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Torna Bande des femmes, il festival di fumetto e illustrazione femminista a Roma

Uno dei momenti del festival Bandes des femmes © Caterina Lorenzetti

Tradotto significa banda di donne ma è anche un gioco linguistico con Bande dessinée. Nasce dodici anni fa dalla passione per il linguaggio del fumetto delle curatrici, ma anche dalla consapevolezza di quanto fosse necessario ritagliarsi, o meglio, conquistarsi uno spazio nel mondo editoriale. Tra le ospiti che anche FumettiBrutti, Kalina Muhova, Sonno e Zuzu che guideranno un laboratorio per giovani artiste under 35

Dal primo al 5 luglio torna Bande de femmes, il festival di fumetto e illustrazione a partire dalle artiste, illustratrici e fumettiste organizzato dalla libreria femminista Tuba di Roma.

Il titolo tradotto significa banda di donne, gang di donne, ma è anche un gioco linguistico con Bande dessinée (il termine francese per indicare le strisce illustrate dei fumetti) e nasce dalla passione per il linguaggio del fumetto delle curatrici, Sarah Di Nella, Ginevra Cassetta, Marta Capesciotti, ma anche dalla consapevolezza di quanto fosse necessario ritagliarsi o meglio conquistarsi uno spazio nel mondo editoriale.

“Anche il fumetto è mondo molto al maschile sia nella gestione sia nella produzione. Basta considerare il fatto che quando pensiamo ai ‘grandi nomi’ del fumetto tendenzialmente pensiamo a nomi di uomini. Gli autori hanno avuto sempre più visibilità come è successo per la letteratura e per altri ambiti del sapere -racconta Sarah Di Nella-. In realtà c’è stata una produzione di fumetti, grafiche e illustrazioni da parte di autrici, donne o soggettività non conformi che semplicemente non ha avuto mai la possibilità di raccontarsi. Quindi per noi questo festival rappresenta la possibilità di curare uno spazio in cui ci possiamo riconoscere, che ci rispecchia, facendo anche una selezione di opere da presentare che permette di ampliare l’immaginario e quindi di dare conto di altri vissuti, di altre storie, e anche di altri modi di raccontarle”.

Si comincia quindi il primo luglio con uno dei due momenti tradizionali che caratterizzano questo festival: “La notte a colori”. “Una serata in cui contaminiamo tutte le strade del quartiere Pigneto a Roma, organizzando una serie di mostre in vari spazi del quartiere, quindi non solo nella libreria Tuba ma anche in gallerie o studi d’arte, locali, bar e biblioteche -prosegue Marta Capesciotti-. Posti che noi attraversiamo quotidianamente o che invece in genere sono chiusi perché sono luoghi di creazione artistica”.

La seconda occasione importante è quella degli incontri in presenza, il 4 e 5 luglio, che si articola in presentazioni di libri, di progetti di autoproduzione e delle nuove pubblicazioni di graphic novel. “Ma anche in retrospettive sul lavoro di artiste che amiamo particolarmente e che spesso si concludono con un live painting”, come quello che chiude la giornata del 4 luglio a opera di Federica Ferraro.

Tra le molte artiste che presenteranno i loro lavori ci saranno inoltre Criminaliza (Materia Degenere, Diabolo edizioni) e Francesca Ghermandi (Babbo dove sei, Canicola), Clarrie Pope (Welcome Home, Momo edizioni), Fiamma (Nodi, Bao Publishing) e Alix Garin, artista belga che presenta la traduzione italiana della sua graphic novel Impenetrabile per Bao Publishing. È possibile scoprire le altre fumettiste consultando il programma dell’edizione 2025.

“Siamo molto grate di aver un programma così ricco anche perché rispecchia la nostra idea di fumetto, si tratta infatti di artiste che perlopiù hanno pubblicato opere che hanno a che fare con la tematica dei corpi, spesso non conformi, e della salute mentale, del razzismo e della razzializzazione”, aggiungono le organizzatrici.

A questi due appuntamenti se ne aggiunge un terzo, il 2 e 3 luglio, che è una novità di quest’anno. Si chiama Blossoms ed è una rassegna dedicata a giovani artiste under 35 che prevede anche un laboratorio di storytelling, con sessioni pratiche di disegno, e la condivisione di esperienze artistiche e di pubblicazione. Lo scopo è quello di favorire non solo l’acquisizione di tecniche artistiche, ma anche incoraggiare la collaborazione e lo scambio di idee tra le artiste. Le partecipanti saranno invitate anche a lavorare su una tavola a fumetti, applicando quanto appreso e ricevendo feedback personalizzati dalle artiste che guideranno gli esercizi di disegno.

Sono infatti quattro le fumettiste che in questa occasione vestiranno i panni delle tutor, Fumettibrutti, voce originale della graphic novel italiana che per Feltrinelli Comics ha pubblicato tra le altre cose la trilogia composta da Romanzo esplicito, P. e Anestesia; Kalina Muhova che nel 2021 ha firmato la trilogia Scusa, Grazie e Prego (Rulez) e che con Odio l’estate (Rulez), ha vinto il Gran Guinigi (il premio che viene assegnato ai migliori prodotti del settore del fumetto in Italia nell’ambito della fiera del fumetto Lucca Comics & Games) per Miglior fumetto breve nel 2024; Sonno, artista che collabora con il quotidiano Domani come fumettista e curatrice e che per questo, nel 2023, ha ricevuto il Gran Guinigi per la Migliore iniziativa editoriale e infine Zuzu, artista e fumettista che ha esordito a 23 anni con Cheese (Coconino press-Fandango), opera pluripremiata anche all’estero, seguito da Giorni felici, candidato al premio Strega, e Ragazzo.

“Bande des femmes è anche una possibilità per portare di fronte a un pubblico ampio, perché ormai è un appuntamento fisso non solo per il quartiere e per la città, una serie di tematiche e di lotte che per noi sono cruciali e che comunque seguiamo nella nostra vita quotidiana -concludono le organizzatrici-. Inoltre proviamo sempre a invitare delle artiste, anche non occidentali, per portare uno sguardo diverso rispetto a quello a cui siamo abituate tramite il canale delle graphic novel e delle illustrazioni. Quindi, anche quest’anno la Palestina sarà sicuramente presente nella programmazione del festival e anche l’Iran”.

La presenza dell’artista visuale e fumettista iraniana Golrokh Nafis è infatti ancora in fase di conferma. In ogni caso, lo spazio dedicato al suo intervento rimarrà un’occasione per parlare della guerra e per provare a farlo in modo collettivo e aperto.

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