Opinioni
“La Chiesa di tutti”: la recensione di Giancarla Codrignani
La scrittrice e giornalista italiana, già presidente della Lega Obiettori di Coscienza, cattolica ed esponente di spicco del movimento nonviolento, ha letto il volume di Luca Kocci e Valerio Gigante
"È un libro che raccomando davvero: nemmeno io mi rendevo conto di quanta presenza costruttiva abbia circolato e circoli nell’ ancora suprema indifferenza di tanta parte della nostra Chiesa".
Esce in questi giorni un libro di notevole interesse, soprattutto per un’opinione pubblica che, per quello che viene a conoscere dai media, ha l’impressione che i problemi della Chiesa siano Papa Francesco, la secolarizzazione della società corrotta, l’innamoramento religioso dei laico-laicisti sull’onda di Scalfari e Odifreddi, l’estinzione dei laici devoti ormai sormontati dall’ancora latente, ma già forte reazione veterocattolica.
Tenuto conto che i cattolici italiani sono in gran parte quelli della messa domenicale, a cui non si può chiedere la sera quale fosse il vangelo del giorno perché non se lo ricordano più, e che gran parte dei laici impegnati nei Consigli diocesani e nelle parrocchie non osa la parrhesia, non è possibile dimenticare il lievito che ha fermentato e fermenta in forme nuove, in parte anticipazione, in parte conseguenza di quel Concilio Vaticano II che cinquant’anni fa esplose per l’incomprimibile bisogno di uscire dalla monarchia di Pio XII.
Come si sa, è poi accaduto che la Chiesa abbia prodotto danni a se stessa e alla società rendendosi responsabile della reiterata sottomissione alla gerarchia ecclesiastica di troppi fedeli che non hanno avvertito che Giovanni Paolo II non era Giovanni XXIII: si è confermata quella "doppia morale" – non a torto chiamata cattolica – che consente ai credenti più conservatori di avere figli divorziati o conviventi e di continuare a condannare i peccati dei tempi corrotti. La connivenza interessata fra la Democrazia Cristiana e la gerarchia ha indotto molti a prendere le distanze dal culto e ha causato l’ignavia politica non solo dei cattolici: si auspicava (e si auspica) che l’autorità venga dal basso, ma di fatto si aspetta che qualcuno se ne faccia carico per noi. Eppure l’obbedienza non è una virtù, né lo è mai stata. E’ per questo che, mentre papa Francesco dice cose importanti da fratello (e non ancora da Papa), nessuno si fa avanti a presentare – a vescovi ancora sconcertati dal nuovo stile – proposte che tendano a recuperare i duecento anni di ritardi denunciati da Carlo Maria Martini.
D’altra parte, dietro l’apparente unità, la chiesa cattolica alimenta al suo interno una varietà di posizioni che, se in questi decenni avesse permesso alla ricerca teologica di essere libera – ricordiamo quante sono state le censure di teologi innovatori -, avrebbe potuto prevenire i guasti lamentati da papa Francesco.
Si sentiva, dunque il bisogno di evidenziare quella Chiesa molti anni fa impropriamente chiamata "del dissenso" (come se il consenso fosse l’adeguamento senza la libertà dei figli di Dio) che ancora può dare contributi costruttivi ad una Chiesa ufficiale che ne ha sostanziale paura.
Il libro di Valerio Gigante e Luca Kocci – introdotto da una lunga e argomentata introduzione di don Paolo Farinella – riassume la storia di un fermento vitale che continua, pur nel perdurante disagio, a rappresentare "tutt’un’altra Chiesa", fatta di innumerevoli istituti, associazioni, comunità, gruppi, parte dei quali sono enti politici (Cisl, Acli, la sinistra Dc), ma fatta anche di personalità come La Pira, Dossetti, Lercaro, Balducci, Milani…
Molte sigle hanno acquistato forte visibilità, come Pax Christi, soprattutto sotto le presidenza di Bettazzi e di Bello; le CdB, a partire da San Paolo e da dom Franzoni e dall’Isolotto di Enzo Mazzi, e così il Sae, Beati i costruttori di pace, Noi siamo chiesa; senza dimenticare i gruppi di solidarietà internazionale o la Banca etica e le iniziative occasionali per emergenze, come il caso dei missili di Comiso o le vicende Welby/Englaro sul fine-vita.
Il libro non trascura le pubblicazioni, dalla preziosissima Adista (che non deve assolutamente essere vittima della crisi), a Confronti, Esodo, Concilium e molte altre in un lungo, variegato corteo; e nemmeno sottovaluta i problemi storici, come il nuovo Concordato con le relative conseguenze dell’ora di religione cattoliche e dell’otto per mille; oppure la Bibbia da riscoprire, i principi non negoziabili da discutere, gli omosessuali cattolici da accogliere: una lunga recensione di iniziative autonome di laici e preti finalmente"adulti".
E’ un libro che raccomando davvero: nemmeno io mi rendevo conto di quanta presenza costruttiva abbia circolato e circoli nell’ ancora suprema indifferenza di tanta parte della nostra Chiesa.