Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Altre Economie

Una fattoria per volta

In Francia c’è un fondo immobiliare solidale: per salvare l’agricoltura contadina acquista e affitta terreni, affidandoli a giovani agricoltori biologici Sessantamila ettari di terre spariscono ogni anno in Francia, inghiottite dal cemento. Anche i pascoli affittati da Stéphane Maillard nelle…

Tratto da Altreconomia 119 — Settembre 2010

In Francia c’è un fondo immobiliare solidale: per salvare l’agricoltura contadina acquista e affitta terreni, affidandoli a giovani agricoltori biologici

Sessantamila ettari di terre spariscono ogni anno in Francia, inghiottite dal cemento. Anche i pascoli affittati da Stéphane Maillard nelle Alpi Marittime rischiavano di fare la stessa fine: “Il proprietario voleva vendere e chiedeva 92mila euro per 7,5 ettari -ricorda questo agricoltore di 38 anni-. Senza riserve di foraggio avrei dovuto chiudere”. Una situazione comune nella campagna francese, dov’è frequente incontrare agricoltori biologici minacciati dalla pressione immobiliare e giovani che non riescono a trovare un appezzamento dove cominciare. Il governo, al corrente delle difficoltà dei produttori “bio”, ostenta il suo sostegno e si pone obiettivi ambiziosi: far passare la superficie agricola coltivata in modo biologico dal 2 al 20% entro il 2020. Ma le azioni concrete tardano a venire. Stéphane Maillard ha potuto conservare le sue mucche grazie all’associazione Terre de Liens (Terra di legami), nata nel 2003 con una missione precisa: formare i giovani agricoltori e aiutarli a realizzare il loro progetto di produzione biologica. Terre de Liens è un’idea di Sjoerd Wartena, ex ricercatore dell’Università di Amsterdam e contadino in Francese dai primi anni 70: “Non c’è da farsi illusioni -spiega Wartena-: per contrastare l’avanzata dell’agricoltura industriale non possiamo fare affidamento sui produttori già insediati, intrappolati negli ingranaggi della macchina. L’unica possibilità è aiutare una nuova generazione di contadini, pronti a praticare l’agricoltura in maniera più rispettosa dell’ambiente”. Un programma ambizioso, tanto più in Francia, dove c’è una forte concorrenza per accaparrarsi le terre. “Il problema nasce anche dalle dinamiche interne al settore agricolo -spiega Alain Daneau, responsabile degli insediamenti al Centre d’initiatives pour valoriser l’agriculture et le milieu rural (Civam) della regione Aquitania e animatore della nascente filiale locale di Terre de Liens-. I giovani agricoltori bio pagano la diffidenza da parte dei proprietari terrieri nei confronti degli ‘stranieri’ e del biologico in generale, ritenuto poco redditizio”. Per rispondere a questo problema, Sjoerd Wartena e soci creano nel 2006 una fondiaria, uno strumento per raccogliere dai risparmiatori i soldi con i quali acquistare delle fattorie (vedi box). Fra i terreni acquisiti si trovano i pascoli di Stéphane Maillard ma anche fattorie, campi e allevamenti ai quattro angoli del Paese. “Ci sono regioni come la Piccardia, l’Ile-de-France o la Champagne-Ardenne in cui i prezzi sono talmente elevati che le acquisizioni vanno a rilento -ammette Philippe Cacciabue, dirigente della fondiaria-. Ma la nostra azione punta anzitutto a far prendere coscienza ai cittadini che l’appropriazione individuale della terra non è più compatibile con i bisogni della società”. La risposta degli investitori è stata positiva: “Eravamo 36 quando abbiamo lanciato la fondiaria. Oggi gli investitori sono 4.800, con un ‘raccolto’ di 14 milioni di euro”. Un risultato sorprendente considerando che la fondiaria non distribuisce dividendi. “Non bisogna dimenticare che, grazie alla legge fiscale francese, gli azionisti che si impegnano a conservare le loro azioni per almeno 5 anni possono contare su deduzioni d’imposta del 25 o del 75% -precisa Fréderic Fourrier, responsabile dell’Observatoire de la finance solidaire de Finansol-. Investendo nella fondiaria c’è la certezza che su 100 euro almeno 75 saranno impegnati in un progetto”. Saldamente ancorata all’économie réelle, la fondiaria permette di decidere dove utilizzare il loro denaro. Un quarto degli azionisti ha scelto la propria regione, un altro quarto ha scelto un progetto in particolare. Ma per contribuire a Terre de Liens non è necessario diventare azionisti: anche quanti credono all’economia del dono possono fare la loro parte. “A fine 2009 abbiamo lanciato un fondo di dotazione, prefigurazione della Fondazione ‘Terre de Liens’ -spiega Jérôme Deconinck, direttore del fondo-. I proprietari che vogliono preservare in eterno le loro terre dalla speculazione possono così regalarle a Terre de Liens”. In tredici hanno presentato il loro dossier. Tra loro c’è Gilbert Conord: trasferitosi lontano dalle sue terre, questo pioniere del biologico non voleva che il suo piccolo appezzamento in Alta Loira finisse in cattive mani. Grazie al fondo, i suoi 4 ettari accolgono oggi tre giovani agricoltori. Sjoerd Wartena è fiducioso, confortato dalla domanda crescente di prodotti biologici da parte dei consumatori francesi, soddisfatta solo grazie ad abbondanti importazioni: “Non contiamo certo di comprarci mezza Francia -scherza-, ma stiamo mostrando che si può sviluppare un’altra agricoltura, recuperando le terre e affittandole ai giovani agricoltori”. Una fattoria alla volta. 

Il modello “Terre de Liens”
L’Associazione Terre de Liens è presente in 18 delle 22 regioni francesi. La Fondiaria Terre de Liens è una società in accomandita per azioni, di cui l’associazione, Sjoerd Wartena e la finanziaria “la Nef” sono gli accomandatari. A luglio 2010, la fondiaria dispone di un capitale di più di 14 milioni di euro, di cui 6 immobilizzati nelle 30 fattorie acquistate, 5 impegnati per 27 nuove acquisizioni e 3,5, quasi un quarto del capitale, di riserva. Attualmente la fondiaria attende un‘autorizzazione da parte dell’Autorité des marchés financiers per lanciare la sua terza Offre publique de titres financiers (Optf). Così facendo, conta di raccogliere 9 milioni di euro entro fine 2011. I 4.800 investitori, quasi esclusivamente persone fisiche, hanno acquistato, in media, azioni per 2.500 euro. L’un percento del capitale è detenuto dalla rete di distribuzione cooperativa Biocoop, dai club d’investimento Cigales, da alcune associazioni ecologiste e da qualche Amap (Gas). Info: www.terredeliens.org

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.