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Solidali in circolo

In tutta Italia si diffondono i Gas delle Acli. L’associazione investe sugli stili di vita e le famiglie rispondono tornando ad iscriversi in massa Daniela consulta il sito, sceglie i prodotti, fa il suo ordine: frutta, verdura, carne, formaggi. Oggi…

Tratto da Altreconomia 118 — Luglio/Agosto 2010

In tutta Italia si diffondono i Gas delle Acli. L’associazione investe sugli stili di vita e le famiglie rispondono tornando ad iscriversi in massa

Daniela consulta il sito, sceglie i prodotti, fa il suo ordine: frutta, verdura, carne, formaggi. Oggi è domenica: andrà a ritirare i prodotti venerdì. Daniela fa parte di un gruppo di acquisto solidale (come ce ne sono a centinaia in Italia) che però ha una particolarità: è nato all’interno di un circolo Acli. Quello di Chiari, in provincia di Brescia, per essere precisi, dove Daniela -31 anni- vive e lavora.
I gas aclisti sono un “sottoinsieme” dell’universo dei gruppi di acquisto solidali italiani, una declinazione che tuttavia ha una sua identità precisa e numeri in crescita, anche perché quando parliamo di Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) parliamo di un’associazione che conta oggi oltre 986.000 iscritti, in Italia e all’estero, e 8.100 strutture territoriali, tra cui 3.500 circoli, 106 sedi provinciali e 21 regionali (www.acli.it). È proprio nel circolo Acli di Chiari che Daniela, venerdì, andrà a ritirare i suoi prodotti. Provengono da un gruppo nutrito di aziende locali, per la maggior parte bio. “La qualità è impareggiabile, e i prezzi molto contenuti” ci spiega.
Per entrare nel Gas aclista di Chiari si deve essere tesserati all’associazione. Oggi sono circa 60 le famiglie che hanno aderito. Ma non è una regola per tutti gli altri Gas aclisti, che sono più di un centinaio, concentrati soprattutto nel Nord Italia: un movimento che coinvolge almeno 6mila persone.
L’attenzione delle Acli per i gruppi di acquisto e più in generale per l’economia solidale ha radici lontane. Le prime cooperative di consumo e gli spacci per i lavoratori nei circoli nacquero già a partire dal dopoguerra, riprendendo la tradizione degli spacci cooperativi della fine del diciannovesimo secolo, aboliti durante il ventennio fascista. “L’idea dei gruppi di acquisto non è nuova per le Acli -hanno scritto Gianni Bottalico, presidente delle Acli provinciali di Monza e Brianza, e Andrea Villa, segretario provinciale all’economia solidale e stili di vita sostenibili-. Non si tratta però solo di aumentare la capacità di acquisto delle famiglie italiane, ma anche di rendere accessibili alcune tipologie di acquisto ad alto valore aggiunto. Il consumo consapevole è un nuovo strumento di cittadinanza attiva”.
Il sito dal quale Daniela di Chiari ha fatto gli ordini (www.tuttogaschiari.it) è una piattaforma ideata in realtà dal Gas aclista di Mestre. Quest’ultimo, nato con la collaborazione del Comune di Venezia nel 2008, ha sede nel circolo Achille Grandi (www.tuttogas.org). 350 famiglie coinvolte, ordini per 5mila euro a settimana,
15 volontari che si danno il turno nella sede permanente che è dotata anche di una cella frigorifera per conservare i prodotti ordinati, con tanto di autorizzazione dell’Asl.
A Mestre hanno anche fatto due conti: quasi la metà della merce distribuita è biologica, oltra la metà dei fornitori dista meno di 15 chilometri, oltre l’80% degli acquisti entro i 30 chilometri. E il distributore di latte crudo alla spina ha erogato in un anno 47mila litri.
Il Veneto, dove insieme alla Lombardia il fenomeno dei Gas aclisti è piuttosto diffuso, ha anche dato il via a una rete regionale dei gruppi di acquisto, con Rovigo, Padova e Venezia in testa. E i circoli che hanno avviato un gas nel veneziano hanno visto crescere fino al 50% il tesseramento.
Giulia Vairani lavora per l’ufficio economia solidale delle Acli di Milano: “L’attenzione all’economia solidale per le Acli è un fenomeno non recente, ma iniziato ormai una decina di anni fa con la creazione di botteghe del commercio equo” spiega. Anche lei fa parte di un Gas, il “Gassurdo” del quartiere Inganni di Milano. Fa riferimento al circolo Acli “Oscar Romero”, ne fanno parte una ventina di famiglie e non è necessario essere tesserati. Il Gas esiste da un anno circa (“ma niente sito”) e ha aderito a BuonMercato, l’iniziativa lanciata dal Comune di Corsico con alcune realtà dell’hinterland milanese (tra cui il circolo Acli di Buccinasco, www.buonmercato.info). Giulia ha contato 13 gruppi di acquisto aclisti nella sola provincia milanese, per quasi 300 famiglie. Abbiategrasso, Cerro Maggiore, Cinisello Balsamo, il Gas “condominiale” della “casa ecologica” del quartiere Bovisa di Milano. Esiste anche un Gas nel difficile quartiere milanese di Quarto Oggiaro, un’esperienza che sottolinea il valore “sociale”, prima che commerciale, della visione aclista dei Gas. “Il gruppo d’acquisto s’inserisce in un progetto di coesione sociale che le Acli Lombardia promuovono dal 2007 nel quartiere” conferma Gianluca Alfano, delle Acli Lombardia. “Un’occasione unica per favorire le relazioni tra i cittadini, il mutuo aiuto e la cittadinanza attiva”.
Il Dipartimento pace e stili di vita delle Acli nazionali ha il compito di promuovere la nascita di Gas aclisti in tutta Italia. David Marchiori, veneziano, ne è il coordinatore: “Non sappiamo con precisione quanti siano i Gas aclisti nati spontaneamente. Potrebbero essere oltre un centinaio. Sappiamo che quelli ‘tutorati’ da noi sono una ventina, tra Lombardia, Veneto, Lazio, Sardegna. L’attenzione delle Acli nei confronti del consumo e dei più ‘deboli’ c’è sempre stata. Ma in questa categoria oggi dobbiamo mettere non solo le famiglie, ma anche i produttori e il territorio. Il gruppo di acquisto non è semplicemente una buona pratica, ma un modo di vivere. Un pezzo di scenario che per noi si compone con l’educazione alla pace, con l’inclusione sociale, con la coesione -come insegna il caso di Quarto Oggiaro-, la consapevolezza e la cittadinanza. Rispetto ai Gas ‘normali’, quelli delle Acli possono contare su una rete già strutturata. che permette di raggiungere anche i meno consapevoli. E questo ha aiutato anche a rivitalizzare il tessuto dei nostri circoli”.

Il trucco del marchio
Perché quando si va al supermercato si esce con tanti prodotti che non si voleva acquistare?
"Label" è un monologo teatrale -prodotto dalle Acli nazionali- che parla dei trucchi e delle astuzie nella vendita del cibo, delle moderne strategie di marketing da supermercato e delle ombre delle catene distributive. Vendere è legge suprema del mercato, superiore a tutto, e il cibo è prezioso. “Il nostro cervello funziona come un suq viaggiante in cui si contratta tutto, il nostro cioccolato preferito non lo scegliamo noi e il biscotto che ogni mattina inzuppiamo nel latte è stato creato a tavolino da chimici e ingegneri e non da un gruppo di gourmet del gambero rosso”. Label racconta con umorismo cosa si nasconde dietro l’etichetta del nostro gelato preferito e dietro la facciata rassicurante del supermercato sotto casa. E riflette sulle responsabilità che stanno dietro gli scandali alimentari e quali interessi sono causa delle migliaia di chilometri che le merci devono compiere prima di raggiungere lo scaffale.
Il testo è stato sceneggiato e messo in scena da Massimo Donati e Alessandra NocIlla, con l’interpretazione di Claudia Facchini. Info per date e prenotazioni: david_marchiori@yahoo.it

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