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Ambiente

Una discarica tanto speciale

Tra Marano Vicentino e Thiene (Vi) i rifiuti speciali finivano sopra una falda che disseta 800mila persone. Perciò anche l’Europa aveva chiesto conto delle autorizzazioni per la trasformazione della ex cava Vianelle. L’attività sull’area è bloccata da gennaio 2014: il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Marano, che aveva presentato un ricorso al Presidente della Repubblica. L’articolo da Altreconomia 150, giugno 2013

Tratto da Altreconomia 150 — Giugno 2013

“La discarica costituisce un grave rischio ecologico”, in quanto “il sottosuolo della parte Nord della pianura veneta è notoriamente occupato da una vasta falda d’acqua dalla quale attingono gli acquedotti a servizio di circa 800mila abitanti nel vicentino e padovano”. Quando  indirizza questa lettera al presidente della Provincia di Vicenza, nel 2005, il sindaco di Thiene, un comune nell’alto vicentino, dimostra di aver ben chiari i pericoli legati alla trasformazione in discarica di rifiuti speciali della vecchia cava aperta negli anni Settanta, a cavallo tra il territorio di Thiene e di Marano Vicentino, per la costruzione dell’autostrada Valdastico.
Ma nel 2012 l’ormai ex sindaco di Thiene, Attilio Schneck (della Lega Nord), è presidente della Provincia di Vicenza, l’ente che con un decreto del 20 aprile rilascia alla società titolare della cava-discarica “Vianelle”, la Servizi srl, una nuova autorizzazione all’esercizio, che estende le tipologie di rifiuti conferibili, a una sessantina di rifiuti speciali, alcuni dei quali potenzialmente pericolosi, come fanghi, rifiuti da fonderie, miscele bituminose, ceneri e soprattutto i rifiuti provenienti dalle bonifiche dei siti inquinati. Rifiuti “non inerti”, che rischiano cioè di produrre percolato che andrebbe ad inquinare la falda, e che da oltre un anno vengono conferiti nella discarica.
Nel maggio 2013 l’intera vicenda ha superato i confini nazionali: il commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik ha invitato  le autorità italiane a “trasmettere le informazioni necessarie per determinare se sussistano le violazioni segnalate dall’onorevole” Andrea Zanoni, in un’interrogazione dell’8 aprile scorso, in particolare la mancata valutazione d’impatto ambientale dell’intervento. “È avvenuto tutto molto rapidamente -spiega Francesco Luca, assessore alla Qualità del territorio di Marano Vicentino-: la ditta che gestisce l’impianto ha presentato la propria richiesta il 4 aprile 2012, e il 23 aveva già in mano la nuova autorizzazione. I Comuni non sono stati informati, né è stata effettuata una verifica di assoggettabilità a Via (valutazione d’impatto ambientale)”. In più, ad aprile 2012 si votava: “Il sindaco è in carica dall’8 maggio, ed io sono stato nominato assessore il 14. A quel punto, era troppo tardi per predisporre un ricorso al Tar e chiedere la ‘sospensiva’ dell’autorizzazione”. I camion non si fermano, ma il Comune di Marano, meno di 10mila abitanti, famoso per l’omonimo mais (maismarano.it), ha scelto di ricorrere al Capo dello Stato: “Abbiamo dato incaricato a un geologo e ad un chimico, allegando le perizie tecniche che sono costate circa 10mila euro”. Spese extra-budget per un piccolo Comune, che sindaco e assessore al Bilancio hanno “pagato” rinunciando  alla propria indennità da maggio a dicembre 2012. “Al ‘ricorso’ abbiamo allegato lettere di sostegno, firmate da molti sindaci dell’area che ‘beve’ l’acqua che proviene da quella falda -racconta Luca-: anche il sindaco di Vicenza, Achille Variati, e quello di Padova, Flavio Zanonato, ci hanno appoggiato”. Oggi Zanonato è ministro dello Sviluppo economico e il Comune di Marano sta cercando di incontrarlo: a rischio contaminazione, infatti, sarebbe la “materia prima” da cui dipendono due società a totale controllo pubblico, Acque vicentine ed Etra spa, una falda localizzata a 60-70 metri di profondità.

Pier Luigi Marchetto
è il geologo cui il Comune di Marano ha affidato una perizia sull’area: “Data la ‘fragilità ambientale’ del sito -ha scritto- [credo] fosse più opportuno sottoporre a nuova Via la discarica attuale, vista l’entità e la tipologia dei vari codici Cer (quelli che identificano i rifiuti speciali, ndr) autorizzati” ma anche considerando che su un’area di 234mila metri quadri potranno essere stoccati fino a 3,6 milioni di metri cubi di rifiuti. Lorenzo Altissimo è invece un chimico, e dirige il Centro idrico di Novoledo (centroidriconovoledo.it), che si occupa della qualità dell’acqua dell’Alto vicentino: “Il Piano territoriale provinciale stabilisca che in alta pianura non possano esistere discariche di rifiuti non inerti, e che le ex cave debbano essere utilizzare per contenere le piene e favorire la ricarica delle falde, un dirigente ha autorizzato tutto questo, senza alcun passaggio”, e senza informare i consiglio comunali di Thiene e Marano. E nemmeno i cittadini, che infatti si sono mobilitati solo a partire dal giugno scorso: “Abbiamo raccolto tremila firme, che vorremmo consegnare al Commissario della Provincia, ma Attilio Schneck non ha mai risposto alla nostra richiesta d’incontro -spiega ad Ae Enore Marini, portavoce del Movimento salvaguardia ambiente (salvaguardiaambiente.it)-. Noi, intanto, continuiamo con le nostre iniziative di sensibilizzazione”, che portano il comitato ad incontrare i cittadini dei Comuni che potrebbero subire gli effetti negativi della discarica: “Noi quest’acqua non la beviamo” dice Marini.
Domenica 19 maggio 2013 Marano ha ospitato una “Festa dell’acqua”, promossa dal Movimento insieme a “Sotto la neve il pane, sotto il cemento fame”, la rete che riunisce sette comitati dell’Alto vicentino (sottolanevepane.blogspot.it) in lotta per la difesa del territorio e la tutela dei beni comuni: “Non accettiamo la sfrontatezza di quest’atto” conclude Marini. Che -come tutti i cittadini di Marano- attende la risposta di Giorgio Napolitano. —

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