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Bombole di saggezza – Ae 35

Numero 35, gennaio 2003Bastano meno di 2 mila euro per passare al gpl o al metano. I vantaggi sono meno inquinamento e più risparmio: per un “pieno” si spende la metà. Come scegliere tra vantaggi e svantaggiMarco ha una Renault…

Tratto da Altreconomia 35 — Gennaio 2003

Numero 35, gennaio 2003

Bastano meno di 2 mila euro per passare al gpl o al metano. I vantaggi sono meno inquinamento e più risparmio: per un “pieno” si spende la metà. Come scegliere tra vantaggi e svantaggi

Marco ha una Renault Twingo con alimentazione a metano: per un viaggio da Bassano del Grappa a Piacenza (poco meno di 300 chilometri) spende per il carburante circa 7 euro; Patrizio invece, sempre con una Twingo a metano, percorre i 400 chilometri di autostrada che separano Firenze da Torino con meno di 10 euro. Anche Lavinia e Andrea, di Pavia, hanno deciso di passare al gas, e hanno trasformato la vecchia Alfa 33 non catalizzata invece di rottamarla. Così hanno ancora l'auto cui erano affezionati (che funziona benissimo) e per di più spendono il 60% in meno di carburante rispetto a prima.

Piccole testimonianze, di chi ha cercato soluzioni alternative alla cultura dominante della benzina con un occhio al portafoglio e uno all'ambiente. E sì perché, a conti fatti, sembra proprio che operando scelte oculate sul carburante con cui facciamo camminare la nostra auto, possiamo far guadagnare sia l'uno che l'altro. Fermo restando che la nostra posizione resta comunque favorevole a un maggior utilizzo del trasposto pubblico e che le soluzioni veramente alternative al motore a combustione interna attualmente allo studio richiederanno ancora anni per essere disponibili sul mercato, abbiamo provato a metterci nei panni di chi, oggi, voglia acquistare un'auto nuova o rendere meno inquinante quella che possiede.

Rispetto alla benzina, i carburanti alternativi oggi disponibili su larga scala sono il gasolio, il Gpl e il metano e questi ultimi rispettano l'ambiente in misura maggiore. Tra i prodotti di scarto della combustione del Gpl ad esempio non troviamo anidride solforosa, idrocarburi aromatici e Pm10 (le famigerate polveri sottili); il metano risulta ancora più ecologico poiché non rilascia tra gli altri il dannoso benzene. I sostenitori dell'alimentazione a gas affermano che molti problemi di inquinamento delle città potrebbero essere risolti passando all'utilizzo di questi combustibili e infatti per le auto a gas non esiste divieto di circolazione nei giorni di restrizione del traffico. Entrambi i carburanti inoltre non lasciano residui carboniosi nel motore e non dilavano il velo lubrificante nei cilindri, consentendo di cambiare l'olio del motore con minor frequenza, visto che si degrada più lentamente. Infine metano e Gpl hanno un costo “alla pompa” decisamente inferiore alla benzina, grazie anche alla minore tassazione cui sono sottoposti, essendo considerati più ecologici.

Facciamo un esempio pratico: nel caso di 20 mila chilometri percorsi in un anno, con l'auto a benzina si spendono circa 1.800 euro (nell'ipotesi di 12 km/litro); 1.000 euro con un'auto alimentata a Gpl e 670 per l'auto a metano.
A differenza del passato, l'interesse delle case costruttrici verso questa fetta di mercato è in netta crescita, e la scelta di automobili con alimentazione a gas (Gpl o metano) o ibrida (Gpl e benzina, metano e benzina) comincia ad ampliarsi: attualmente vengono prodotte la Fiat Multipla, l'Opel Zafira, alcuni modelli della serie S e V della Volvo, la Lada 110, 111 e 112, le Citroën Berlingo e Xsara, la Land Rover Freelander, la MG ZS ed infine la Rover 75.

Ma il passaggio al gas è possibile anche per chi l'auto la possiede già: esistono infatti dei kit di trasformazione che permettono l'aggiunta dell'alimentazione a gas a quella già esistente a benzina. Anche se questa modifica in linea di principio è possibile su ogni tipo di vettura, nella pratica è bene verificare con un installatore la disponibilità dell'impianto soprattutto per le auto rispondenti alle direttive Cee più avanzate sull'inquinamento (“euro 3” e “euro 4”). La trasformazione comporta, a grandi linee, l'alloggiamento del serbatoio per il gas (solitamente nel bagagliaio), l'inserimento di un riduttore di pressione, il collegamento dell'alimentazione a gas al motore, l'installazione della centralina elettronica di controllo, dell'indicatore di livello del serbatoio e del commutatore per la scelta del sistema di alimentazione (gas o benzina).

Un altro fattore importante sono i costi di installazione, che dipendono dal tipo di alimentazione dell'auto che si vuole trasformare: in genere il Gpl costa meno (da 700 a 2.200 euro), mentre il metano è un po' più caro (1100-1800 euro con serbatoio da 90 litri).

Il serbatoio per il gas occupa spazio nel bagagliaio, e questo può essere un problema. Per il Gpl basta anche un serbatoio toroidale al posto della ruota di scorta (che però si deve spostare nel bagagliaio), mentre per il metano serve un serbatoio più pesante ed ingombrante da installare nel baule.

L'autonomia dipende ovviamente dalla capacità e dal numero delle bombole e dal consumo della vettura, e con gli impianti più comuni è compresa tra 250 e 300 chilometri; comunque se si rimane senza gas si può sempre viaggiare a benzina grazie al commutatore di alimentazione. In ogni caso l'impianto a gas aumenta il peso complessivo del veicolo (per il metano anche di 80-100 kg).

Attenzione infine agli impianti di rifornimento (i distributori) e la possibilità di parcheggio: per il Gpl i distributori sono più di 2000 in tutta Italia (ma pochi al Sud e in Sardegna, e comunque un decimo dei distributori di benzina sul territorio nazionale), mentre per il metano ne esistono solo 388 (anche se è prevista la costruzione di altri punti di distribuzione in poco tempo, per arrivare a quota 600).

Per quanto riguarda il parcheggio, le auto a metano (che ormai nel nostro Paese sono circa 370 mila) non hanno limitazioni perché è un gas più leggero dell'aria che si disperde rapidamente verso l'alto. Il Gpl invece è più pesante dell'aria e tende a ristagnare all'altezza del suolo dove è maggiore il pericolo di scintille. Per i nuovi impianti conformi al regolamento Ece/Onu R67/01 (dotati di valvole particolari che aumentano la sicurezza e il controllo delle perdite e obbligatori dal 14-5-01), il ministro dell'Interno Pisanu ha firmato il 22 novembre scorso un decreto che permette il parcheggio nel primo piano interrato; per gli impianti più vecchi invece è vietato il parcheggio in locali chiusi interrati o comunicanti con locali interrati, tranne se il locale è solo parzialmente interrato, con soffitto più alto di 60 centimetri rispetto al piano stradale e finestre alte almeno 50 centimetri.!!pagebreak!!

Ecco come ottenere gli incentivi statali per scegliere l'auto pulita
Da alcuni anni lo Stato ed alcuni Comuni erogano incentivi per la trasformazione a gas dell'auto. Sono riservati alle auto private (quindi niente autocarri, veicoli commerciali, auto aziendali o enti). Nel 2002 il contributo era di 309,87 euro per la trasformazione di auto a meno di un anno dalla prima immatricolazione e di 413,17 euro per l'acquisto di un'auto nuova con alimentazione solo od anche a gas omologata dal costruttore. Per ottenere il bonus i concessionari o installatori devono detrarre l'importo direttamente dal prezzo d'acquisto o dal costo dell'impianto e, nel caso di una trasformazione da alimentazione a benzina, il nuovo impianto deve essere collaudato in un ufficio provinciale del Dipartimento trasporti terrestri (Dtt). L'acquirente deve solo accertarsi che la fattura evidenzi lo sconto dovuto al bonus, che a concessionari e installatori verrà rimborsato dallo Stato come credito d'imposta. Lo scorso anno vi sono stati anche circa 50 Comuni che hanno aderito alla campagna ideata dal ministero dell'Ambiente intitolata “A gas per l'ambiente”. Le persone che risiedevano in questi Comuni e che possedevano auto non catalizzate, immatricolate tra l'88 e il '92, hanno potuto accedere a un incentivo dello stesso importo di quello statale, ottenibile con le stesse modalità.
Nel 2002 erano stati stanziati incentivi per un totale di circa 7 milioni di euro che si sono esauriti prima della fine dell'anno; per il 2003 si attendono i nuovi stanziamenti.

Troppo presto per l'idrogeno
Nell'Unione Europea il 98% dell'energia consumata per i trasporti arriva dal petrolio e costituisce il 67% della domanda di oro nero. Entro il 2010 il trasporto di persone crescerà del 19% e quello di merci del 38 %, ma l'impegno di rispettare gli accordi di Kyoto impone di ridurre sensibilmente la quantità gas serra emessi dai mezzi di trasporto. Per risolvere il problema l'unica possibilità è ridimensionare il trasporto su gomma e scegliere nuove tecnologie e nuovi combustibili per i motori della prossima generazione. Le alternative devono essere valutate tenendo conto dell'intero ciclo del combustibile (dalla produzione all'uso nella vettura) e tutte le analisi indicano che la scelta vincente sono le celle a combustibile alimentate da idrogeno, se ricavato dall'acqua attraverso energia elettrica da fonte rinnovabile.

Il problema è la realizzabilità in tempi ragionevoli di questa scelta: anche se fra dieci anni la tecnologia delle celle fosse commercialmente matura, la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili sarà probabilmente insufficiente a fornire il carburante. L'idrogeno può essere prodotto anche dal gas naturale, o usando l'energia elettrica di rete (alimentata per più dell'80% da centrali a carbone, a gas e nucleari) ma così avrebbe costi energetici e di inquinamento più alti rispetto a qualunque altra soluzione.
Per ora quindi nessuno pensi di produrre idrogeno in casa, usando la corrente del contatore e l'acqua del rubinetto; meglio restare al Gpl o al metano.

Per approfondire
www.gplauto.it e www.metano.it (gpl e metano per autotrazione)

www.unimondo.org/bilancidigiustizia/dossier/trasporti/metano.htm

www.snam.it/snam-cgi/ruhome.cgi (metano per auto)

http://icbi.comune.parma.it/ (sito dell'”iniziativa carburanti a bassoimpatto”, con elenco dei comuni che aderiscono all'iniziativa “A gas per l'ambiente”)

www.quattroruote.it (disponibilità di auto a gas)

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