Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Ambiente

Trivelle d’Italia: si parte dalla Puglia

Il ministero dell’Ambiente ha concesso alla compagnia irlandese Petrolceltic il lasciapassare per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. Isole Tremiti comprese. Annunciate mobilitazioni dai comitati "No Triv"

“Apprendo […] che alla vigilia di ferragosto il Ministro dell’Ambiente ha autorizzato le prospezioni richieste da Petroceltic nei pressi delle isole Tremiti. Riteniamo che si tratti di una offesa alla dignità della nostra Regione e degli altri enti locali che si erano espressi negativamente rispetto alla prospettiva di vedere il nostro mare violentato dalla corsa all’oro nero”. Sono queste alcune delle dichiarazioni di Lorenzo Nicastro, assessore all’Ambiente della Regione Puglia, affidate ad un comunicato stampa ufficiale del massimo Ente regionale, il 29 agosto 2012. Un’indignazione giustificata dall’ultimo lasciapassare che il ministero dell’Ambiente ha concesso, sottotraccia, alla compagnia irlandese Petrolceltic, intenzionata a fare man bassa di permessi di ricerca in terraferma e -soprattutto- in mare, alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. Isole Tremiti comprese, ovviamente. Un segnale forte, in linea con le intenzioni del ministro allo Sviluppo Economico, Corrado Passera, intenzionato a sdoganare quanti più fronti petroliferi italiani possibili, accontentando così la potente lobby del petrolio e del gas. Infatti, l’assenso alle attività di ricerca sul fondale marino dell’Adriatico, è un primo passo distensivo tra Governo e compagnie petrolifere. Non ultima proprio la Petrolceltic che nella sua relazione di bilancio 2011 -diffusa nell’aprile del 2012- commentava con preoccupazione i cambiamenti politici in atto nel nostro Paese, spaziando dal declino della coalizione di governo (Berlusconi, ndr), all’avvento del governo tecnico. Uno sconvolgimento politico -secondo la società irlandese- che, in combinazione con l’introduzione del Decreto legislativo n.128 del 29 giugno 2010, ha di fatto impedito più ampi investimenti a monte e pregiudicato alla Petroceltic l’avanzamento del programma di perforazione in mare aperto. Ora è tutto risolto. Grazie alla “sanatoria Passera” (decreto Sviluppo, ndr) che salva i permessi di ricerca bloccati proprio dal Decreto legislativo n.128 del 29 giugno 2010, a firma dell’allora ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che andava ad integrare il Testo unico dell’Ambiente (152/2006) seguito all’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon della British Petroleum, avvenuta il 20 aprile 2010 nel Golfo del Messico. Il decreto Prestigiacomo, di fatto, andava ad innalzare da 5 a 12 miglia il limite costiero entro il quale autorizzare prospezioni e ricerca di idrocarburi in prossimità di aree marine protette. E alle isole Tremiti corrisponde un’area marina protetta.


L’iter procedurale. Sulle ultime autorizzazioni concesse dal ministero dell’Ambiente alla Petrolceltic -in data 7 agosto 2012 e di concerto con il ministero dei Beni e delle Attività Culturali- sembrerebbe esserci l’ombra dell’escamotage istruttorio, pensato per aggirare i vincoli imposti dalla legge. Infatti -in sede di Valutazione d’Impatto Ambientale -il rilascio della compatibilità ambientale del progetto relativo alle attività di prospezione geologica e geofisica con la tecnica dell’air-gun nel permesso di ricerca “D494BR-EL”, è stato contestuale e consequenziale alla richiesta di riperimetrazione del suddetto permesso, avanzata dalla Petrolceltic in data 14 febbraio 2011. La riperimetrazione prevedeva l’inclusione e l’unificazione nella particella “D494BR-EL” delle istanze di permesso di ricerca ““D497BR-EL” e “D498BR-EL”. Quest’ultima localizzata in prossimità delle Tremiti e, pertanto, “fuorilegge”. Un colpo di coda pianificato che arriva a compimento. E nei confronti del quale, sia la Regione Puglia, sia i comitati di cittadini sono pronti a tutto. Infatti, la Rete “No Triv” è in procinto di organizzare una manifestazione di piazza a Manfredonia, in provincia di Foggia, con l’appoggio di operatori turistici, commercianti, artigiani e pescatori. Da scongiurare c’è la minaccia alla flora e alla fauna delle Tremiti, così come all’intero indotto turistico che rappresenta una vera e propria risorsa per la Puglia e per il Paese.

Sullo sfondo, l’intenzione da parte della Regione Puglia di ricorrere in tutte le sedi giurisdizionali, “per affermare il diritto della Puglia a progettare un futuro diverso rispetto a quello che altri pensano di disegnare”, sicuramente non invasivo. Invasiva, invece, è la tecnica autorizzata, quella dell’air-gun, ovvero continue esplosioni di aria compressa, sui fondali marini. Un fondale, quello delle isole Tremiti, non proprio tranquillo. A Pianosa, infatti, il giornalista Gianni Lannes, in un articolo pubblicato il 23 luglio 2012, denuncia la presenza di bombe inesplose. Un problema in più.

La società. La Petrolceltic International PLC, quotata in borsa, ha sede legale a Dublino ed uffici distaccati a Londra, Roma ed Algeri. Nel nostro Paese, è titolare di 5 permessi di ricerca in terraferma (principalmente in Piemonte) e 3 permessi di ricerca in mare. Le nuove istanze avanzate in mare, invece, sono 7 ed una in terraferma. Le principali attenzioni sono rivolte al mar Adriatico. Per alcuni titoli minerari la Petrolceltic opera in joint-venture con Eni e Vega Oil.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.