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Una sentenza intacca la riforma Gelmini

Nell’editoriale del numero di dicembre abbiamo raccontato della vicenda di un gruppo di genitori che hanno ricorso contro i tagli alle ore di sostegno per gli studenti disabili. Il ricorso è stato vinto: un precedente che mette in discussione la legittimità dei tagli all’istruzione.

"Nel panorama desolante dell’assenza di notizie, eccone allora una tutta per voi. A settembre una mamma milanese ha scritto ai giornali perché sui figlio, disabile, ha perso la metà delle ore di sostegno a scuola, a causa dei tagli imposti dal governo. Il ragazzo a volte non può nemmeno andare in bagno perché non c’è nessuno che possa accompagnarlo. Qualche settimana dopo, una decina di avvocati ha presentato a nome di quella mamma e di altri 32 genitori un ricorso al Tribunale per “condotte discriminatorie” nei confronti dei loro figli portatori di handicap. Se il tribunale dovesse dar loro ragione (la sentenza è attesa presto), si sconfesserebbe il sistema di tagli alla scuola pubblica, e le risorse per il sostegno dovrebbero essere reintegrate. Sarebbe una vittoria di un gruppo di genitori e di avvocati che, gratuitamente e con beneficio per tutti, hanno combattuto un’ingiustizia con le armi della legalità. E coi tempi che corrono questa sì che è una notizia".

Lo scrivevano nel numero di dicembre. Il 10 gennaio la sezione civile del Tribunale di Milano ha accolto il ricorso di questo gruppo di genitori e avvocati, imponendo alla scuola di ripristinare le ore di sostegno tagliate, almeno quanto quelle dello scorso anno scolastico.
La sentenza riguarda ovviamente i soli ricorrenti, ma è destinata a fare "giurisprudenza" e a costituire un precedente. Potrà infatti essere utilizzata in futuro anche in altre occasioni.
Con la sua sentenza, il giudice ha sancito un principio molto chiaro: le pur legittime esigenze "di bilancio" non possono intaccare un "nucleo minimo" di tutela di un diritto fondamentale, ovvero quello allo studio.

Senza un adeguato sostegno gli studenti disabili sono discriminati, quindi.
Il termine per il ripristino delle ore di sostegno è di 30 giorni dalla data della sentenza. La scuola dovrà trovare i fondi.

Leggiamo dalla sentenza (che trovate in allegato):

"Non viene neppure dedotto dall’amministrazione pubblica che a fronte della pacifica riduzione delle ore di sostegno già garantite agli studenti disabili […] vi sia stata per ragioni di bilancio una corrispondente riduzione delle ore di didattica per tutti gli alunni".
E ancora: "Dal momento che la riduzione delle ore di sostegno agli alunni disabili ha comportato indubbiamente una contrazione del loro diritto fondamentale all’istruzione, la scelta della pubblica amministrazione, finendo per incidere negativamente solo sulle situazioni giuridiche soggettive dei disabili, concreta un’illecita discriminazione indiretta a loro danno".
Ovvero: "Pare innegabile che per effetto della riduzione delle ore di sostegno gli alunni disabili siano venuti a trovarsi in una obiettiva situazione di svantaggio rispetto a quella degli altri alunni".
Infine: "Va pertanto ordinato ai convenuti […] di fornire, entro 30 giorni dal presente provvedimento, a ciascun alunno disabile […] il medesimo numero di ore di sostegno di cui usufruiva nell’anno scolastico 2009/2010".
 

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