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Economia

Un’alleanza contro l’Africa

Si chiama "Nuova alleanza alimentare" e si pone l’obiettivo di far uscire dalla povertà 50 milioni di persone in Africa. Per raggiungerlo, gli 8 grandi del Pianeta hanno garantito investimenti proficui a 45 multinazionali dell’agro-business. Risultato: piccolo di produttori tagliati fuori, porte aperte agli Ogm. In questi giorni in Irlanda torna al centro dell’agenda: l’appello delle associazioni al governo Letta

“La Nuova Alleanza del G8 per la sicurezza alimentare e la nutrizione, rischia di essere il cavallo di Troia delle multinazionali interessate a investire in Africa”. A dirlo, è Nora McKeon di Terra Nuova/europAfrica nell’ambito di un incontro che si è tenuto il 4 giugno scorso a Bruxelles dal titolo “La Nuova Alleanza del G8 sul banco degli imputati – Un dibattito con la società civile europea e le organizzazioni contadine africane”. L’evento, co-organizzato da europAfrica, Misereor e CIDSE, ha avuto come focus l’analisi dei rischi in termini di insicurezza alimentare connessi alla Nuova Alleanza, l’iniziativa promossa 4 anni fa, nel corso del vertice de L’Aquila dalle 8 maggiori potenze mondiali e finalizzata a far uscire dalla povertà 50 milioni di persone in Africa attraverso l’incremento di investimenti agricoli garantiti da 45 note società multinazionali dell’agro-business
 
Una “cordata”, quella della Nuova Alleanza, che dimentica completamente i piccoli produttori africani. Questi ultimi, sono contadini e pescatori che producono principalmente per le proprie famiglie o per le comunità di appartenenza, con metodi sostenibili e di piccola scala. Riconosciuti paladini della lotta all’insicurezza alimentare da molti studi della FAO, nutrono fino all’80% della popolazione: il Niger e il Burkina Faso, grazie a loro, possono già dirsi autosufficienti in termini di produzione alimentare. Eppure, le potenze del G8 e le corporazioni raccolte intorno alla Nuova Alleanza non li ascoltano. Non stupisce, quindi, che al summit del G8 nell’Irlanda del Nord  -dov’è è in agenda il rilancio della Nuova Alleanza- il brulicante fermento della società civile europea stia tentando di farsi frastuono. 
 
“La Nuova Alleanza non è suscettibile di fermare l’accaparramento della terra e delle altre risorse naturali. Essa potrebbe, piuttosto, favorire questi fenomeni, promuovendo la privatizzazione della terra e la diffusione delle monocolture”. È quanto si legge in un appello rivolto al governo italiano, membro del G8, e diffuso nei giorni scorsi dall’associazione Terra Nuova e dal Comitato italiano per la sovranità alimentare (CISA) cui hanno aderito molte altre organizzazione e realtà italiane del terzo settore. L’unanime richiesta indirizzata alle nostre istituzioni è di opporsi alla Nuova Alleanza, spingendo per investimenti a sostegno dei sistemi di produzione alimentare agro-ecologici e sostenibili in grado di nutrire l’Africa preservandola per le generazioni future.  
 
Secondo l’ultimo rapporto di europAfrica, “Family farmers for sustainable food systems” (scaricabile in inglese e francese dal sito www.europafrica.info), lanciato a Bruxelles lo scorso 4 giugno, infatti, il sistematico saccheggio del patrimonio genetico della colture di base attraverso il land grabbing e l’imposizione di prodotti OGM in Africa è assolutamente deleterio in termini di sovranità alimentare, diritti umani e tutela ambientale. “La nostra Terra, l’acqua e i semi sono minacciati", ha sentenziato, preoccupato, Mamadou Goïta (ROPPA – rete delle organizzazioni contadine e dei piccoli produttori dell’Africa Occidentale), uno dei curatori dello studio. “L’Africa ha certamente bisogno di investimenti, oggi, ma alle nostre condizioni", e gli investimenti necessari sono quelli finalizzati a sostenere la piccola produzione familiare, in grado di promuovere il cambiamento di quel paradigma economico a produttivo  imposto dalle multinazionali così spesso assonante con la negazione dei più basilari diritti umani e ambientali. 
 
Iniziative che presentano una palese mancanza di trasparenza e di democrazia come la Nuova Alleanza del G8 non possono condurre alla sovranità alimentare. È questo il senso  dell’impegno e degli appelli delle associazioni che, come Terra Nuova, lottano per  l’affermazione del diritto al cibo.

* Associazione Terra Nuova

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