Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Interni / Varie

Un nuovo patto tra generazioni

A Reggio Emilia le Giornate della coesione sociale, un’azione collettiva per formulare proposte, suggerire scenari e interpretazioni che possono contribuire al progresso umano, a una crescita economica non più disgiunta dal benessere. Romano Prodi: "Giudico lo Stato indispensabile per promuovere investimenti in alcuni settori innovativi". Eric Maskin, premio Nobel per l’Economia: "I governi devono incrementare la spesa, non abbassarla".

“Pensiamo che parlare di Coesione Sociale imponga uno sforzo in grado di immaginare un futuro possibile nell’ambito del quale sancire un nuovo patto tra le ‘generazioni’. L’intenzione dei Social Cohesion Days non è la mera protesta, né una battaglia contro” ha spiegato Raul Cavalli, portavoce di Social Cohesion Days, durante la conferenza di aperture delle Giornate della coesione sociale, in corso a Reggio Emilia fino al 6 giugno.

Il focus dell’iniziativa, promossa dalla Fondazione Easycare, non è la contrapposizione -ha aggiunto Cavalli- a “una tendenza dominante neoliberista, una pervasiva finanziarizzazione economica, un dilagante relativismo morale, il progressivo abbandono delle culture e delle tradizioni identitarie”, ma “un’azione collettiva per formulare proposte, suggerire scenari e interpretazioni che possono contribuire sì allo sviluppo, ma del progresso umano affinché la crescita economica non sia più disgiunta dal benessere, ma ne sia strumento". Lotta alla povertà, disoccupazione, welfare state sono i temi al centro di un confronto inedito tra comunità scientifica, politica e cittadinanza, “l’unico modo di centrare l’obiettivo di un confronto che si realizzi nelle piazze, nelle università, nelle biblioteche” continua Cavalli.

Il momento più significativo della prima giornata di lavori -cui sono intervenuti il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonacini, è stata senz’altro il dialogo tra Romano Prodi, già presidente del Consiglio, e il premio Nobel per l’Economia Eric Maskin, di cui riportiamo alcuni stralci:

Eric Maskin: “Uno dei miei interessi da economista è quello tra globalizzazione e ineguaglianza. C’è un grande periodo di globalizzazione. Cina e India sono cresciute enormemente grazie alla globalizzazione, ma la globalizzazione ha anche un lato oscuro, l’ineguaglianza. Disegnare un computer negli Stati Uniti, programmarlo in Europa e assemblarlo in Cina potrebbe generare disuguaglianze. La chiave per fare qualcosa contro l’inuguaglianza è fare il possibile perché le persone possano condividere i benefits della globalizzazione”.

Romano Prodi: "Quando ho cominciato i miei studi economici il sistema di welfare europeo era considerato il modello più importante. Oggi non è più così. Qual è l’adattamento che dobbiamo fare? Il mondo va verso un progressivo abbandono del welfare o c’è ancora uno spazio economico per una convergenza? Il Brasile ha messo come condizione per l’impegno statuale l’obbligo scolastico e di vaccinazione per i minori. Nei Paesi progrediti dobbiamo abbandonare questi obiettivi o possono essere ancora fattori di crescita?".

Eric Maskin: "L’Europa sta passando un periodo molto difficile negli ultimi anni con una crisi profonda del sistema di welfare. L’austerità coinvolge profondamente le persone che hanno più bisogno. La recessione continua perché le persone non possono fare affidamento sui beni. I governi devono incrementare la spesa, non abbassarla. Il piano di Obama da 800 miliardi di dollari per stimolare l’economia è stato un successo".

Romano Prodi: "Grande responsabilità, quindi, non solo del mercato ma anche dello Stato. Questo lo giudico indispensabile per portare avanti alcuni settori innovativi. Internet, per esempio, è nato dalla spesa pubblica. Così come le medicine anticancro dovrebbero essere finanziate dalla spesa pubblica. Così come l’economia verde, con incentivi statali. Siamo di fronte a una serie di obiettivi in cui il rapporto fra mercato e intervento dei governi assume un ruolo nuovo. L’autorità dei governi deve essere affiancata da FMI E WB. Qui abbiamo delle rotture fortissime perché la WB ha visto nascere un concorrente enorme: la Banca asiatica per gli investimenti e le infrastrutture. Un fatto nuovo questa concorrenza, prodotta con rapidità, a cui hanno aderito tutti i grandi paesi europei, a cominciare dalla Gran Bretagna che di solito non fa nulla che non venga dagli USA. Mi chiedo se questo doni maggiore o minore sensibilità ai problemi di crescita mondiali. In questo momento nel mondo ci sono 250 milioni di persone che vivono in Paesi in cui non sono nate. Ciò porterà a un mondo più unito o più diviso?".

Eric Maskin: "Sono ottimista. Ogni cambiamento tecnologico, sociale è rivoluzionario. La competizione non è necessaria".

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.