Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Diritti

Viva i soldati, abbasso la libertà

Non ci sono prove per affermarlo, ma la sensazione è che gli italiani tutto sommato approvino la dislocazione dei militari (in tutto tremila) in alcune città. Non è chiaro a che cosa servano, o meglio fondamentalmente non servono a niente:…

Non ci sono prove per affermarlo, ma la sensazione è che gli italiani tutto sommato approvino la dislocazione dei militari (in tutto tremila) in alcune città. Non è chiaro a che cosa servano, o meglio fondamentalmente non servono a niente: ormai il governo stesso evita di citare presunte emergenze, che assolutamente non ci sono, e preferisce dire che si tratta di rassicurare la popolazione.
Le considerazioni da fare sono due. La prima: l’irrazionalità è diventata criterio guida di governo. Si suppone che fra la gente vi sia paura di micro criminalità, scippi, rapine e così via; si riconosce che non vi è motivo di essere tanto terrorizzati (reati in calo, città tranquille), ma si prendono ugualmente misure radicali, sia sul piano pratico (le leggi contro rom e immigrati) sia simbolico, come lo spiegamento dei militari oppure ordinanze come quella del sindaco di Novara (proibito frequentare in più di due parchi e giardini di notte) ispirate al Ventennio. La seconda: siamo decisamente entrati nella fase autoritaria della nostra democrazia.

La sparata del ministro Ignazio La Russa, secondo cui sono contrari all’intervento dei militari nelle città solo i delinquenti e i “sessantottini” che gridavano slogan contro i neofascisti, è certamente – appunto – una sparata di un politico abituato a gridare molto per farsi ascoltare dai deboli di spirito, ma è anche il segno di un’egemonia culturale sempre più evidente. Il benpensante medio crede davvero che i militari per strada siano un bene ed è convinto che simili scelte siano l’attuazione del principio di legalità. Lo stesso benpensante, naturalmente, non si interroga sul fatto che alcune regioni (almeno quattro) sono in mano alla criminalità organizzata, che mafia e ‘ndrangheta hanno infiltrato l’economia del centro e nord Italia, che la corruzione nella pubblica amministrazione è diventata endemica.

Questi, purtroppo, sono i tempi che ci tocca vivere. Il paese è in declino economico, morale e politico; è governato da una destra populista e corrotta; ha un’opposizione imbelle e corrotta (un po’ meno); le persone sono impaurite e dispostissime a cedere libertà e diritti in cambio di rassicurazione.

Questa è l’Italia e La Russa è uno dei suoi migliori profeti.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.