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Ambiente / Varie

Uno stop per gli Ogm

Nel 2015, dopo diciannove anni di crescita, la superficie globale coltivata utilizzando sementi geneticamente modificate si è ridotta dell’1%, a meno di 180 milioni di ettari. L’85% riguarda appena quattro Paesi: Stati Uniti, Brasile, Argentina e Canada. Luca Colombo (AIAB): "Quasi il 100% delle superfici OGM sono coperte dalle stesse quattro specie del debutto della metà degli anni ’90, soia, mais, cotone e colza" 

Meno un per cento. Dopo diciannove anni di crescita, nel 2015 la superficie globale coltivata utilizzando sementi biotech, ovvero organismi geneticamente modificati, è diminuita, passando da 181,5 milioni di ettari a 179,7 milioni. Il dato è contenuto nel rapporto 2015 di ISAAA, l’International Service for Acquisition of Agri-biotech Applications. 

 
Luca Colombo, per l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, segnala anche altri aspetti significativi, relativi alla (mancata) espansione della frontiera Ogm: “A quattro lustri dalle prime semine commerciali di piante geneticamente modificate e ad almeno 30 anni di loro ricerca e sperimentazione, quasi il 100% delle superfici OGM sono coperte dalle stesse quattro specie del debutto della metà degli anni ’90 (soia, 51%; mais, 30%; cotone, 13% e colza, 5%), i ‘tratti’ continuano a rimanere confinati a tolleranza erbicidi e resistenza a taluni insetti (o la loro combinazione nello stesso genoma), mentre il dato geografico appare ancor più impietoso: dei meno di 180 milioni di ettari coltivati nel mondo più di 150, quasi l’85%, lo sono in soli 4 Paesi delle Americhe”. Questi sono gli Stati Uniti, 70,9 milioni di ettari; il Brasile, 44,2; l’Argentina, 24,5 e il Canada, con 11. Solo un nuovo Paese, nel 2015, s’è aggiungo alla lista: è il Vietnam, che ha piantato del mais Ogm. 
 
Nel 2015, segnala l’ISAAA, l’India è divenuto invece il primo produttore globale di cotone, “con un contributo fondamentale del cotone biotech”.
Per quanto riguarda invece i Paesi dell’Unione europea, restano cinque a coltivare mais Ogm, e la superficie complessivamente seminata nel 2015 è pari a 116.870 ettari, “giù del 18% rispetto al 2014” riporta ISAAA. 
 
Scrive ancora Luca Colombo: “Fino al 2007 si esaltava la crescita a due cifre” delle superficie interessate da coltura Ogm, mentre “poi si è passati a calcolare la superficie cumulativa: l’ISAAA oggi parla infatti di una somma di 2 miliardi di ettari coltivati nel corso di 20 anni di storia transgenica”. Resta un dato di fatto: la superficie globale è passata da 1,7 milioni di ettari nel 1996 a quasi 180 milioni nel 2015, con un incremento, dunque, di circa 100 volte, e iniziative come quella di ChemChina (uno dei principali attori del mercato sementiero), che ha offerto 43 miliardi di dollari per l’acquisto di Syngenta, rappresentano per l’ISAAA un elemento di forza ed un segnale di potenziale crescita.  

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