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Diritti / Opinioni

Sovvertire il diritto d’asilo

Il 22 maggio Donald Trump ha incontrato alla Casa Bianca il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa. Il presidente americano ha accusato Pretoria di perpetrare un genocidio degli afrikaners © The White House
Tratto da Altreconomia 282 — Giugno 2025

Ha suscitato attenzione anche nei media italiani la decisione del governo degli Stati Uniti di attuare un piano di reinsediamento nel Paese di afrikaner, ovvero di cittadini sudafricani bianchi discendenti dei colonizzatori olandesi, ritenendo che siano esposti a persecuzioni da parte dell’attuale governo del Sudafrica. Secondo il vice-capo dello staff della Casa Bianca, Stephen Miller, “si tratta di persecuzione basata su una caratteristica protetta, in questo caso, la razza.

Sempre secondo l’amministrazione Usa, tale persecuzione verrebbe attuata attraverso forme arbitrarie di sequestro delle loro fattorie, senza alcun compenso in forza di una recente nuova normativa voluta dal governo sudafricano.

La situazione, secondo quanto evidenzia Chris McGreal sul Guardian del 14 maggio, appare ben diversa in quanto la legge ha lo scopo di affrontare le profonde disuguaglianze come risultato della legislazione dell’apartheid e coloniale che ha portato alla minoranza bianca, che costituisce solo il 7% della popolazione sudafricana, a possedere ancora oltre il 70% dei terreni agricoli più di tre decenni dopo la fine del sistema di apartheid imposto dal governo dominato dagli afrikaner. Permette l’espropriazione in circostanze eccezionali, come la terra abbandonata, ma generalmente richiede un risarcimento ‘giusto ed equo’”.

In parallelo alla decisione di accogliere alcuni afrikaner l’amministrazione Trump ha deciso di bloccare tutte le procedure di reinsediamento di rifugiati verso gli Usa già precedentemente decise, comprese quelle che riguardano migliaia di afghani ancora bloccati in Paesi terzi (tra cui tremila in Albania) in attesa di entrare negli Stati Uniti.

Il governo ha anche annunciato, tramite la segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem, la cessazione a luglio 2025 del programma di protezione temporanea (Tps) per quelli che si trovano nel Paese (circa novemila persone) in quanto la situazione in Afghanistan sarebbe diventata in generale sicura.

Con la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951 (e con il Protocollo di New York del 1964) il diritto d’asilo da arbitraria concessione di uno Stato verso un cittadino di un altro Paese che chiede protezione è progressivamente divenuta un diritto dell’individuo connesso al possesso dei requisiti indicati dalla Convenzione che i pubblici poteri sono solo chiamati a riconoscere (da qui la comune e corretta espressione di “riconoscimento” della sussistenza del diritto alla protezione, procedimento che ha natura meramente dichiarativa e non costitutiva).

Nella Costituzione italiana (art. 10 c. 3) l’asilo è concepito come diritto soggettivo perfetto dello straniero cui è impedito l’esercizio effettivo delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione stessa. Le scelte fatte dal governo Usa non sono solo espressione di una politica migratoria spregiudicata bensì hanno la chiara finalità di porre fine all’attuale sistema giuridico internazionale di protezione dei rifugiati, basato sul riconoscimento del diritto dell’individuo a chiedere e ottenere protezione indipendentemente dalla volontà politica di un dato governo.

Gli afrikaner detengono il 70% dei terreni agricoli e costituiscono appena il 7% della popolazione

Sarebbe miope non vedere come, seppure in un contesto caratterizzato da maggiori cautele e limiti, anche l’Unione europea è attraversata dalla stessa tendenza a sovvertire il sistema giuridico delle garanzie. La questione dell’individuazione dei cosiddetti “Paesi di origine sicuri” in attuazione di scelte politiche, anche nel caso in cui si pongano in aperto conflitto con i criteri giuridici imparziali e astratti, ne è un caso lampante, anche se non unico.

Lo scopo finale, sempre meno celato, è quello di cercare di tornare a una concezione del diritto d’asilo pre-moderna, quale forma di benevola concessione dello Stato che la elargisce se e quando lo ritiene funzionale al conseguimento di obiettivi di politica interna o estera, e non quale procedimento giuridico di riconoscimento di un fondamentale e incomprimibile diritto dell’individuo.

Gianfranco Schiavone è studioso di migrazioni. Già componente del direttivo dell’Asgi, è presidente del Consorzio italiano di solidarietà-Ufficio rifugiati onlus di Trieste

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