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Diritti

Xenofobia di governo: il vero obiettivo è l’espulsione dei rom

La corsa all’autoritarismo è una continua accelerazione. Il ministro Roberto Maroni ha giocato oggi le sue nuove carte, alzando ancora il tiro. Con la scusa dei disordini negli stadi, ha reintrodotto una misura estrema come la facoltà d’arresto concessa alle forze di…

La corsa all’autoritarismo è una continua accelerazione. Il ministro Roberto Maroni ha giocato oggi le sue nuove carte, alzando ancora il tiro. Con la scusa dei disordini negli stadi, ha reintrodotto una misura estrema come la facoltà d’arresto concessa alle forze di polizia, senza autorizzazione del magistrato, in condizioni dette di flagranza differita, cioè entro 48 ore dai fatti. La flagranza differita, va da sé, è concetto che  non esiste sul piano logico ed è quindi un’evidente forzatura del dettato costituzionale, che riserva al controllo della magistratura la possibilità di privare i cittadini della libertà personale, fatta salva – appunto – chi venga colto sul fatto.

L’altro elemento è altrettanto, forse più grave: dispone la possibilità di espellere anche i cittadini comunitari, qualora non rispettino i criteri – lavoro, alloggio, reddito sufficiente – di permanenza in un altro paese oltre i 90 giorni. E’ una norma pensata per i rom. Maroni ha spiegato che il provvedimento avrà la forma di un disegno di legge, per dare tempo all’Europa di valutare la novità: finora l’espulsione dei cittadini comunitari da uno stato all’altro non è contemplata dagli ordinamenti nazionali.

Parlare di Europa unita, prevedendo la possibilità di espellere – sostanzialmente – i non abbienti, contraddice la stessa idea di Europa. Ma poiché tutti sanno, anche se non si dice, che il vero obiettivo sono i rom, può darsi che Bruxelles non dica di no. E in molte capitali – Parigi in testa, viste le intemerate estive di monsieur Sarkozy – si guarderà con attenzione al laboratorio Italia, palestra della xenofobia istituzionale del continente. 

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