Ambiente
Acque torbide
Si apre a Pescara un processo contro gestori e controllori dell’acquedotto Mezzo Abruzzo ha bevuto per anni acqua inquinata? Nei pozzi di Sant’Angelo, che fino al novembre 2007 hanno alimentato la rete idrica che serve oltre 400mila cittadini, i valori…
Si apre a Pescara un processo contro gestori e controllori dell’acquedotto
Mezzo Abruzzo ha bevuto per anni acqua inquinata? Nei pozzi di Sant’Angelo, che fino al novembre 2007 hanno alimentato la rete idrica che serve oltre 400mila cittadini, i valori di cloroformio avrebbero superato di 3.220.000 volte i limiti di legge, quelli di tetracloroetano di 420mila volte, il clorometano “solo” 11.067. Queste e altre sostanze (idrocarburi, pentaclorobenzene) sono cancerogene e tossiche per fegato e reni, e adesso si chiede conto dell’operato di chi avrebbe dovuto garantire i cittadini della potabilità dell’acqua (l’Asl di Pescara, l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, l’Ambito territoriale ottimale, Aca spa, il gestore pubblico).
Abruzzo Social Forum, Wwf Abruzzo e Mare libero Pescara hanno definito la questione dell’acqua della Val Pescara “il peggior scandalo della storia abruzzese”.
Una storia di inquinamento industriale e discariche illegali che il 9 luglio è approdata davanti al Tribunale di Pescara (l’udienza è stata rinviata al 29 ottobre): sul banco degli imputati siedono 27 indagati, tra cui l’ex presidente dell’Ato, l’ex presidente dell’acquedotto, il responsabile del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Asl, il direttore dell’Aca, e numerosi dirigenti Enimont.
Sono accusati di disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte e adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, avvelenamento delle acque. L’inchiesta ha preso il la dalla scoperta di due discariche a Bussi sul Tirino, un paio di chilometri a Nord dei Pozzi di Sant’Angelo, sono legate alla presenza del sito industriale di Bussi, attivo fin dal 1902, e di proprietà di Enimont fino al 2001 (oggi è della Solvay).
Wwf Abruzzo e Abruzzo Social Forum decidono di realizzare analisi private su campioni d’acqua prelevati dai pozzi di Sant’Angelo, scoprendo che l’inquinamento è arrivato alla falda profonda, 100 metri più sotto.
Scavando nel torbido dell’acqua inquinata, scoprono anche che forse in molti sapevano: “Ma tutti sono stati zitti -racconta Augusto De Sanctis, di Wwf Abruzzo-: alcuni per perpetuare ruoli di potere, altri per la ‘ragion di Stato’. Non è facile, del resto, spiegare alla popolazione che da 20 anni beve acqua avvelenata. Hanno cercato di governare la situazione, e tra di loro facevano riunioni su riunioni”. In effetti, nel settembre del 2004 l’Asl aveva avvisato che i valori delle analisi erano fuori parametro, ma un mese dopo la Regione aveva diffuso un “invito” allarmante: “Il superamento dei limiti di concentrazione di alcuni inquinanti presenti nelle acque sotterranee ovviamente impone […] la necessaria discrezione al fine di evitare inutili allarmismi nei cittadini interessati dai fenomeni di inquinamento in atto”. Una discrezione che ha portato per anni a miscelare acqua inquinata e non, cosa che per legge non si potrebbe fare. Ma l’Aca ha giustificato così la pratica: “Trattasi semplicemente del ‘trasporto’ in un’unica condotta di acqua di diversa provenienza”. In attesa del processo, l’area di Bussi è stata riconosciuta dal ministero dell’Ambiente Sito di bonifiche nazionale, al pari di Marghera. I pozzi di Sant’Angelo, invece, sono chiusi per sempre.