Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Diritti

Tutto quello che c’è da sapere sul cacciabombardiere F-35

Anche il Pentagono boccia il velivolo Joint Strike Fighter. Lo documenta un report analizzato in anteprima da Altreconomia. Su questo tema il nostro Francesco Vignarca -autore de "Il caro armato" (acquista e scarica in pdf) e de "L’economia armata" (acquista qui)– lunedì 3 febbraio è stato ospite di "Presa diretta", su Rai3

"Le performance riguardanti l’operatività complessiva continuano ad essere immature e si basano fortemente su supporto e soluzioni proposte dall’industria che sono inaccettabili per operazioni di combattimento. La disponibilità di velivoli e le misure di affidabilità dei tassi di manutenzione son tutte sotto gli obiettivi che il Programma si era dato per questo punto del proprio sviluppo".

Il Pentagono boccia senza attenuanti il programma F-35 Joint Strike Fighter, ed evidenzia l’analisi con i crudi numeri: "la disponibilità complessiva della flotta è stata mediamente del 37% rispetto alle previsioni con una tendenza ad un declino graduale. Nessuna delle tre varianti dell’aereo ha raggiunto l’affidabilità prevista con una percentuale di raggiungimento dell’obiettivo che va dal 30% al 39%. Infine, i tassi di manutenzione per la gestione di problemi più o meno gravi sono stati tre volte superiori (con punte del 344% in più!) rispetto alle soglie richieste".

Ma i problemi erano noti da tempo: "La Lochkeed Martin deve pagare parte dei costi maggiorati del programma F-35 Joint Strike Fighter di cui è capocommessa! Non si può rimanere in silenzio di fronte ad una crescita della spesa di 16,5 miliardi di dollari maggiore del previsto!".
Queste parole erano state pronunciate nel dicembre di 5 anni fa da alti esponenti politici del Pentagono che: per la prima volta in un comparto così protetto come quello dell’industria militare, hanno fatto sapere di non poter più reggere il gioco al rialzo delle aziende. Soprattutto se condotto contemporaneamente a continui ritardi sulle tabelle di marcia. Ritardi, costi e insufficienza tecnologica del "caccia dello spreco" erano noti. A tanti, salvo a chi -professatosi stratega militare- ne ha sempre difeso l’importanza.

In Italia, invece, il dibattito è rarefatto. Tanto che iil Segretario generale della Difesa, generale De Bertolis,  in audizione presso la competente Commissione parlamentare ha definito l’investimento una "ineludibile esigenza".

Ineludibile quanto il diritto alla piena informazione. Quel che, in anticipo di qualche anno, Altreconomia ha sempre garantito. Ecco il nostro "dossier F-35".

 

Gli articoli su Altreconomia

 

"Conti in tasca alla difesa" [maggio 2009]
 

 

La crescita dei costi del programma JSF preoccupa fortemente il Pentagono
Il super-caccia F35 costa di più… e anche Lockheed Martin dovrà pagare! [dicembre 2009]


Dopo le critiche dal Pentagono per la crescita enorme dei costi, Lockheed Martin ammette problemi tecnici sui nuovi caccia F-35

Il caccia perde i pezzi ma non i soldi! [agosto 2010]


Quasi 800 milioni di euro di soldi pubblici per l’hangar dove i costosi caccia F35 verranno assemblati dai privati e venduti allo Stato. Siamo andati a vedere

Sulle ali degli affari [gennaio 2011]


Aggiornamento a metà 2011 su un progetto militare costoso e pieno di problemi che la nostra politica non discute e i nostri media non raccontano

F35: un progetto farsa dai costi enormi [luglio 2011] 


Una lettera di replica ad un articolo del Post, per precisare la "vera" storia del progetto F-35 e dei risparmi che si potrebbero avere cancellando la partecipazione dell’Italia

Senza il bombardiere, i veri risparmi possibili [dicembre 2011]  


L’ultima fotografia approfondita del programma JSF non fornisce un’immagine in salute. Forse non si vedono problemi enormi che imporrebbero un immediato stop, ma la serie di noie di progettazione e realizzazione è lunga e sorprendente. Le notizie sul programma parlano di problemi tecnici e di conseguenti aumenti di costi: un recente rapporto elaborato da alti ufficiali Dipartimento della Difesa USA rivela direttamente ed impietosamente la mole di guai del programma

In arrivo un bombardiere carico carico di guai [dicembre 2011]


Acquistare i 131 caccia bombardieri F35 nell’ambito del programma Joint Strike Fighter costerà all’Italia almeno 15 miliardi di euro. Una campagna e molte voci chiedono da tempo di evitare questa spesa. Fino ad ora la risposta dei fautori del progetto era stata: “Le penali sono troppo alte”. Ma l’inchiesta di Altreconomia dimostra una cosa diversa

Caccia a tutti i costi [dicembre 2011]


Da oltre Atlantico arrivano notizie di riduzione del programma a seguito della nuova strategia di Difesa lanciata da Obama. Ma sono soprattutto i problemi di evoluzione tecnica a preoccupare il Pentagono che, secondo documenti interni, manderà i propri tecnici nella sede di assemblaggio dei caccia a Forth Worth

Un F-35 sempre più a terra [gennaio 2012] 


Lo stile di lavoro di Di Paola a capo del Dicastero di via XX Settembre è quello classico di un militare: difesa della propria posizione e dritto alla meta

Per il Ministro-Ammiraglio "indietro non si torna" [febbraio 2012]


Pubblicato il report "Tutto quello che dovreste sapere sul cacciabombardiere F-35 e la Difesa non vi dice", per capire numeri e motivazioni di una scelta che sempre di più si dimostra problematica e deleteria per il nostro paese

La scelta sbagliata [febbraio 2012]


Problemi tecnici, costi che crescono, Paesi partner che fermano la loro partecipazione. Ma il ministero della Difesa italiano non abbandona l’idea di acquistare i caccia americani di nuova generazione. Con un’intervista a Silvio Lora-Lamia, giornalista specializzato del settore aeronautico (in particolare militare), già condirettore della rivista "Volare" e collaboratore di "Analisi Difesa"

Ossessione F-35: perché davvero l’Italia vuole i caccia? [febbraio 2012]


Due recenti episodi dimostrano ancora una volta il travagliato sviluppo del programma Joint Strike Fighter, che pare non avere pace nel suo percorso di evoluzione tecnica. Fornendo ulteriori prove alla tesi della campagna "Taglia le ali alle armi" che vuole la cancellazione della partecipazione italiana e che ieri ha raggiunto con la propria voce le aule parlamentari della Commissione Difesa della Camera dei Deputati

Volando sempre più in basso: il vicolo cieco del caccia JSF [marzo 2012]


Uno studio approfondito che intende fornire dati certi (sulla scorta di diversi anni di ricerca) del comparto militare e dei conflitti, rafforzando le basi di un vero disarmo. Nel percorso viene dimostrato come la spesa militare sia enormemente gonfiata non tanto e non solo in termini assoluti ma soprattutto a riguardo delle reali esigenze e dei reali vantaggi (diplomatici, di sicurezza) che produce

Le armi: un investimento negativo [marzo 2012]


Mentre – secondo un recente sondaggio – il 27% degli italiani vorrebbe una riduzione delle spese militari il SIPRI conferma con i suoi ultimi dati la tendenza in atto da tempo: le spese militari mondiali non diminuiscono e gli invstimenti del settore provengono sempre di più dall’Asia

Spese militari: la gente non le vuole ma non spariscono mai [aprile 2012]


Presentato il dossier 2012 di "Sbilanciamoci!" sulla spesa militare italiana, in concomitanza con il lancio mondiale del SIPRI Yearbook. Titolo del lavoro "Economia a mano armata". Eccone i contenuti

30 miliardi, nonostante la crisi. Ecco la spesa italiana per la funzione militare nel 2012 [agosto 2012]


Diffusi durante una conferenza stampa al Senato della campagna "Taglia le ali alle armi" i dati aggiornati su costi e sprechi del caccia F-35. Per il comparto militare solo tagli “leggeri” dalla spending review e dall’ipotizzata “riforma” proposta dal Ministro Di Paola

Per gli F35 dello spreco niente spending review [luglio 2012]


Un video con infografica elaborato da Science for Peace per raccontare tutti gli scandalosi numeri dei cacciabombardieri F-35 che l’Italia vuole acquistare

Guarda il caccia dello spreco [settembre 2012]


Il Canada ha deciso di "resettare" la propria partecipazione al programma del caccia JSF, mentre in Italia il ministro Di Paola ha ottenuto la riforma dello strumento militare che permetterà di continuare con il progetto. E l’acquisto di pezzi per nuovi caccia prosegue: altri 4 sono in preparazione per il nostro
paese
F35: il Canada dice no, l’Italia continua a spendere [dicembre 2012]


Il nostro Ministero della Difesa continua a ripetere (come un disco rotto) "tutto va bene", ma i problemi tecnici e di progettazione del super-costoso cacciabombardiere F-35 sono sempre più grandi. Che motivazioni ci sono quindi nel bruciare un sacco di miliardi per il loro acquisto?

Il peso dell’F35: costo spaventoso ma più vulnerabile dei vecchi caccia [gennaio 2013]

Sul programma JSF la Camera vota la mozione della maggioranza. "Il risultato del dibattito parlamentare non ci soddisfa: la nostra richiesta è sempre quella della cancellazione del programma e di un ripensamento complessivo della spesa militare italiana" commenta la campagna "Taglia le ali alle armi"
Solo un rinvio sugli F35 [giugno 2013]

Dopo una settimana di alta attenzione sulla questione (mai stata così tanto al centro della scena mediatica e politica, almeno della riduzione degli ordinativi e delle penali “inesistenti”) è opportuno fermarsi per analizzare approfonditamente la situazione dell’affare F-35
F35, volo sospeso. La parola alle Camere [giugno 2013]

Le ultime esternazioni del Ministro Mauro sugli F-35 impongono una riflessione e un’analisi: è accettabile che un componente del Governo e un Ministero continuino a fornire dati fuorvianti e incompleti a Parlamento ed opinione pubblica?
Basta bugie sugli F-35 [agosto 2013]

Uno studio pubblicato negli USA dimostra come la stime di ritorno occupazionale per il Joint Strike Fighter sarebbero state gonfiate. E rilancia le critiche ai dati utilizzati anche in Italia per giustificare questo acquisto miliardario.
Lockheed Martin e occupati dagli F-35: i conti non tornano [gennaio 2014]

In anteprima per Altreconomia l’analisi del documento del Pentagono che analizza le problematiche del programma degli F-35 e lancia un forte allarme sui rischi di ritardo. L’Italia potrebbe aver iniziato ad acquistare velivoli che non hanno raggiunto le caratteristiche e specifiche tecniche previste dal contratto.
F-35: il ritardo è servito [gennaio 2014]


E per chi volesse saperne di più, ci sono i nostri libri


Il caro armato (2009)
 – La puntigliosa ricognizione che mancava sulla struttura delle Forze Armate e sulle spese militari del nostro Paese (somme spesso non facili da tirare) e sugli sprechi che a volte sarebbe possibile e doveroso evitare

 

L’economia armata (2012) – La produzione e il commercio di armi: conoscerne i meccanismi per promuovere un’economia di pace

 

Armi, un affare di Stato (con Chiarelettere, 2012) – C’è un business internazionale che continua a macinare miliardi. La Grecia sull’orlo del default è il paese in Europa che spende di più per la difesa. L’Italia è il quinto produttore mondiale di armi, che esporta in tutto il mondo. Simboli del made in Italy, anche in questo settore, sono la corruzione e gli scandali, soprattutto quelli legati a Finmeccanica. Soldi, soldi, soldi

 

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati