Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Diritti

UN PAESE NORMALE?…

UN PAESE NORMALE? In un famoso intervento di qualche anno fa, Massimo D’Alema esemplificò le proprie ambizioni politiche, affermando di aspirare ad “un paese normale”. L’Italia, per lui, non era (e ancora non è, presumiamo, nonostantei cinque anni di governi…

UN PAESE NORMALE?

In un famoso intervento di qualche anno fa, Massimo D’Alema esemplificò le proprie ambizioni politiche, affermando di aspirare ad “un paese normale”. L’Italia, per lui, non era (e ancora non è, presumiamo, nonostantei cinque anni di governi dell’Ulivo) un paese normale, perché colpito da menomazioni, incompiutezze, anormalità di vario genere. Si suppone che in questi anni, essendo passato all’opposizione, il presidente dei Ds osservi l’Italia dallo stesso punto di vista di allora, paragonando quindi la realtà di tutti i giorni a quella che dovrebbe essere (appunto, un paese normale).

Se così fosse, segnaliamo all’ex premier l’ennesimo segno di anormalità. Viene dai tribunali di Napoli e di Genova, dove compaiono come imputati 31 agenti nel primo caso, 29 funzionari e dirigenti nel secondo. A Napoli i trentuno sono stati rinviati a giudizio per una serie di reati impressionante: dalle lesioni al falso fino al sequestro di persona. I fatti sono quelli – noti, documentati anche da un libro uscito ben prima che la magistratura completasse la propria inchiesta – del Global Forum del marzo 2001. I 29 di Genova sono accusati di falso, calunnia, concorso in lesioni per i fatti della scuola Diaz: il procedimento è arrivato all’udienza preliminare, iniziata il 26 giugno scorso e ora sospesa per riprendere il 23 settembre.

L’anormalità non è solo nei 60 agenti alla sbarra, ma nel fatto che fra loro ci sono altissimi dirigenti, e che alcuni di questi, a procedimenti aperti e fatti ormai accertati, sono stati addirittura promossi, nel fatto che l’avvio di questi processi non ha aperto alcun dibattito nell’opinione pubblico e meno che mai nel ceto politico. Tutti sappiamo, anche parlamentari e dirigenti di partito, che a Napoli e Genova furono sistematicamente violati i diritti costituzionali, che alla caserma Raniero e a quella di Bolzaneto fu praticata la tortura, ma tutti fanno finta di niente. Sono passati tre anni e l’inerzia si sta trasformando rapidamente in complicità, perché sappiamo bene come l’Italia sia il paese dell’oblio: col silenzio, il trascorrere del tempo, la lentezza esasperante della giustizia si è riusciti a cancellare dalla memoria e dalla coscienza collettiva le cose più atroci e inaccettabili avvenute negli ultimi decenni, dalle stragi agli omicidi eccellenti, a una miriade di piccoli e grandi attentati alla democrazia. Non possiamo permettere che tutto ciò si ripeta. Non possiamo permettere che l’inerzia, il silenzio, l’oblio sanciscano la definitiva legittimazione politica e culturale di quanto avvenuto a Napoli e Genova, perché in questo modo dovremmo dire addio all’idea che i diritti civili e le garanzie costituzionali sono un punto fermo della nostra società. E’ quanto sta accadendo sotto i nostri occhi, sotto quelli di D’Alema e di quanti aspirano a una democrazia viva e coerente, o a un paese normale che dir si voglia. Sveglia!

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati