Ambiente
“Rompiamo il silenzio” sull’autostrada Orte-Mestre
Sabato 25 maggio Ravenna ospita un convegno nazionale promosso dalla "Rete Stop Orte-Mestre". Si parlerà della lunghissima arteria di quasi 400 chilometri attraverso 5 regioni. Un investimento da 10 miliardi di euro, cui Ae ha dedicato un reportage a novembre 2012 e un video-reportage che verrà proiettato in apertura
Costerà 10 miliardi di euro in project financing, sarà lunga 396 chilometri, attraverserà ben cinque regioni con un forte impatto sull’ambiente e consumo del suolo eppure nessuno ne parla.
Per questo la "Rete Stop Orte-Mestre", la vasta rete di associazioni ambientaliste, comitati e movimenti che da anni cerca di contrastare la grande opera “Autostrada E45-E55 Orte-Mestre” ha organizzato il primo convegno nazionale per rompere il silenzio della politica e delle istituzioni e dare l’informazione che ad oggi è stata completamente omessa (aderiscono alla Rete OR-ME: WWF Italia, Legambiente, Mountain Wilderness Italia onlus, Forum Salviamo il Paesaggio, Stop al Consumo di Territorio, Federazione Nazionale Pro Natura, Movimento 5 Stelle).
Relatori di primo livello nazionale descriveranno l’opera affrontando gli aspetti trasportistici, economico-finanziari e degli impatti ambientali descrivendo i dieci motivi per non approvare la nuova autostrada. Il convegno si terrà a Ravenna il 25 maggio dalle ore 10 alle 17.30 presso Casa Melandri, sala d’Attorre, via Ponte Marino 2.
Il progetto preliminare dell’autostrada Orte-Mestre, l’opera autostradale più imponente, per costi ed impatti, tra quelle previste nel Primo Programma delle Infrastrutture Strategiche, ha già ottenuto tutte le autorizzazioni previste per legge, manca solo l’ultimo atto di autorizzazione del CIPE.
Sono dieci i buoni motivi per non approvare il progetto della nuova autostrada Orte-Mestre:
1. L’opera ha un valore di 10 miliardi di euro e non è economicamente sostenibile: si conta infatti di reperire le risorse necessarie attraverso strumenti di defiscalizzazione e di sostegno al Project Finacing, che rischiano di essere estremamente pericolosi per i conti pubblici in quanto vengono in soccorso di piani economico-finanziari non positivi che generano debiti. Prova ne è il fatto che il Ministero dell’Economia ha sollevato di recente numerose obiezioni rispetto alla redditività e quindi alla fattibilità dell’opera in questione;
2. Provocherebbe se realizzata gravi danni ambientali a importantissime zone di interesse paesistico, naturalistico e ambientale, tutelate da norme nazionali, internazionali e comunitarie quali il Delta del Po, le Valli di Comacchio e Mezzano, le propaggini meridionali della Laguna di Venezia, la Riviera del Brenta, il Parco delle Foresti Casentinesi, le valli dell’Appennino centrale;
3. Comporta un elevato consumo di suolo, per la maggior parte libero da edificazioni;
4. Favorisce la cementificazione delle aree libere attraversate o adiacenti alle infrastrutture d’accesso, connesse e complementari;
5. Determina un sensibile aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico, accentua il rischio idrogeologico e idraulico soprattutto nelle aree più fragili;
6. Privilegia, in contrasto con i consolidati indirizzi comunicati in materia di trasporti, ancora una volta il trasporto su gomma a scapito di quelli ferroviario e marittimo, più sostenibili;
7. Presenta un calcolo costi-benefici negativo perchè i flussi di traffico attuali e futuri che interessano la SS 309 Romea e la E-45 non giustificano in alcun modo la costruzione di un’altra autostrada che sarebbe inutile perché costituirebbe di fatto un doppione della A-1 e della A-14/A-13;
8. Costituisce un enorme spreco di denaro pubblico che potrebbe essere meglio impiegato per la manutenzione delle strade già esistenti e del territorio per realizzare, in funzione anticongiunturale, quelle piccole e medie opere pubbliche che la stessa A.N.C.E. crede siano prioritarie per il rilancio del Paese;
9. Ha tempi lunghi di realizzazione (si stimano 10-15 anni) e distoglie risorse per la necessaria e urgente messa in sicurezza di SS 309 e E-45;
10. Favorisce ancora una volta la corporazione, ipergarantita, dei concessionari autostradali e gli appetiti edili speculativi che accompagnano questo tipo di operazione.