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Diritti

Una legge dal basso per una Difesa civile, non armata e nonviolenta

La raccolta di firme inizierà il 2 ottobre, "Giornata internazionale della nonviolenza". Il testo elaborato dagli attivisti pacifisti e disarmisti promuove percorsi concreti di Pace, anche attraverso l’opzione fiscale che permetterà a tutti di scegliere quale modello di Difesa sostenere

Una legge d’iniziativa popolare e una campagna per chiedere all’Italia di istituire una “Difesa civile non armata e nonviolenta”. La raccolta firma inizierà il prossimo due ottobre, ma ieri (3 luglio) il testo è stato depositato in Corte di Cassazione. I promotori sono le reti e le organizzazioni che da tempo si muovono congiuntamente per sviluppare, anche a livello istituzionale, una concreta alternativa nonviolenta di costruzione della pace.
Dopo l’estate e l’espletamento di tutti i passi formali per la produzione dei moduli relativi partirà quindi la raccolta delle firme per l’iniziativa popolare che prevede un testo legislativo volto alla “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile non armata e nonviolenta”. L’intenzione delle reti promotrici (Tavolo Interventi Civili di Pace, Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Campagna Sbilanciamoci!, Rete della Pace, Rete Italiana per il disarmo) è quella di dare inizio alla raccolta di adesioni nella Giornata internazionale della nonviolenza in programma il prossimo 2 ottobre (data di nascita del Mahatma Gandhi).
 
Di fronte alla drammatica crisi economica e sociale del Paese, che sostanzialmente non ha sfiorato lo strumento militare l’intenzione è quella di compiere un “passo in avanti”, promuovendo congiuntamente una Campagna per il disarmo e la difesa civile. L’obiettivo è quello della costituzione di Dipartimento che comprenda con le proprie autonomie e modalità di lavoro il Servizio civile, i Corpi civili di pace, la Protezione civile oltre ad un ipotizzato Istituto di ricerca su Pace e Disarmo. Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale: la possibilità di assolvere all’obbligo costituzionale dell’articolo 52 con una struttura di Difesa civile alternativa a quella prettamente militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

Obiettivo della campagna è quello di fornire ai cittadini uno strumento che renda la difesa civile una istituzione dello Stato, non armata e nonviolenta. Tutto questo attraverso la preparazione di mezzi e strumenti non armati d’intervento nelle controversie internazionali per la difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni. È una scelta chiara e di fondo, che pensa che il finanziamento di cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra lasci il nostro Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono rendendolo invece  minaccioso agli occhi del mondo.

La campagna ha scelto come strumento politico e di azione la presentazione di una legge di iniziativa popolare per il più ampio confronto pubblico (con politica e società civile) che punti a ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia dando centralità alla Costituzione che “ripudia la guerra” (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52). Si tratta di principi che non sono mai stati realmente attuati, perché nel corso degli ultimi decenni la difesa è sempre stata intesa solo dal punto di vista armato e affidata alle strutture militari. “L’intenzione della campagna -spiega il comunicato diffuso dai promotori- è dunque quella di estendere e riappropriarci di un concetto più ampio: le grandi lotte per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza e del servizio civile iniziate fin dal dopoguerra hanno portato al riconoscimento nel nostro ordinamento giuridico di una Difesa della patria è molto più articolata ed estesa di quella semplicemente militare.
Per noi, oggi come sempre, la difesa della patria è difesa della vita, dell’ambiente, del territorio, dei diritti, della dignità, della pace, del lavoro. Per ‘difendere’ davvero questi beni comuni servono strumenti adeguati, quelli suggeriti dalla nonviolenza”.

Nel testo di legge di iniziativa popolare, che verrà diffuso a ridosso dell’inizio della raccolta di firme, viene previsto un finanziamento della nuova “Difesa civile” attraverso l’introduzione di una “opzione fiscale”, cioè della possibilità per i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, di destinare una certa quota alla difesa non armata, togliendola dai finanziamenti militari e per la armi.

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