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Diritti

TORTURE E MODI DI REAGIRE: USA MEGLIO…

TORTURE E MODI DI REAGIRE: USA MEGLIO DELL’ITALIA George W ha espresso profondo disgusto per le immagini che hanno mostrato le torture inflitte dai soldati statunitensi ad alcuni prigionieri iracheni. Sulla sua sincerità, considerato quel che accade a Guantanamo, siamo…

TORTURE E MODI DI REAGIRE: USA MEGLIO DELL’ITALIA

George W ha espresso profondo disgusto per le immagini che hanno mostrato le torture inflitte dai soldati statunitensi ad alcuni prigionieri iracheni. Sulla sua sincerità, considerato quel che accade a Guantanamo, siamo tutti autorizzati a dubitare: la sensazione è che il presidente-candidato sia andato a rimorchio di un’opinione pubblica rimasta scossa da quelle immagini (e cresce il sospetto che il popolo Usa sappia ben poco di quel che accade in Iraq). Detto questo, va dato atto all’amministrazione Bush, ma sarebbe più corretto dire alle istituzioni statunitensi, di avere agito sul piano disciplinare: sei militari – stando a quanto riferito dal vice comandante della missione in Iraq – sono finiti di fronte alla corte marziale con l’accusa di avere eseguito le torture, e per sei ufficiali (compresa la generalessa responsabile della prigione) è stata raccomandanta l’adozione di misure disciplinari.

Certo, dobbiamo prima verificare che i provvedimenti siano realmente esgeuiti, ma se confrontiamo tutto questo con quanto accaduto a Genova nel 2001 emerge quanto lo Stato italiano abbia protetto, ignorato, alla fine avallato ogni tipo di abuso, senza nemmeno ipotizzare misure dirette – di tipo amministrativo (sospensione, denuncia alla magistratura) – contro i responsabili delle operazioni (perquisizione alla Diaz) o delle strutture (Bolzaneto) che hanno portato a una palese e documentata violazione dei diritti umani.

E’ l’ennesimo segnale dell’incombenza in Italia di un’emergenza diritti civili.

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