Ambiente
Vigne e cemento: intimidazioni in Valpolicella
Franco Scamperle è un viticoltore della Valpolicella. L’azienda agricola di famiglia, "Le Salette", produce un ottimo Amarone. Franco ha appena perso 12 viti, tagliate da ignoti durante la notte (foto). Un danno quantificabile in almeno 10mila euro, che secondo Scamperle…
Franco Scamperle è un viticoltore della Valpolicella. L’azienda agricola di famiglia, "Le Salette", produce un ottimo Amarone. Franco ha appena perso 12 viti, tagliate da ignoti durante la notte (foto). Un danno quantificabile in almeno 10mila euro, che secondo Scamperle deriva dall’impegno diretto del viticoltore contro l’ammodernamento e l’utilizzo di rifiuti nei forni del cementificio Cementi Rossi. Franco Scamperle è, infatti, tra i firmatari del ricorso al Tar (tribunale amministrativo regionale) del Veneto che ha portato, ad inizio marzo, a una bocciatura del progetto, ricorso promosso da Fumane Futura, Valpolicella 2000 e Legambiente Verona.
Altreconomia ha incontrato Franco a Fumane, e ha raccontato la sua storia nel libro "Le conseguenze del cemento" e nell’articolo "Chiedi alle polveri" (pubblicato su Ae 126). In quell’occasione, Scamperle ci aveva spiegato che, con un gruppo di una ventina di viticoltori, stava avviando nei vigneti una sperimentazione per un’agricoltura e una viticoltura più sostenibili, utilizzando -ad esempio- rimedi naturali contro la tignola.
Al telefono, fa capire di essere molto deluso: "In Valpolicella queste cose, nel 2011, non devono succedere. Hanno tagliato una dozzina di vigne, basse al tronco. Vigne che hanno più di dieci anni. In questo modo, perdo tre anni di produzione. Ho fatto denuncia ai carabinieri. Ho spiegato loro che la mia famiglia ha quest’azienda da 150 anni, e non è mai successo questo. Da un paio d’anni, adesso, due volte mi hanno tagliato le vigne, una volta le rose".
"Succede che Il Tar ha bloccato il progetto Cementi Rossi -continua Franco-, e questo è successo venti giorni dopo. Quello tagliato è un vigneto tutto recintato. Chi ha agito, è dovuto entrare in una proprietà privata, prendere la trancia. Il vigneto è fuori paese, un po’ fuori mano. Così vengono ripagato per aver fatto di tutto per salvaguardare il territorio"
Il danno? "Ho perso 12 viti, una ventina se conto le altre tagliate nel corso degli ultimi anni. Se quantificassi la resa di ogni vite, per 3-4 anni, il tempo necessario per tornare in produzione, sono circa 10mila euro".
Fumane Futura ha commentato così l’accaduto sul proprio sito internet: "La Valpolicella chiede con forza di essere sostenuta ed aiutata perché nessun linguaggio intimidatorio e mafioso possa in alcun modo radicarsi ed essere legittimato. È evidente che nel denunciare pubblicamente un fatto così grave e dagli aspetti simbolici rilevanti ci attendiamo che venga espressa pubblicamente ampia solidarietà e stigmatizzazione del fatto da parte di tutte le forze politiche, sociali, economiche e sindacali".