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Solidi e solidali – Ae 86

L’esperienza della bottega di Feltre, dove volontari e malati psichici lavorano insieme Il commercio equo e solidale è una porta sul mondo. E la bottega di Feltre (Belluno) anche di più: a gestirla, insieme ai volontari, sono una ventina di…

Tratto da Altreconomia 86 — Agosto 2007

L’esperienza della bottega di Feltre, dove volontari e malati psichici lavorano insieme


Il commercio equo e solidale è una porta sul mondo. E la bottega di Feltre (Belluno) anche di più: a gestirla, insieme ai volontari, sono una ventina di malati psichici della Comunità terapeutica residenziale protetta (Ctrp). La Comunità è all’interno del vecchio manicomio, che ospita anche il magazzino dei prodotti. La bottega a due minuti a piedi.

“Se non fosse stato per questo progetto non avremmo aperto a Feltre”, spiega Maurizio Milani, ex presidente della cooperativa “Samarcanda”, 140 soci e altri due negozi a Belluno e Pieve di Cadore. Il progetto si chiama “Solidi e solidali” ed è nato da una collaborazione con l’Unità locale socio-sanitaria (Ulss) di Feltre e il Comune. “Secondo il dottor Vito Gallio, responsabile del Ctrp -continua Maurizio-, per la salute dei pazienti era utile lavorare in un negozio dove non ci fosse, però, lo stress da vendita”. Un esperimento già fatto: in Sicilia la cooperativa Enghera (www.enghera.it), tre botteghe ad Acireale, Catania e Giarra, fa inserimento lavorativo dal 1998, prima di persone con disagio economico e poi -dal 2003- anche di tossicodipendenti e persone affetta da problemi mentali.

A Feltre, tre persone sono impegnate al bancone durante l’orario di apertura al pubblico (3 ore al giorno). Altri 4 si occupano del magazzino, anche se quando arriva un camion c’è bisogno dell’aiuto di tutti per scaricare: “Perché per alcuni pazienti la patologia è tale che non si può chiedere loro un impegno costante, che risulta gravoso”, racconta Ivana, la responsabile della bottega. “L’apertura di una bottega a Feltre -racconta il dottor Gallio- offre ai degenti una ‘porta sulla strada’, la possibilità di un’occupazione non del tutto interna alla Comunità ma ‘mediata’ rispetto al mondo esterno”: ci vuole tempo perché i pazienti sviluppino la capacità di affrontare la durezza della vita quotidiana e un lavoro “fuori”. “In bottega i colleghi sono i volontari -riprende Gallio-, persone ‘calibrate’ su relazioni sociali e non solo economiche. Questo garantisce un maggiore interscambio e la possibilità di sviluppare relazioni che non sono più quelle ospite/operatore”. Tutti i degenti del Ctrp sono sollecitati a collaborare. Negli ultimi tre anni il progetto di Samarcanda e Ulss di Feltre ha vinto il premio “C’entro anch’io” di Coop Adriatica. Così alcuni degenti, accompagnati da un operatore, volantinano al supermercato Coop locale per chiedere i soldi del “ristorno” (il bonus che Coop riconosce ogni anno ai soci, che possono decidere di destinarla a progetti di solidarietà). Dopo l’esperienza in bottega oggi un paio di degenti del Ctrp lavorano fuori, come aiuto cuoco e addetta alle pulizie in una casa di riposo: a differenza dei manicomi, dove l’internamento poteva durare tutta la vita, il Ctrp accompagna i malati psichici fuori dalla degenza (che a Feltre dura in media dai 3 ai 5 anni). Da sei mesi all’interno dell’ex manicomio è nato anche un laboratorio per realizzare bomboniere “eque, solidali e sociali”, confezionate con prodotti del commercio equo dagli ospiti della Comunità -per i quali è una possibilità di guadagno-. La bottega è in via Borgo Ruga 6 (orario: mar-sab 16-19; mar e sab 9-12). Info: samarcanda.feltre@livecom.it; tel. 0439-89.734 (Ivana).



Gonfie vele, mente libera

In tutta Italia esistono numerose esperienze di inclusione dei soggetti con disagio psichico. Tra le altre c’è anche “Creola”, una barca a vela (a sinistra) di 13 metri che dall’estate 2006 esce ogni venerdì, sabato e domenica, per tre o quattro ore, con 4 o 5 ragazzi accompagnati da due educatori più uno skipper. Loretta Aluigi, psicologa, organizza i gruppi: “Stare in barca -racconta- comporta la condivisione di uno spazio ristretto. Crea una micro-comunità in mezzo al mare. E ha portato anche miglioramenti dal punto di vista clinico”.

Il progetto “A gonfie vele” è promosso dall’associazione Libera.mente di Fano in collaborazione con i Dipartimenti di salute mentale di Jesi, Senigallia e Fano e lo sponsor del gruppo “Elica”. Libera.mente è nata nel luglio 2002 per “far politica per la salute mentale”, spiega Vito Inserra, il presidente: “Il nostro slogan è una casa, un lavoro, una rete sociale” per i malati psichici. Riunisce cento famiglie.

Info: liberamente2002@hotmail.com

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