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Opinioni

Vittime della tratta, schiavi

Oltre un milione di persone, in Europa, sono costrette a lavori forzati, prostituzione, accattonaggio. Il business -controllato dalle mafie- vale 25 miliardi di euro. In Italia, 1.250 denunce dal 2011

Tratto da Altreconomia 160 — Maggio 2014

I nuovi schiavi sono le persone vittime di tratta. Questo è, così, il tema della ventesima edizione della Carovana internazionale antimafie (www.carovanaantimafie.eu) promossa da Arci, Libera, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, Uil e, quest’anno, anche da Ligue de l’Enseignement, organizzazione francese che si batte per una educazione pubblica e laica.

Partita da Roma lo scorso 7 aprile, la Carovana attraverserà tutta l’Italia per concludersi il 15 giugno in Sicilia e riprendere dopo l’estate, in Europa, dirigendosi verso la Romania, la Francia e Malta.
La tratta degli esseri umani è divenuta ormai il terzo mercato criminale più importante per la mafie, dopo quelli della droga e delle armi. Si stima un business di 25 miliardi di euro all’anno nella sola Unione europea. Centinaia di migliaia di persone, alla ricerca di una speranza di miglioramento della loro vita, in fuga dalla fame e dalla guerra, vengono reclutate da gruppi criminali con la violenza e l’inganno e successivamente schiavizzate per essere impiegate nei mercati del lavoro forzato, del sesso a pagamento, dell’accattonaggio. Sarebbero circa 880mila i lavoratori sfruttati in Europa e circa 270mila le vittime del mercato della prostituzione forzata.

Quello della tratta degli esseri umani e delle nuove forme di schiavitù ad essa collegate è un problema di natura globale. Nel 2000, a Palermo, l’Onu ha presentato la Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale e tre protocolli, uno dei quali ha avuto per oggetto proprio lo sfruttamento dei migranti. In questa occasione, l’Italia ha dato un contributo fondamentale, forte della sua pluriennale esperienza nel campo della lotta alle mafie.
Recentemente, un’autorevole voce si è alzata contro la tratta degli esseri umani: è quella di Papa Francesco, che in occasione di un incontro internazionale sul tema, e dopo aver incontrato quattro giovani donne liberate dal mercato della schiavitù e dello sfruttamento sessuale, ha definito un “crimine contro l’umanità” la compravendita delle persone. Per chi avesse ancora dei dubbi che nell’occidente democratico esistano degli schiavisti, citiamo alcuni dati riguardanti l’Italia. Dal 2011 ad oggi, nel nostro Paese si sono registrate 919 denunce per riduzione in schiavitù (art. 600 del codice penale); 319 denunce per tratta di esseri umani (art. 601 del codice penale); 28 denunce per acquisto e alienazione di schiavi (art. 602 del codice penale). Per quanto riguarda il fenomeno del caporalato, come ha recentemente documentato un rapporto di Cgil, intitolato “Agromafie e caporalato”, dal settembre 2011, anno dell’introduzione della norma contro questo tipo di sfruttamento, alla fine del 2013, sono state 355 le persone arrestate e/o denunciate. Nella maggior parte dei casi, gli schiavisti sono criminali che provengono da altri Paesi, sia europei che extraeuropei, che sono inseriti in reti criminali transnazionali capaci di gestire e controllare le rotte che uniscono i Paesi di origine, con quelli di transito e di destinazione. Gli italiani coinvolti in questo mercato sono per lo più clienti della prostituzione, imprenditori che sfruttano la manodopera -soprattutto nel settore agricolo- o soggetti che forniscono servizi, tra i quali trasporti, alloggi, falsi documenti.
Il tutto condito dall’immancabile attività di corruzione che vede coinvolti anche appartenenti alle forze dell’ordine, personale che opera negli uffici delle ambasciate e dei consolati, agenzie che si occupano di lavoro e di fornire personale per l’assistenza di anziani e malati.
La tratta degli esseri umani va conosciuta e combattuta. La Carovana è in viaggio per ricordarcelo, per stimolarci ad intervenire, per invitarci a non stare a guardare. Ognuno di noi  può fare qualcosa. Vietato avere alibi. —
 
* Coordinatore nazionale di “avviso pubblico, enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie”, www.avvisopubblico.it

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