Ambiente / Opinioni
Mostri a Venezia
A Milano -grazie al FAI– le foto di Gianni Berengo Gardin dedicate ai canali solcati della grandi navi da crociera. 27 scatti per una mostra-denuncia sui rischi cui è sottoposta la città e tutta la Laguna, Patrimonio mondiale dell’umanità dal 1987. Con una galleria fotografica
Gianni Berengo Gardin ha scritto una lettera d’amore a Venezia, ma la città l’ha respinta. Il più grande fotografo italiano, ormai ultra ottantenne, ha dedicato due anni di "appostamenti" -tra il 2012 e il 2014- per rappresentare la violenza (non solo visiva) delle grandi navi che attraversano il Canale della Giudecca e sfiorano San Marco, ma -come ha ricordato in un’intervista andata in onda a Radio Popolare- la città di Venezia non ha accolto la sua mostra.
Che, per fortuna e grazie all’impegno del FAI ha trovato invece casa a Milano, dove fino a fine settembre -grazie anche alla collaborazione con la Fondazione Forma per la fotografia e l’agenzia Contrasto- è esposta a Villa Necchi-Campiglio.
Singolare la foto che apre "Mostri di Venezia" (come si chiama il lavoro di Berengo Gardin), perché rappresenta una nave da crociera chiamata "Celebrity Silhouette". Le prospettive scelte riescono a mostrare come la "silhouette" della città sia deformata dalla presenza dei grattacieli del mare, grattacieli fatti senz’altro per solcare gli oceani o il Mar Mediterraneo, ma di certo inadatti ad attraversare un ecosistema fragile come la Laguna di Venezia.
LA MSC Divina, vista dal Canal Grande, mentre entra in Bacino San Marco dal canale della Giudecca. Sulla destra la Punta della Dogana, Venezia, agosto 2013
© Gianni Berengo Gardin-Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
Non è un caso se le grandi navi siano uno degli aspetti problematici evidenziati nella lettera che l’Unesco ha inviato il mese scorso all’Italia, che non è ancora una "messa in mora" ma segnala tutta una serie di criticità per Venezia e la sua Laguna, che dal 1987 sono patrimonio non solo dell’Italia ma di tutta l’umanità.
La "manutenzione" della Laguna era una questione serissima per la Serenissima, che oltre a realizzare straordinarie opere ingegneristiche -deviando il corso dei principali fiumi del Veneto per prevenire l’insabbiamento-, portò -come dimostrano ricerche storiche- anche a scegliere il tipo di albero ideale da piantare sulle montagne venete, per far sì che i boschi fossero pieni di specie adatte a trattenere il più possibile la neve, per non causare piene.
La Celebrity Silhouette allo sbocco del canale della Giudecca nel Bacino di San Marco tra l’Isola di San Giorgio e la Punta della Dogana, Venezia, aprile 2013
© Gianni Berengo Gardin-Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
Oltre alla "questione ambientale", il "no alle grandi navi" oggi trova anche giustificazioni economiche, dopo che un professore dell’Università di Venezia -Giuseppe Tattara- è riuscito a dimostrare che il "valore aggiunto" per l’economia veneziana del passaggio dei mostri, e dei turisti che scaricano, in Laguna, sarebbe negativo, se ne considerassimo tutte le esternalità negative (vedi l’articolo di Ae "A Venezia un inchino può costare caro").
Ecco perché le 27 foto di Berengo Gardin -parte di una serie più importante di scatti- sono una finestra importante che si apre su una realtà (ancora) sconosciuta ai più.
E fanno impressione, come dimostrano i volto stupiti di molti tra i visitatori che con me hanno attraversato le stanza di villa Necchi Campiglio, scelta dal FAI per ospitare l’esposizione. Per questo, "I mostri di Venezia" serve.
P.s.: per chi non credesse si propri occhi, e volesse trovarsi di fronte a uno dei mostri, ecco l’elenco -lungo 7 pagine- delle grandi navi da crociera che tra oggi (14 luglio 2014) e il prossimo 31 dicembre passeranno per Venezia, per raggiungere il terminal passeggeri…
Una grande nave, vista da via Garibaldi, mentre passa davanti alla Riva dei Sette Martiri, dopo aver lasciato il bacino San Marco, Venezia, aprile 2013
© Gianni Berengo Gardin-Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia