lavoro della Wto. E la risposta della società civile? Occupy Wto: presidiare i lavori dell’organizzazione in un accampamento faccia a faccia con la sede del vertice, sostenendo le proteste dei delegati dei Paesi in via di sviluppo e aiutandoli a formulare proposte alternative efficaci per sventare l’ennesima truffa annunciata.
 

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