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Diritti / Inchiesta

Tornano le proteste al Cpr di Torino. L’offerta di Sanitalia già “insufficiente” in sede di appalto

Foto di repertorio durante una visita di alcuni parlamentari all'allora Cie di Corso Brunellesch il 7 dicembre 2009 © FOTOPRESS / IPA

Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio un incendio ha reso inagibile l’area viola del “Brunelleschi”, a un mese dalla riapertura. Le persone trattenute lamentano una cattiva gestione mentre altre hanno protestato per la morte di Abel Okubor nel Cpr di Brindisi. Intanto dai verbali di gara ottenuti da Altreconomia emerge che l’ente gestore ha ottenuto appena 32 punti su 70 nella valutazione del servizio offerto

Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, a un mese dalla riapertura, si sono verificate le prime proteste all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino. L’area “viola” del Cpr, tornato operativo a fine marzo 2025, è stata completamente danneggiata dalle persone rinchiuse, oggi in totale 57.

“Uno dei miei assistiti è stato prima in carcere, poi al Cpr di Gradisca d’Isonzo (GO) e in quello di Palazzo San Gervasio (PZ) -spiega l’avvocato Gianluca Vitale del Foro di Torino-. Mi ha descritto quello di Torino come il peggiore”.

Le “promesse” di una gestione “ad alto livello” della struttura, come aveva dichiarato Simone Fabiano, presidente della Cooperativa Sanitalia, sembrano essere contraddette. Non solo. La prefettura di Torino, secondo i verbali di gara ottenuti da Altreconomia, ha assegnato per l’offerta tecnica presentata dal nuovo ente gestore (il cuore dell’appalto in cui viene descritto come verrà gestita la struttura) appena 32 punti su 70 disponibili, prima della cosiddetta “riparametrazione” che per non snaturare l’equilibrio complessivo tra proposta tecnica ed economica ha portato la valutazione al massimo punteggio.

“Nei fatti però la proposta è stata valutata come insufficiente -sottolinea Sergio Foà, professore di diritto amministrativo all’Università di Torino- ed espone la stazione appaltante a un ‘rischio’ su come verrà gestito quel servizio visto che l’offerta tecnica riguarda specificamente l’organizzazione, l’efficientamento del servizio oltre alla formulazione di eventuali proposte migliorative”.

Andiamo con ordine. In precedenza avevamo già dato conto delle “promesse” della Cooperativa Sanitalia nella gestione del Cpr avendo ottenuto tramite accesso civico generalizzato l’offerta. Gran parte dei documenti, però, per volere proprio di Sanitalia, erano stati oscurati e così abbiamo chiesto alla prefettura di Torino la condivisione integrale degli atti di gara, che ci sono stati inviati il 10 aprile. Tra gli elementi più rilevanti c’è quello degli accordi siglati dalla Cooperativa con i soggetti del territorio che secondo il contratto di gara dovranno svolgere attività nel Cpr. Eccoli.

La società Uomo e ambiente Srl collaborerà su due aspetti: “per gli utenti attraverso percorsi formativi abilitanti per la popolazione del Cpr, per il personale operante attraverso la formazione riguardante la sicurezza nell’ambiente di lavoro”. Anche l’Enaip Piemonte (in precedenza, in questo articolo avevamo contattato il direttore di Enaip Torino, perché così aveva scritto Sanitalia) avrebbe dovuto garantire attività di formazione, orientamento e servizi al lavoro: l’ente di formazione ha riferito che effettivamente aveva dato disponibilità ma che successivamente la sua organizzazione ha ritenuto di “non dare supporto a questo progetto”.

Troviamo poi l’associazione Damamar Odv che si è impegnata nell’accordo ad avviare “percorsi personalizzati che favoriscono l’inclusione sociale” delle persone coinvolte.

Per tutte queste attività, stando ai verbali di gara, la Cooperativa si è vista assegnare zero punti perché riguardavano in alcuni casi attività “esigenze” non correlate al Cpr, in altri erano semplici manifestazioni di intenti. Come quello siglato con il Dipartimento salute mentale di Torino: descritto come “protocollo” da Sanitalia nel testo dell’offerta, in realtà è una mail con un “riscontro a domanda di disponibilità” a firma del direttore del Dipartimento “in merito a bandi di gara per la gestione di centri d’accoglienza per immigrati”.

L’Ordine degli psicologi del Piemonte ha invece sottoscritto un accordo in cui si impegna a garantire attività di supervisione per gli operatori mentre lo studio legale Caranzano Malabaila garantirà un “supporto al servizio di informazione normativa” attraverso secondo quanto scritto dalla Cooperativa “incontri periodici collettivi, organizzati con cadenza quindicinale sostenuti da un legale”. La prefettura per quest’ultimo, però, non ha assegnato punteggio perché “lo studio legale, pur essendo un soggetto qualificato in ambito giuridico, non possiede la comprovata esperienza nel settore sociale richiesta dal bando”.

Successivamente all’aggiudicazione, infine, la Cooperativa Sanitalia ha siglato altri due protocolli. Il 28 marzo con l’associazione Centro culturale islamico Mohammed VI che attiverà percorsi di supporto spirituale e religioso oltre che “incontri settimanali con piccoli gruppi” in base all’interesse mostrato dagli utenti del Cpr. Lo stesso vale per le attività che svolgerà l’Asdc Atletica Balon che secondo l’accordo siglato il 2 aprile organizzerà “piccoli tornei di calcio” oltre appunto a un appuntamento, preferibilmente il sabato, per chi vorrà. All’interno delle aree della struttura sarebbero stati disegnati i campi da calcio e da basket. Entrambe le realtà, contattate da Altreconomia, hanno riferito che ad oggi non è ancora stata svolta alcuna attività.

Dai verbali di gara è possibile ricostruire che sulla voce “proposte migliorative”, quindi, la Cooperativa si è vista assegnare solo tre punti sui 32 disponibili. Ne ha ottenuti poi 22,5 su 36 per quanto riguarda le “maggiori risorse di personale” garantendo due operatori aggiuntivi notturni, 12 ore in più per il direttore, quattro per l’amministrativo e lo psicologo. Sanitalia aveva “promesso” poi otto operatori con “specifiche conoscenze linguistiche” ma la prefettura ha ricostruito che dalla documentazione presentata solo una di queste soddisfava i requisiti assegnando così solo 0,5 punti su cinque.

Non aderente al capitolato è anche la proposta relativa alla fornitura del cibo (uno dei presunti motivi della protesta delle persone rinchiuse) rispetto a cui si rileva “l’assenza di un piano alimentare dettagliato e di un elenco completo dei fornitori di materie prime, elementi essenziali per una valutazione puntuale della proposta” oltre che la mancanza di “misure gestionali, gli impegni ed i correlati mezzi di prova documentali volti a garantire anche mediante personale adeguatamente formato la qualità del servizio di preparazione e fornitura pasti”. Anche con riferimento al servizio di pulizia offerto, la licenza ecolabel (che certifica l’utilizzo di prodotti e servizi a basso impatto ambientale) riferita alla Gestione servizi integrati Srl, supposta subappaltatrice del servizio, risulta “non conforme ai servizi richiesti perché non attesta la fornitura del servizio di pulizia tramite una propria unità organizzativa”.

In totale, come detto, la Commissione aggiudicatrice dell’appalto ha assegnato solo 32 punti sui 70 disponibili ritenuti comunque sufficienti secondo la prefettura per concludere positivamente la gara. “Il capitolato consente di non aggiudicare qualora l’offerta sia ritenuta non conveniente o non idonea rispetto all’oggetto del contratto -aggiunge il professor Foà-. Si tratta di una scelta rimessa alla discrezionalità della stazione appaltante che deve motivare le ragioni per le quali non si raggiunge l’obiettivo prefissato dall’amministrazione”.

Sanitalia ha battuto l’altra concorrente, la Cooperativa Ekene (che oggi gestisce i Cpr di Roma, Milano e Gradisca d’Isonzo) sul lato economico. A parità di punteggio sull’offerta tecnica, infatti, l’attuale ente gestore ha garantito un ribasso dell’1,20% contro lo 0,156% degli “avversari”. Il ribasso farà risparmiare alla prefettura 25.940 euro per gli oneri per la sicurezza e di 2.593.999 euro sui costi della manodopera: in totale, quindi, la Cooperativa guadagnerà come massimale 3.377.713 euro per due anni di gestione (sul punto si veda l’aggiornamento a questo articolo del 10 maggio 2025, ndr).

 

Su questo aspetto la Commissione che ha valutato le offerte scrive che “il numero di ore dei mediatori linguistici diurni pari a 112 ore settimanali risulta inferiore al minimo di 224 richiesto dal capitolato” e soprattutto “le tariffe orarie indicate per ciascuna qualifica professionale non corrispondono ai valori di riferimento indicati nella tabella del ministero del Lavoro”. Un’analisi poi “superata” dalla valutazione del responsabile del procedimento che ha ritenuto idonei questi costi dopo che Sanitalia ha chiarito che erano dovuti a “benefici fiscali, previdenziali ed assicurativi, l’apporto di professionisti prestatori di lavoro autonomo e all’espletamento attuale di servizi analoghi ed in generale alla più efficiente miglior organizzazione aziendale”.

L’incendio divampato la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2025 nell’area viola del Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino

A proposito di “organizzazione aziendale” ha fatto discutere la “chiusura” durante la protesta della tarda serata del 30 aprile. “Dopo essere arrivate, chiamate dai residenti allarmati per l’arrivo delle ambulanze, siamo state lasciate fuori dal centro per due ore nonostante la legge preveda che io abbia il diritto di accesso -spiega la Consigliera regionale Alice Ravinale-. Il direttore del Cpr ci ha ignorato, così come i funzionari di pubblica sicurezza: non siamo riuscite a ottenere alcuna informazione in merito alla salute delle persone all’interno e addirittura ci siamo trovate un cordone in antisommossa schierato a ‘difesa’ dell’ingresso”. Poco si sa di quanto successo quella notte, così come nei giorni successivi.

Il 2 maggio sono arrivate al “Brunelleschi” sei persone trasferite dal Cpr di Brindisi Restinco (rinchiuse da otto mesi) che hanno cominciato a protestare (ci sarebbero anche degli scioperi della fame, non è chiaro se ancora in corso o meno) dopo aver saputo della morte di Abel Okubor, 37enne di origine nigeriana, trovato senza vita nella struttura brindisina, nel silenzio più totale di prefettura e dell’ente gestore (Consorzio Hera cooperativa sociale e Società cooperativa sociale Oasi Onlus). “Quando Okubor era già morto c’è stata un’ispezione parlamentare ma non è stato detto nulla -spiega Yasmine Accardo, attivista di LasciateCIEntrare-. Abbiamo saputo del decesso proprio dai ragazzi trasferiti a Torino. Senza di loro non avremmo saputo niente”. In questo quadro, dalla riapertura del 24 marzo scorso, le persone rimpatriate dal Cpr di Torino sono state in totale sette.


Aggiornamento del 10 maggio 2025

Con riferimento al ribasso proposto da Sanitalia, pari all’1,20%, la cifra indicata di 25.940 euro e di 2.593.999,94 euro non sarebbe il “risparmio” che la Cooperativa garantisce alla prefettura ma il prezzo effettivo del servizio. La formulazione della frase contenuta nel verbale di gara della prefettura sembrava suggerire che l’importo indicato per la manodopera fosse “frutto” del ribasso garantito da Sanitalia. Così non può essere perché il disciplinare di gara non permette di applicare ribassi al costo della manodopera. (Lr)

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