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SUDDITI Sembra che Massimo D’Alema, durante l’incontro di ieri con Condoleeza Rice, abbia chiesto alla segretaria di stato statunitense, di tenere conto delle preoccupazioni della popolazione vicentina per l’impatto ambientale del previsto – e da poco ‘autorizzato’ – allargamento della…

SUDDITI

Sembra che Massimo D’Alema, durante l’incontro di ieri con Condoleeza Rice, abbia chiesto alla segretaria di stato statunitense, di tenere conto delle preoccupazioni della popolazione vicentina per l’impatto ambientale del previsto – e da poco ‘autorizzato’ – allargamento della base militare di Vicenza.

Il tono e contenuti di quest’affermazione del ministro degli esteri si prestano a due considerazione. La prima è che "le preoccupazioni della popolazione" vicentina vanno ben oltre l’impatto ambientale (peraltro forte): stiamo parlando d’insediare a Vicenza le truppe e i mezzi destinati ad attaccare l’Iraq e in futuro – probabilmente – Siria e Iran, e comunque tutti quei paesi che gli Usa, senza consultare nessuno, decideranno di bombardare o di invadere. Anche tralasciando gli orientamenti antiguerra dei vicentini, è evidente che una base del genere espone la città a forti rischi di rappresaglia.

La seconda considerazione è che D’Alema è parso pietire un comportamento comprensivo, come se non si parlasse di un pezzetto di suolo nazionale e come se lui non fosse un ministro della Repubblica. E’ questo il grado di autonomia che ci resta? E’ così che esercitiamo la sovranità nazionale? Certo, il Cermis, il caso Calipari, la vicenda Abu Omar dimostrano che la nostra sovranità è assolutamente limitata, ma ora dobbiamo prendere atto che i nostri ministri, nei faccia a faccia con quelli statunitensi, non fingono nemmeno più di essere interlocutori alla pari.

Intanto corre voce che Gianni De Gennaro, attuale capo della polizia (da parecchi anni), sarà davvero il capo dei servizi segreti non appena questi saranno unificati. E’ una delle "riforme" in cantiere in consiglio dei ministri. De Gennaro è notoriamente uomo di fiducia degli Stati uniti, e in particolare della Cia. I nostri ministri degli interni in questi anni non hanno mai osato contraddirlo, nemmeno di fronte alle sue più imbarazzanti prove d’arroganza, ad esempio su Genova e  su Abu Omar.

Ma davvero non si può fare niente per questa incipiente degenerazione delle nostre istituzioni, della nostra democrazia?

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