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Solidali nell’emergenza: come hanno reagito le reti e i gruppi di acquisto

Per effetto delle misure di contenimento, i Gas e i distretti si sono dovuti ripensare. Consegne a domicilio, presenza sul web, ordini concentrati. Hanno fatto rete e aiutato i produttori locali, riattivando la filiera. In alternativa ai supermercati

Tratto da Altreconomia 226 — Maggio 2020
© Barikamà

Le misure emanate dal governo per contrastare la diffusione del Coronavirus hanno avuto inizialmente degli effetti negativi sul mondo dell’economia solidale: i Gruppi di acquisto hanno dovuto interrompere le attività, i mercati a filiera corta sono stati chiusi e i piccoli produttori si sono trovati improvvisamente senza più spazi espositivi né reti di appoggio. A complicare ulteriormente la situazione hanno contribuito le diverse declinazioni date alle disposizioni governative dalle amministrazioni locali, che hanno applicato con più o meno forza quanto previsto dai decreti a seconda dei casi specifici. Ma dopo un primo momento di disorientamento, molte realtà sono riuscite a rimettersi in piedi e a reinventarsi al fine di trovare una strategia che permettesse alla piccola filiera di riattivarsi.

© MondoMangione

“All’inizio siamo stati in dubbio se sospendere o meno le attività e solo dopo aver capito insieme come lavorare in sicurezza abbiamo scelto di andare avanti”, raccontano da MondoMangione, la cooperativa di consumatori critici attiva a Siena da più di 15 anni (mondomangione.it). “Possiamo sostenere i produttori e continuare a offrire il nostro servizio ai soci e ai clienti della cooperativa”. Per adeguarsi alle indicazioni dell’esecutivo e andare incontro a chi non se la sente di recarsi in negozio o non risiede in città, MondoMangione ha attivato anche il servizio a domicilio per Siena e comuni limitrofi. Un modo per non rinunciare alla spesa bio, locale e solidale, come scrive MondoMangione sul proprio sito web.

Ad aver adottato la consegna a domicilio come risposta allo stop imposto alla filiera corta dai decreti governativi è stata anche la Rete economia sociale e solidale di Roma (Ress Roma, facebook.com/reslazio). “Abbiamo avviato la campagna ‘Stiamo a casa ma restiamo solidali’ per continuare a operare nel rispetto della salute dei nostri gasisiti”, spiega Clara, aderente della Ress. “Molti Gas si sono organizzati con i produttori per far arrivare la spesa a casa”. La Ress ha anche lanciato l’idea dei “Gruppi di acquisto condominiale” con l’obiettivo di concentrare più ordini nelle stesse zone di Roma e venire incontro alle esigenze dei piccoli produttori, alcuni dei quali si sono trovati a gestire un numero troppo elevato di domande. “Dopo una prima incertezza abbiamo trovato un modo per facilitare il lavoro dei Gas e stiamo anche contattando diversi Municipi per ampliare la nostra rete”, continua Clara. “La speranza è che questa emergenza permetta anche ad altri di scoprire la filiera corta e di capire che un diverso tipo di consumo solidale e sostenibile è possibile”. Per facilitare l’incontro tra produttori e consumatori consapevoli, la Ress ha anche creato una mappa in cui sono segnalati Gas, botteghe solidali e produttori attivi sul territorio romano.

“La speranza è che questa emergenza permetta anche ad altri di scoprire la filiera corta e capire che un diverso tipo di consumo solidale è possibile” – Clara

© Solidaria Bari

A reinventarsi è stata anche Solidaria, l’associazione nata a Bari nel 2014 con l’obiettivo di dar vita a un’esperienza di tipo cooperativo e mutualistico a partire dalla creazione di una filiera produttiva etica, partecipata e fuori mercato. Insieme ad altre realtà del territorio Solidaria gestisce lo spazio Bread&Roses (facebook.com/breadandrosesbari). “Svolgevamo lì le nostre attività ma con l’emergenza Coronavirus abbiamo dovuto sospendere tutto”, spiega Marilisa di Solidaria. “Per non fermarci abbiamo trasformato la distribuzione della salsa SfruttaZero e delle verdure in consegne a domicilio”. In questo modo, “40-50 persone hanno accesso a prodotti di qualità in agro-ecologia e sostengono il lavoro di chi porta avanti questi progetti tramite forme di mutuo aiuto”. Nelle settimane dell’emergenza il numero di persone che hanno contattato Solidaria per la spesa a domicilio sono raddoppiate, portando l’associazione a unirsi ad altri contadini per soddisfare tutte le richieste.

Anche il Distretto di economia solidale di Varese (des.varese.it) ha visto il proprio progetto crescere in piena emergenza, racconta Alberto Gariboldi, presidente. “Dopo la prima misura abbiamo sospeso gli ordini e smistato le ultime consegne, passando poi al servizio a domicilio. Abbiamo comunicato tramite Facebook le misure che avevamo adottato senza sponsorizzarle molto ma con il passaparola abbiamo triplicato gli ordini e ricevuto 50 nuove richieste di registrazione al sito da parte di privati e Gas”. Due anni fa il Des ha dato vita al progetto della Piccola e Poetica Distribuzione organizzata con la collaborazione della rete Gas Varese: l’obiettivo è aprire anche ai privati -andando oltre la rete dei soli Gas- e sostenere i produttori locali grazie anche alla collaborazione con la cooperativa sociale Ginestra che si occupa della logistica.

© Gas di Cagliari

Nel contesto attuale il servizio svolto da Rete Des, ricorda Alberto, è utile sia per le famiglie sia per i produttori, evitando ai primi di recarsi al supermercato e permettendo ai secondi di continuare a lavorare. “Passata la crisi, probabilmente i Gas ritireranno nuovamente in magazzino e non tutti i privati continueranno a far parte della nostra rete ma per alcune famiglie è un’occasione per fare una scelta di valore anche per il futuro per cui speriamo che continuino a ordinare da noi”.
Non tutti però sono riusciti a trovare una soluzione alle limitazioni imposte. “Abbiamo dovuto interrompere le nostre attività dal primo giorno di quarantena perché operiamo solo su piazza e tutti i mercati sono stati chiusi”, racconta Lucio, socio fondatore e presidente del Gas di Cagliari (facebook.com/GAS-CAGLIARI-CIRCOLO-APERTO). “Abbiamo chiesto all’amministrazione locale di fornirci in comodato d’uso un locale in cui raccogliere le verdure e far partire le consegne a domicilio ma non abbiamo ricevuto risposta”. L’unica soluzione, continua Lucio, è attendere la riapertura dei mercati. “Non chiediamo nulla di diverso da quello che viene concesso alle imprese di profitto come i supermercati”.

A doversi fermare è stato anche il Gas di Soncino, in provincia di Cremona. “Essendo in una delle provincie più colpite, non sempre è stato possibile portare a temine tutti gli ordini”, dice Elena, presidente di GasOglio (gasoglio.org). “Quando la situazione si è aggravata e sono intervenute nuove norme restrittive di limitazione degli spostamenti abbiamo preferito sospendere tutti gli ordini. Gli unici ancora attivi sono i produttori che possono garantire consegne individuali a domicilio”.
La mancanza di uniformità nelle misure prese a livello locale nella gestione dell’emergenza Coronavirus non ha permesso una risposta omogenea sul territorio nazionale da parte dei diversi soggetti della filiera corta. Tuttavia, la Rete italiana economia solidale (Ries, economiasolidale.net) ha organizzato un incontro online per raccogliere problematiche ed esperienze locali, come spiega Riccardo Troisi, uno dei fondatori della Rete nazionale. “Abbiamo creato una piccola guida con relativi documenti di autocertificazione per aiutare Gas e produttori ad operare, basandoci sulle soluzioni trovate dalle singole realtà. In sede di confronto abbiamo anche rilevato la necessità di fare pressioni sulle istituzioni per legittimare le attività della filiera corta, come i Gas e la piccola distribuzione organizzata. Il nostro obiettivo è far capire che esistono catene alternative alla grande distribuzione che rafforzano la piccola produzione locale e che non possono essere cancellate”.

Sono 22 i soci fondatori della Rete italiana economia solidale. Per rispondere all’emergenza sanitaria, la Ries ha raccolto le problematiche delle esperienze locali e ha redatto una guida con i documenti di autocertificazione per aiutare Gas e piccoli produttori. © Ries

Come sostiene anche Francesca Forno, docente di Sociologia dei consumi all’Università di Trento, in questo momento di crisi in cui il locale è tornato centrale, i soggetti della filiera corta dovrebbero dimostrarsi pronti a partecipare a questo cambiamento per garantire maggiore giustizia sociale e ambientale ai processi in atto. Non tutti gli attori dell’economia solidale però hanno avuto la stessa capacità di reazione rispetto alle direttive del Governo: “A reinventarsi sono stati principalmente i Gruppi capaci di fare rete e di implementare sia sistemi fisici sia virtuali. I Gas sono generalmente restii all’uso della rete in quanto promotori di relazioni di prossimità ma con le direttive governative l’online ha potuto svolgere un ruolo importante”. La crisi attuale ha anche dimostrato per i movimenti dell’economia solidale l’importanza di avere un’organizzazione comune, facendo emergere il valore del lavoro svolto dalla Ries, soprattutto in prospettiva. “Più ci si organizza più si guadagna in capacità di influenzare i processi in atto”.

“Se non ci riappropriamo della dimensione locale dell’economia perdiamo la possibilità di implementare un modello economico diverso” – Francesca

L’auspicio, conclude Forno, è che i movimenti dell’economia solidale non si lascino sovrastare da questo momento e continuino a spingere per l’affermazione di una nuova economia che metta al centro la cura delle persone e dell’ambiente: “Se non ci riappropriamo ora della dimensione locale dell’economia perdiamo la possibilità di implementare un modello economico diverso da quello basato sul solo profitto che ha già portato al degrado dei nostri ecosistemi e a un aumento della disuguaglianza sociale. Non possiamo permetterci di tornare, ancora più poveri, al punto di partenza”.

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