Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Ambiente

Tav Firenze-Bologna: la Corte dei Conti indaga per danno erariale

Disseccamento e impoverimento di corsi d’acqua, sorgenti e acquedotti. Sono questi i reati sui quali si dovrà esprimere la Corte dei Conti che si è riunita il 7 dicembre a Firenze per discutere il giudizio di responsabilità per danno erariale causato nella zona del Mugello dai lavori per l’Alta Velocità ferroviaria della tratta che dal capoluogo toscano porta a Bologna.

Il danno è stato quantificato in 13,5 milioni di euro a fronte dei 741 milioni che erano stati contestati in fase istruttoria. Con le indagini anche il numero degli indagati è diminuito: dai 52 iniziali, ieri sul banco degli imputati c’erano 22 persone, tra cui molti ex amministratori nelle giunte regionali toscane degli anni ’90, il periodo in cui è stata deliberata la realizzazione della tratta in questione.
Tra loro l’attuale vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, che ha ricoperto la carica di presidente della Toscana dal 1992 al 2000, e Claudio Martini, assessore alla Sanità della giunta Chiti dal 1995 al 2000 poi eletto governatore della regione (dal 2000 al 2010). «La presenza di numerosi amministratori sottolinea la responsabilità di queste scelte politiche» commenta Pierluigi Tossani vicepresidente dell’associazione ambientalista Idra che fin dal 1994 ha monitorato i lavori dell’Alta Velocità toscana, presente ad adiuvandum al processo.

Di contro, la difesa ha sostenuto che le due giunte regionali presiedute da Vannino Chiti hanno fatto tutto il possibile per salvaguardare l’ambiente. «La difesa ha cercato anche di quantificare i vantaggi della realizzazione della tratta ad Alta Velocità per il territorio in modo da poterli paragonare alle perdite dovute al depauperamento del sistema idrico, considerato risorsa demaniale pubblica di grande valore» ci racconta Pierluigi Tossani presente al dibattimento. «Come associazione Idra pensiamo che non si possa arrivare a una “somma zero” tra le due componenti ma, se mai, a un danno doppio: oltre al disastro ambientale, i cittadini-utenti vedono ridursi e dequalificarsi quotidianamente il servizio ferroviario regionale a prezzi sostenibili a favore di lunghe e costose tratte ad Alta velocità. Il tutto in un Paese dove la maggior parte degli spostamenti avviene su percorsi brevi».

Ora non rimane che attendere la sentenza della Corte dei Conti per la quale bisognerà aspettare l’anno nuovo.
 

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.