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Finanza

Tassa sulle transazioni finanziarie: c’è anche l’Italia

Anche il nostro Paese tra gli 11 che all’Ecofin decidono di promuovere l’introduzione del nuovo meccanismo fiscale. Pochi giorni fa un’interpellanza parlamentare -presentata da 30 deputati- chiedeva conto al Governo della posizione che l’Italia sta assumendo nei negoziati attualmente in corso tra alcuni Stati Membri dell’Ue che intendono aderire alla cooperazione rafforzata per l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie (TTF)

Anche l’Italia "scommette" sulla Tassa sulle transazioni finanziarie. Questa mattina (9 ottobre, ndr) a Lussemburgo si è tenuta la riunione del Consiglio Ecofin dell’Unione Europea, con all’ordine del giorno la discussione circa l’introduzione di una Tassa sulle transazioni finanziarie attraverso il meccanismo della cooperazione rafforzata.

Come previsto dal trattato di Lisbona, per l’avvio della procedura di cooperazione rafforzata occorre l’adesione di almeno 9 Paesi Europei. Stando ai risultati della riunione di oggi, gli Stati membri dell’Unione Europea che hanno aderito sono 11: Germania, Francia, Austria, Belgio, Portogallo, Slovenia, Grecia, Slovacchia, Estonia, Spagna e Italia.

Dopo vari tentennamenti (vedi articolo sotto) e fino all’ultimo scettica, finalmente l’Italia è della partita. Ha sciolto le sue riserve ed esplicitato questa mattina la sua piena adesione. La lettera italiana alla Commissione verrà controfirmata a breve dal ministro dell’Economia e delle Finanze Grilli.
Dunque la Tassa sulle transazioni finanziarie è ora una certezza.

La Campagna ZeroZeroCinque, sostenuta da oltre 50 organizzazioni della società civile italiana, da anni svolge la sua attività di sensibilizzazione e di promozione di una piccola tassa, quel famoso granello di sabbia negli ingranaggi della finanza che ha il duplice vantaggio di frenare la speculazione e di generare un gettito da destinare al welfare, alla cooperazione allo sviluppo e alla lotta contro i cambiamenti climatici.
"Quello di oggi è un risultato molto importante, ma è solo un primo passo nella giusta direzione -sostiene Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque-. Continueremo, con ancora più forza, la nostra attività di sensibilizzazione della cittadinanza e di pressione sulle istituzionie per vigilare sulle modalità di applicazione della tassa, ad esempio per quali strumenti finanziari verrà applicata, data l’importanza che comprenda le operazioni in valuta e derivati, e sulla futura destinazione del gettito. La dimensione della finanza è tale per cui anche un’imposta dello 0,05% permetterebbe di generare ogni anno risorse significative che chiediamo al Governo italiano di destinare per finanziare misure volte a sostenere il welfare nel nostro Paese e per onorare i nostri impegni a livello internazionale in tema di cooperazione allo sviluppo e contrasto ai cambiamenti climatici.”

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Si è svolta l’interpellanza parlamentare presentata dagli On. Andrea Sarubbi (PD) e Federica Mogherini (PD), insieme ad altri 28 deputati per chiedere conto al Governo della posizione che l’Italia sta assumendo nei negoziati attualmente in corso tra alcuni Stati Membri dell’UE che intendono aderire alla cooperazione rafforzata per l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie (TTF).

Ancora una volta il Governo italiano ha nicchiato, evitando di dare una risposta ai firmatari dell’interpellanza e alle otre 50 organizzazioni promotrici della Campagna ZeroZeroCinque che da anni sostiene l’introduzione della tassa. “Una mancata risposta e motivazioni deboli sono state esposte questa mattina in aula dal Sottosegretario all’Economia e Finanza Vieri Ceriani” – afferma Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque.

Analizzando nel dettaglio la risposta del Governo la Campagna evidenzia le seguenti contraddizioni:
1. L’Italia condiziona la propria adesione alla TTF al raggiungimento di risultati sostanziali e credibili del pacchetto di norme economiche allo studio nell’Unione Europea per far fronte alla crisi. Questa condizionalità è alquanto discutibile: il Governo si sta preoccupando di arginare gli effetti della crisi  trascurando che la TTF è una delle misura adatte ad intervenire sulle cause. Non sostenere una tempestiva adesione per l’introduzione di questa misura significa perdere un’occasione per frenare nel più breve tempo possibile la speculazione.
2. Il Governo è preoccupato che la TTF possa fare aumentare lo spread in situazione di instabilità dei mercati. La dura realtà è che i mercati sono instabili proprio per la speculazione che invece vorremmo contrastare, l’effetto della liquidità non sarà rilevante se non riguardo al contenimento del doping dei mercati stessi. Prioritario ora è evitare che la speculazione faccia ulteriori danni, la TTF è una prima buona risposta a questo fine.
3. Il Governo ritiene prematura qualsiasi previsione di introduzione della TTF entro dicembre 2012, secondo l’impegno assunto dallo stesso Consiglio Europeo di giugno. E’ singolare che un Paese che vuole riaffermare sempre più il suo ruolo a livello internazionale, sembra in questa occasione assumere un atteggiamento attendista e poco collaborativo verso gli altri partner europei che pure si stanno attivando per l’introduzione della tassa.

“L’Italia in questo momento può giocare un ruolo decisivo, fin da subito, è inaccettabile questo suo immobilismo. Ci auguriamo che invece di continuare a tentennare e nascondersi, il Governo italiano segua al più presto l’esempio della Germania, della Francia e degli altri Paesi europei che stanno lavorando per frenare speculazione e finanza-casinò. Mai come ora la TTF puo’ diventare una realtà.

L’Italia può essere l’ago della bilancia in questo processo su scala europea, concretizzando un impegno richiesto dalla gran parte dei cittadini e dallo stesso Parlamento” – conclude Baranes.

La TTF rappresenta uno strumento di straordinaria efficacia per frenare la speculazione senza impattare l’economia reale e per generare un gettito da destinare alle politiche sociali interne e per politiche internazionali di cooperazione allo sviluppo e di contrasto ai cambiamenti climatici.

(Aggiornato il 9 ottobre ale ore 17.58)

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