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TI SPAVENTO E POI TI CONSOLO (E MILITARIZZO)…

TI SPAVENTO E POI TI CONSOLO (E MILITARIZZO) Ci risiamo con gli allarmi. C’è Al Qaeda che potrebbe usare gli sbarchi di migranti per infiltrare militanti nel nostro paese e poi il sempreverde pericolo terrorista, che potrebbe insidiare i cortei…

TI SPAVENTO E POI TI CONSOLO (E MILITARIZZO)

Ci risiamo con gli allarmi. C’è Al Qaeda che potrebbe usare gli sbarchi di migranti per infiltrare militanti nel nostro paese e poi il sempreverde pericolo terrorista, che potrebbe insidiare i cortei sindacali. In aggiunta, più in generale, l’Italia potrebbe essere scelta per un attentato analogo a quello di Madrid dell’11 marzo scorso. Le prime due ‘profezie’ sono di Beppe Pisanu, ministro dell’Interno, la terza di Mario Mori, capo del Sisde. La conclusione di tutto è scontata: dobbiamo rafforzare gli apparati di sicurezza, accentuare i controlli, insomma militarizzare il territorio, come lasciano presagire valutazioni come questa, pronunciata dal generale Mori per ‘tranquillizzare’ tutti dopo avere evocato lo spettro dell’attentato: “Posso assicurare – ha spiegato Mori, che parlava al meeting ciellino di Rimini – che il più sperduto commissariato di polizia o la più decentrata compagnia dei carabinieri è decisamente in grado di reagire rispetto ad una minaccia di tipo terroristico, con una capacità di contrasto che è superiore a quella delle altre polizie europee”. Il cerchio è chiuso. Prima ci spaventano con scenari terrorizzanti poi ci garantiscono che siamo in buone mani. Il nostro compito è tenere bassa la testa e avere fiducia, magari incrociando le dita.

La strategia è vecchia come il mondo e la conoscono tutti i potenti. In tempi recenti, con l’accelerata dovuta all’11 settembre, siamo però oltre i limiti di guardia. Queste continue evocazioni degli attentati, del terrorosmo, delle infiltrazioni, sono destabilizzanti sul piano sociale e culturale. Di questo pòasso finiremo tutti come quel personaggio di Gaber che passeggiava per strada e alla vista di un uomo che gli veniva incontro, con qualcosa di poco visibile in braccio, si immaginava gli scenari più tremendi, salvo scoprire che il personaggio aveva in braccio solo un mazzo di fiori e, nell’incrociarlo, anziché saltargli alla gola, l’avrebbe addirittura salutato…

Non si sa più come combattere questa campagna che mira a irreggimentare la società, a scoraggiare la partecipazione pubblica, a indicare di continuo nemici nascosti. Oltretutto, si nota una certa tendenza ad alzare il tiro. Pisanu rispolvera anche la teoria dei “cattivi maestri”, pur non trovando di meglio che mettere all’indice il vecchio Toni Negri – sempre lui! – e il suo libro più recente, scritto con un professore statunitense e pubblicato negli Usa prima della traduzione italiana. “Taluni – dice Pisanu riferendosi alle nuove, eterogenee aree di quella che lui ritiene essere l’eversione – sembrano aver scoperto nuove basi teoriche comuni, come per esempio, il libro ‘Impero’ di Toni Negri. Dove trovano, se non una rilettura suggestiva del marxismo, una interpretazione della globalizzazione secondo la quale gli oppressi sono rappresentati non più dalla classe operaia, ma dalla ‘moltitudine’ dei lavoratori subordinati, dagli emarginati, immigrati e poveri oppressi dalle centrali finanziarie della globalizzazione”.

Il libro di Negri, che lo si condivida o no, è una rispettabile analisi della globalizzazione, apprezzata da alcuni, contestata da altri, ma è considerata seria e rispettabile dalla comunità degli studiosi. Non così per il ministro. Che intende dirci Pisanu, mettendo all’indice ‘Impero’? Dobbiamo stare attenti anche a quel che leggiamo? Al Qaeda e terroristi vari si stanno infiltrando anche nelle librerie? Sguinzaglieremo i servizi segreti anche fra gli scaffali?

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