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Viaggio oltre la pandemia. Il turismo responsabile prova a resistere

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La crisi dovuta all’emergenza Covid-19 ha investito anche quegli operatori italiani che mettono al centro le relazioni con le comunità locali e l’incontro solidale. Ecco come si stanno riorganizzando in vista dell’estate

Tratto da Altreconomia 227 — Giugno 2020

“Il telefono continua a squillare per due motivi: ci chiamano per cancellare le vacanze estive o per chiederci quando torneremo a muoverci come prima. Ma a questa domanda non sappiamo rispondere”. Enrico Marletto è il presidente di Viaggi Solidali (viaggisolidali.it), tour operator con sede a Torino che da dieci anni si occupa di turismo responsabile in Italia e nel mondo. Nei mesi di marzo e aprile, nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19, i dieci dipendenti della cooperativa sociale hanno lavorato per capire come affrontare la situazione, apparsa difficile sin dai primi momenti tra viaggi all’estero bloccati e annullati, gite scolastiche ferme e poche prenotazioni mantenute. Una condizione che si è tradotta in rimborsi da effettuare, clienti all’estero da fare tornare in Italia e nessuna nuova entrata. “Nella crisi il settore turistico sarà uno dei più colpiti. Finora non sono state disposte risorse ad hoc, fatta accezione per il bonus vacanze che non considero uno strumento sufficiente per la ripartenza perché non è spendibile per un’agenzia di viaggi”, spiega Marletto. Secondo le prime previsioni di Istat, solo tra marzo e maggio si sono persi 10 miliardi di euro a causa dell’azzeramento dei flussi dei viaggiatori stranieri in Italia e al conseguente annullamento delle attività. “Bisogna pensare a come reinventarsi, soprattutto noi del turismo responsabile”.

Quel “soprattutto” è anche dovuto agli effetti derivanti dalla nuova concezione di prossimità determinata dalla pandemia. Nel contesto del distanziamento fisico non è facile pensare che a breve riprenderanno le occasioni di contatto ravvicinato con le comunità locali e con chi le vive, uno degli elementi caratteristici del modo di operare delle realtà del turismo responsabile. “Proponiamo occasioni di incontro: si prende un aereo non solo per scoprire un luogo ma per incontrare persone. Oggi sta venendo meno la possibilità di conoscere l’altro. Significa essere colpiti al cuore della nostra offerta”, prosegue Marletto. E gli effetti delle cancellazioni si riflettono anche su chi vive nei territori. Viaggi Solidali, come molte realtà del turismo responsabile, lavora utilizzando i servizi forniti dalle comunità locali cui garantisce sempre un supporto economico. Si sposta usando i mezzi di trasporto del posto, fa dormire in piccole strutture a gestione familiare e collabora con mediatori culturali che ora stanno rimanendo senza lavoro. “Assistiamo a una reazione a catena nel mondo”, conclude Marletto. “Noi stiamo pensando di diversificare la nostra offerta, puntando sull’Italia”.

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Sono previsioni su cui concorda Enrico De Luca di Viaggi e Miraggi (viaggiemiraggi.org), cooperativa sociale e operatore attivo dagli anni Novanta sia all’estero sia in Italia (e socia di Altreconomia). “Quando è scoppiata la pandemia, nel giro di una settimana si è bloccato tutto. Solo a febbraio sono state annullate le gite per mille studenti. L’outcoming è fermo e non sappiamo come inizierà di nuovo. L’impatto è stato notevole e non solo sulla nostra attività”, spiega De Luca. Viaggi e Miraggi collabora con più di 100 comunità locali in 50 Paesi del mondo: sono associazioni, gruppi del commercio equo e solidale e organizzazioni che si occupano di sviluppo sociale e ambientale. Ora è tutto rimandato. “Le cancellazioni vogliono dire che le entrate per una guida che lavora con noi in un altro Paese non ci sono più -prosegue-. Non riusciamo a fare previsioni nello stato di incertezza in cui ci troviamo ma questo non ci impedisce di cercare nuove strade”.

Se l’estero è fermo, si può puntare sull’Italia e una soluzione è rappresentata dal corto raggio. “È probabile che si scelga di non percorrere grandi distanze e di rimanere nella regione in cui si vive. Ci sarà la tendenza a risparmiare e si opterà per soluzioni che permettano maggiore sicurezza, magari evitando di muoversi prendendo un treno. Stiamo pensando a nuovi target e cataloghi da offrire come esperienze legate ai sentieri e ai cammini in montagna che consentono di mantenere il distanziamento fisico”, afferma De Luca. Un ripensamento che significa potenziare un modo di essere presente sui territori già conosciuto da Viaggi e Miraggi perché la sua rete italiana di attività è animata da referenti locali in 18 Regioni. “Rimodulare le nostre offerte non ci coglie impreparati perché da anni lavoriamo con il turismo lento e ‘domestico’. Anche se per necessità, ci aspetta un’estate fatta di turismo di prossimità per cui ci potrebbero essere margini di crescita. Occorre fare attenzione però a chi vorrà appropriarsi della definizione di turismo responsabile senza averlo in realtà mai praticato prima o senza avere l’attenzione richiesta per le comunità locali”, conclude.

“Non riusciamo a fare previsioni nello stato di incertezza in cui ci troviamo ma questo non ci impedisce di cercare nuove strade” – Enrico De Luca

Uno dei partner italiani di Viaggi e Miraggi è la cooperativa Risorse di Macerata nelle Marche (risorsecoop.it). Tra le sue attività c’è il progetto “Active Tourism” con cui promuove il turismo attivo, escursioni e trekking sui Monti Sibillini, sul Monte Conero e sul Monte San Vicino nell’Appennino. “Nel nostro territorio, sentiamo ancora gli effetti del terremoto del 2016. Possiamo dire che siamo abituati a lavorare in situazioni di emergenza e a riadattarci”, commenta Simone Vecchioni che gestisce le relazioni con i clienti. Dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia quattro anni fa, per sostenere il settore turistico la cooperativa aveva ideato un sistema in cui si poteva acquistare e regalare un buono valido per ciaspolate ed escursioni. Adesso sta pensando a riorganizzare il calendario delle attività che durano più giorni e a ridefinire quelle che si esauriscono in un tempo più breve come le uscite in montagna e il cammino sui sentieri. “Dobbiamo capire come farlo in sicurezza mantenendo l’approccio che abbiamo sempre portato avanti: la mutua collaborazione con le realtà locali, come i piccoli esercizi commerciali o le strutture ricettive familiari”, prosegue Vecchioni. “Nelle aree interne l’attuale crisi economica si aggiunge a quella mai terminata degli anni passati. Da questa situazione si esce solo insieme”, conclude.
A fare rete è stata anche l’Associazione Italiana Turismo Responsabile (Aitr, aitr.org) che ad aprile, insieme all’Alleanza Mobilità Dolce (Amodo, mobilitadolce.net), ha lanciato un appello al governo, alle Regioni e ai sindaci indicando undici proposte su come ripartire nella “Fase due” del Covid-19.

“Nel post Coronavirus il turismo può ripartire dalla mobilità lenta, dalle visite a borghi e località meno conosciute ma autentiche e da un turismo esperienziale promosso in piena sicurezza” – Silvia Lazzari

“Nel post Coronavirus il turismo può ripartire dalla mobilità lenta, dalle visite a borghi e località meno conosciute ma autentiche e da un turismo esperienziale promosso in piena sicurezza”, spiega Silvia Lazzari di Aitr. Nell’estate 2020 il turismo di prossimità può rafforzarsi perché, afferma, si preferirà visitare luoghi vicino casa da soli, in piccoli gruppi o con il proprio nucleo familiare. “Ma chi se ne occupa, le piccole cooperative e i tour operator, deve ricevere un sostegno economico che gli permetta di affrontare le spese. Servono finanziamenti a fondo perduto per un settore che rappresenta il 13% del nostro Pil”, prosegue. Aitr ha appoggiato la proposta di Amodo di richiedere progetti mirati e investimenti per realizzare il sistema nazionale dei Cammini e il sistema delle Ciclovie Turistiche Nazionali.

Secondo l’Istat, l’Italia è il Paese europeo con la quota maggiore di presenze di viaggiatori di residenza estera dopo la Spagna: nel 2019 hanno rappresentato il 50,6% del totale. Ora è tutto fermo

A pedalare è Zeppelin (zeppelin.it), membro di Aitr, uno dei principali operatori italiani di viaggi in bicicletta. Le organizza dalla fine degli anni Novanta, quando è stato fondato da Pierpaolo Romio. Che commenta: “Il depliant in inglese usato per mostrare le nostre offerte ai turisti che arrivano in Italia è sulla scrivania pronto per essere tradotto in italiano”. Secondo l’Istat, l’Italia è il Paese europeo con la quota maggiore di presenze di viaggiatori di residenza estera dopo la Spagna: nel 2019 hanno rappresentato il 50,6% del totale. Ora è tutto fermo. “Stiamo puntando su un interlocutore italiano che forse sceglierà più turismo lento rispetto al passato”. Non è detto che chi non l’ha mai fatto prima lo faccia ora, spiega, ma è una probabilità “sperando che a ottobre si muova qualcos’altro”.

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La cooperativa e operatore Palma Nana in Sicilia ricorda che il “nuovo” si trova anche nella città dove si vive da sempre. Nata nel 1983 e socia di Aitr, organizza anche campi scuola e vacanze per ragazzi, escursioni per conoscere il territorio e laboratori per favorire la formazione ecologica dei più piccoli. L’immersione nella natura è uno strumento di educazione. Dopo la cancellazione delle attività con le scuole, per incontrare le famiglie e i bambini di Palermo, la cooperativa ha pensato di preparare visite guidate nei parchi e luoghi naturali della città. Un modo per uscire e riscoprire quello che è vicino casa. “Vogliamo tornare a creare occasioni di incontro con le dovute precauzioni perché il distanziamento fisico non deve diventare sociale. E non c’è bisogno di allontanarsi per trovare storie e bellezza”, spiega Valeria Marino di Palma Nana (palmanana.com) secondo cui la “Fase due” può essere un momento di riappropriazione del contatto con la natura, che passa anche per la scelta del luogo da visitare. “La mia preoccupazione è che le piccole realtà legate al turismo responsabile non ce la facciano. Noi continuiamo a sostenerle”.

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