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Sulla tariffa si gioca il futuro dell’acqua (pubblica)

Martedì 30 aprile l’Autorità idrica toscana discute il nuovo metodo tariffario. Intanto, le assemblea dei sindaci delle province di Prato, Pistoia, Firenze e Arezzo l’hanno bocciata. Publiacqua -gestore pubblico privato- promette di tagliare gli investimenti. E i movimenti -che presidieranno l’assemblea- chiedono che venga discussa la legge d’iniziativa popolare

Il nodo della (nuova) tariffa del servizio idrico integrato, quella predisposta dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas dopo il referendum del giugno 2011, viene al pettine in Toscana.
E non è un caso: la “Regione rossa” è stata la prima in Italia, già alla fine degli anni Novanta, ad avviare la privatizzazione delle società di gestione del servizio idrico integrato, un laboratorio sulle partnership pubblico privato poi esteso al resto del Paese. 

Martedì 30 aprile, l’Assemblea dei sindaci dell’Autorità idrica toscana (Ait) è chiamata a esprimere un parere in merito alla nuova tariffa dei servizi idrici. A questo proposito il Forum toscano dei movimenti per l’acqua ha espresso il proprio punto di vista, inviando una lettera aperta ai 287 sindaci che si riuniranno a Firenze, in piazzale delle Cascine 12 (accanto alla facoltà di Agraria), dove è in programma un presidio.

“Molti sindaci hanno la consapevolezza che le tariffe in essere e quelle in base al nuovo Metodo tariffario transitorio (MTT), definito dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), sono ‘illegittime’, cioè non rispettano la volontà espressa da 27 milioni di italiani di ‘rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua’.
Infatti le Conferenze territoriali 3 (Prato, Pistoia, Firenze) e 4 (Arezzo) hanno espresso un voto contrario alla nuova tariffa e altri pure approvandola hanno votato un documento di disapprovazione del nuovo metodo.
Non solo, con il nuovo MTT, si pongono anche degli scudi pesanti sull’eventuale ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, facendone lievitare i costi in modo consistente.
Comprendiamo la preoccupazione degli amministratori, [l’esigenza di] di garantire il servizio, ma riteniamo in questa fase sia di primaria importanza garantire etica, legalità e democrazia, cioè il rispetto dell’esito referendario e della volontà dei cittadini.
La formula toscana, sistema misto pubblico privato, si è dimostrata inadeguata, ha avuto il solo significato di ‘socializzare le spese di investimento e di privatizzazione dei profitti’, cioè il pubblico finanzia le spese più ingenti per il mantenimento delle reti idriche e il privato si tiene i profitti della gestione.
Inoltre la grande estensione delle reti idriche conferma la validità del rifiuto del Forum italiano dei movimenti per l’acqua a quanto deliberato dalla Regione, di avere un’unica Autorità regionale per l’acqua (Ait), in quanto manca conoscenza del territorio (il consumo di acqua è legato al bacino idrografico) e partecipazione democratica alle scelte e alle priorità.
Occorre che ogni sindaco metta al centro della propria riflessione e della propria iniziativa la gravità della crisi che il nostro paese sta attraversando: occupazione, redditi da lavoro o da pensioni, welfare, apparato produttivo e strutture amministrative hanno raggiunto un punto di non ritorno.
Le politiche di austerità, il taglio dei trasferimenti, il patto di stabilità e l’espropriazione che è stata fatta alle Amministrazioni Locali di tutti i servizi ai cittadini, di cui la vita associata ha bisogno, svuotano di funzioni il governo locale e uccidono i comuni. Non cogliere la dimensione di questo disastro e la rabbia dei cittadini rappresenta un grave errore, innanzitutto perché è il Comune e i suoi rappresentanti, in quanto livello di amministrazione pubblica a più diretto contatto con i cittadini, a diventare bersaglio della rabbia di chi viene escluso dai servizi e dal lavoro”.
La lettera parla anche di presunte minacce dei gestori, definiti “ricatti” che “vanno respinti”. In particolare, il riferimento è alla lettera che Erasmo D’Angelis e Alberto Irace, presidente e ad di Publiacqua -il gestore pubblico privato nell’Ato 3, che vede nella compagine azionaria Acea, Mps e Francesco Gaetano Caltagirone-, hanno inviato ai sindaci della conferenza territoriale n. 3 Medio Valdarno, al presidente della giunta regionale, all’assessore all’Ambiente, al presidente e al direttore dell’Autorità idrica toscana lo scorso 19 aprile, subito dopo il voto contrario alla nuova tariffa da parte dei sindaci del territorio: “Con la presente […] siamo a comunicarvi che la conseguenza di tale atto [la bocciatura della nuova tariffa idrica, ndr] ci obbliga, nostro malgrado, già nell’immediato al blocco degli investimenti programmati, inclusi quelli obbligatori per legge in materia di fognature e depurazione”. “In buona sostanza -continua la lettera di D’Angelis e Irace- il budget previsto di investimenti per l’anno 2013, pari a 65 milioni di euro, si riduce a circa 15 milioni di euro, a meno di interventi finanziaria sostitutivi da parte di Comuni, Regione o Stato”.

Tra le amministrazioni comunali coinvolte, la più “radicale” pare essere quella di Pistoia, il cui sindaco Samuele Bettinelli aveva inviato a tutti i colleghi una lettera, il giorno prima dell’assemblea dell’ex Ato 3 Medio Valdarno, invitandoli a riflettere sul rischio che il nuovo metodo tariffario, che sposta da dieci a venti anni la durata degli ammortamenti degli investimenti realizzati, pregiudicherebbe “la realizzabilità di futuri processi di ripubblicizzazione del servizio idrico”.

Nella propria lettera aperta, il Forum toscano ricorda ai sindaci che “una proposta di legge giace in Parlamento da più di 2 legislature e non è mai stata discussa: ‘Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico’”, e invita gli amministratori “a garantire il rispetto dei principi democratici su cui si fonda la nostra repubblica. Durante l’assemblea dell’Autorità idrica toscana saremo in presidio per appoggiarvi in questa scelta e chiediamo di intervenire all’assemblea per condividere con voi le nostre considerazioni. Perché si scrive acqua e si legge democrazia”.

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