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Ambiente

La bolletta dell’acqua, dopo il referendum

L’Autorità per l’energia elettrica e il gas adotta un nuovo metodo tariffario per il servizio idrico integrato. Nel farlo, evidenzia alcuni limiti del precedente. Sembra così far proprie alcune critiche al modello pubblico-privato nel servizio idrico del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, che il 25 e 26 gennaio scende in piazza

Una nuova tariffa per il servizio idrico integrato era necessaria. Il referendum del giugno 2011, che ha abrogato la "remunerazione del capitale investito", ha obbligato il legislatore a rivedere il metodo normalizzato, quello utilizzato dalla fine degli anni Novanta per calcolare le nostre bollette.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) è stata incaricata di farlo dal governo Monti nel marzo 2012, e il 28 dicembre ha prodotto una delibera (ne scriviamo sul numero di febbraio di Ae), illustrata alla stampa e agli addetti ai lavori il 23 gennaio nel corso di un seminario di studio.

Due giorni prima, cioè, dalla giornata di mobilitazioni convocata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, secondo cui "la tariffa di Capodanno" disconoscerebbe il risultato referendario, perché la "remunerazione del capitale investito" sarebbe stata re-introdotta sotto altre forme: "Il metodo approvato applica infatti nel senso più ampio possibile il principio  del ‘full recovery cost’, cioè della copertura integrale dei costi da parte della tariffa a carico degli utenti -spiega in un comunicato il Coordinamento lombardo dei comitati per l’acqua pubblica, che il 25 gennaio 2013 presidierà piazza San Babila, a Milano-: oneri finanziari e fiscali, recupero degli investimenti, costi di gestione ed eventuali anticipazioni per il finanziamento di nuovi investimenti. Sono comprese le immobilizzazioni dovute a finanziamenti pubblici a fondo perduto o concesse in comodato gratuito, quindi già pagate dalla comunità. Tra gli oneri, poi, è previsto un costo a copertura del rischio d’impresa". Per questo, il Forum sta pensando un ricorso al tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia.

Nel corso dell’incontro con l’Autorità, però, Egidio Fedele Dell’Oste, responsabile dell’Ufficio Speciale Tariffe e Qualità dei Servizi Idrici, ha fornito ai presenti il dettaglio di alcune informazioni molto importanti. Che elenchiamo per punti.

1) Parlando degli utili d’impresa, ha spiega che il metodo tariffario precedente permetteva ai gestori "giochetti". In che modo? Grazie ai "flussi anticipati sui quali l’impresa poteva operare con un certa elesticità". Una differenza tra i due metodi, infatti, riguarda l’anticipo in bolletta dei capitali necessari per coprire gli investimenti, "che è stato bloccato" e trasformato in "un sistema di verifica dell’effettivo investimento", che rendere i "giochetti più difficili". Ciò significa che, come più volte evidenziato dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua dalla sua costituzione nel 2006, fino ad oggi "non ci sono garanzie che i soldi riconosciuti siano [stati] destinati effettivamente a quel servizio, e magari coprono altri costi che col servizio idrico non c’entravano". "Ci riserviamo -ha spiegato Dell’Oste- di fare un’analisi del pregresso: ci sarà un confronto tra quello che è scritto, e quanto è stato realizzato; quando non è stato realizzato, verranno previste delle penali. Anche se tutto questo avverrà con un successivo intervento dell’autorità, perché non è ancora chiaro se tutto ciò che è pregresso è di competenza dell’Autorità, oppure resta di competenza del ministero dell’Ambiente".

2) Per quanto riguarda "il servizio del debito", cioè il riconoscimento in bolletta dei soldi necessari a coprire gli interessi dei capitali presi a prestito per realizzare suddetti investimenti, Dell’Oste spiega che "anche da un punto di vista della liceità normativa è molto difficile ex post cambiare accordi già stilati. Sugli investimenti di natura pregressa -perciò-, l’impostazione dell’Autorità è quella di ‘riconoscerli’, salvo verifica dell’operazione, in quanto sono impegni già presi".
Probabilmente, però, l’analisi dei bilanci dei gestori del servizio idrico integrato ha evidenziato alcuni aspetti poco chiari, e per questo "la nuova regolazione fa riferimento a un costo standard del debito, secondo criteri ottimali d’investimento".
Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua chiede da tempo di "sganciare" il finanziamento del servizio idrico integrato dal sistema bancario privato, per creare nuovi meccanismi di fiscalità generale o di finanza pubblica.

3) Una modifica sostanziale, infine, è quella che vede i gestori obbligati ad indicare nelle bollette se i clienti godono o meno di un "impianto di depurazione attivo”. E -sollecitato in merito alla recente sentenza delle Corte di Cassazione che obbliga i primi a restituire ai secondi gli introiti per fognatura incamerati da utenti privi del servizio- la gestione della restituzione non è avvenuto in modo uniforme: "In alcuni casi sì, in altri i fondi non sono mai stati restituiti. E ci sono utenti che continuano a pagare i corrispettivi non dovuti. Vorremmo far chiarezza su questo ‘mondo’, per poi intervenire in modo omogeneo".

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