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Società, ambiente e pace. Questione di bilancio – Ae 23

Numero 23, dicembre 2001Estensione del Reddito minimo di inserimento come misura base per la lotta alle nuove povertà, un serio programma di investimenti ambientali per rispettare gli accordi di Kyoto, l'incremento di risorse per la cooperazione allo sviluppo in un…

Tratto da Altreconomia 23 — Novembre 2001

Numero 23, dicembre 2001

Estensione del Reddito minimo di inserimento come misura base per la lotta alle nuove povertà, un serio programma di investimenti ambientali per rispettare gli accordi di Kyoto, l'incremento di risorse per la cooperazione allo sviluppo in un quadro di nuove politiche Nord-Sud.

Sono questi i capisaldi della “Finanziaria alternativa”, il secondo rapporto della campagna “Sbilanciamoci” sostenuta da una trentina di organizzazioni della società civile italiana. Un lavoro che “oltre a dare una lettura complessiva degli orientamenti di politica economica che emergono dalla legge Finanziaria e dal Bilancio dello Stato, sviluppa proposte alternative su come usare la spesa pubblica per la società, l'ambiente e la pace”.

Ma che si misura anche con i vincoli europei e i conti, tanto da presentare una “manovra” di circa 12 miliardi di euro (23 mila miliardi di lire) di nuove spese coperte da altrettante entrate.

Coordinati dall'associazione Lunaria, esponenti delle organizzazioni della Campagna hanno lavorato fin da gennaio per prepararsi agli appuntamenti istituzionali della formazione del bilancio dello stato italiano. Il rapporto è stato presentato a Roma il 23 ottobre e ora è in corso un tour di presentazioni in varia città d'Italia. A partire dai contenuti del rapporto, parlamentari dei Ds, Verdi e di Rifondazione comunista hanno presentato sei emendamenti alla Finanziaria, tutti bocciati al primo giro in Senato. L'anno scorso invece, su quindici emendamenti presentati, sei – sulla sanità- erano stati accolti.

“Sbilanciamoci” sottolinea in primo luogo una cosa: “Contrariamente alla logica corporativa che anima le tante lobby e categorie che si fanno vive in tempi di finanziaria, il rapporto prospetta provvedimenti e politiche di fondo che contribuiscono ad accrescere il benessere di tutti, rovesciando le priorità delle politiche fiscali e monetarie e proponendo un nuovo modello di sviluppo equo, sostenibile fondato sulla pace e la solidarietà”. Non si tratta quindi del tradizionale “assalto alla diligenza” delle leggi di bilancio per ritagliarsi qualche favore o qualche finanziamento. La politica del governo Berlusconi viene passata al setaccio: “La proposta di legge finanziaria approvata dal Consiglio dei Ministri il 28 settembre 2001 si inserisce nel contesto di una serie di misure che, fin dai primi giorni di insediamento del Governo, disegnano uno scenario nuovo per l'Italia”.

Anche se il disegno dopo l'11 settembre “ha subito un rallentamento per effetto della paura di recessione e di una guerra dagli effetti imprevedibili” la strategia di fondo resta: “togliere spazio alla funzione redistributiva dello Stato (esemplificazione massima ne è la tassa di successione); elargire privilegi ai grandi gruppi industriali (grandi opere, privatizzazioni, diritto societario); concedere piccoli favori all'elettorato medio, adeguatamente gonfiati dai mass media (pensioni minime, detrazioni figli a carico, tutte misure più simili alla beneficenza che ad un welfare moderno)”.

L'obiettivo, secondo l'analisi della campagna, è quello di arrivare al punto in cui la tassazione peserà soprattutto sui ceti medi e «allora saranno proprio questi, a cui non è facile proporre ora tagli alla spesa sociale, a chiedere che l'apparato pubblico sia ridotto ai minimi termini».

L'impostazione di “Sbilanciamoci” è invece molto diversa: individuazione di priorità sociali e ambientali nello sviluppo, mantenimento di un ruolo dello Stato sia pur insieme al terzo settore, taglio nelle spese meno “sociali” come la spesa militare, imposizione fiscale sull'utilizzo di risorse scarse e sulla speculazione finanziaria.

Le scelte di spesa dipendono dall'analisi del contesto. Ad esempio: la povertà relativa (reddito mensile inferiore al milione e mezzo) tocca 7 milioni e mezzo di persone, l'11,9% delle famiglie.

La nuova importante condizione di povertà è quella dei working poors, i poveri che lavorano e che ciò nonostante vivono in condizioni precarie.

Questo è dovuto soprattutto alle nuove caratteristiche del mercato del lavoro: alta percentuale di lavoratori autonomi -poco meno di un terzo della forza lavoro- con la crescita recente delle collaborazioni coordinate e continuative (1 milione e 800 mila); lavoro a termine e part-time. Da qui le proposte principali: “Da un lato un piano nazionale di servizi all'infanzia capace di rispondere ai bisogni delle famiglie con orari non coincidenti con quelli tradizionali e a quello delle donne di lavorare anche se hanno figli piccoli senza dover pagare delle rette altissime per l'asilo nido. In secondo luogo proseguire sulla strada del Reddito minimo di inserimento (Rmi), finora sperimentato per due anni in pochi Comuni”.

Per “Sbilanciamoci” “si dovrebbe estendere l'Rmi a tutto il territorio nazionale legandolo alla soglia di povertà relativa, aumentando quindi il numero di beneficiari e la quota media dell'assegno”.

Costerebbe non poco: oltre 6 miliardi di euro (circa 12 mila miliardi). Ma per la campagna si possono reperire eliminando la Tremonti bis e con imposte come la Tobin tax sulla speculazione finanziaria.

Rilevanti anche le proposte sui temi ambientali, al centro dei quali c'è un “piano nazionale per l'acqua, per ridurre gli sprechi e garantire il diritto all'accesso a un bene per il quale il 15% della popolazione italiana si trova al di sotto del fabbisogno minimo” e “un piano nazionale per il risparmio energetico per rispettare gli impegni presi a Kyoto” secondo i quali l'Italia dovrebbe ridurre entro il 2012 le emissioni di anidride carbonica del 6,5% rispetto al 1990. La manovra dovrebbe basarsi soprattutto sull'introduzione di “tasse e detrazioni fiscali legate all'ambiente” come la Carbon tax.

Tra le proposte non mancano quelle a costi contenuti o nulli come sull'organizzazione della sanità o su scuola e università. Sulla politica internazionale, in primo luogo si propone di rovesciare la spinta a nuove spese militari nazionali sospendendo la costruzione della nuova portaerei Maggiore (2 miliardi di euro) e tassando le esportazioni di armi del 4% «con il ricavato reinvestito nei paesi in via di sviluppo in cui si è esportato». Puntare sull'Onu è invece la strada indicata da “Sbilanciamoci”. E sulle politiche Nord-Sud l'agenda è fitta: dalla “cancellazione del debito in ottemperanza alla legge 209/2000” all'incentivazione del commercio equo e solidale chiedendo ad esempio che “il caffè importato in Italia e pagato secondo al prezzo Fair trade fissato nel Coffee International Register anziché al prezzo di borsa, sia venduto al dettaglio con una Iva del 10% anziché del 20%”.

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Come nasce la Finanziaria alternativa

Il rapporto “Sbilanciamoci 2002” è nato e si è sviluppato seguendo passo passo il processo di formazione della legge di bilancio nazionale. “L'anno scorso abbiamo fatto la prima esperienza di Finanziaria alternativa” spiega il direttore dell'associazione Lunaria e curatore del rapporto, Alessandro Messina. “Quest'anno abbiamo cominciato il lavoro da gennaio, con gruppi tematici tra gli esponenti della trentina di associazioni che partecipano al progetto”. Mentre i ministeri preparavano le loro previsioni di spesa, “Sbilanciamoci” ragionava attorno alle questioni del welfare, della globalizzazione e dei suoi effetti sulle politiche nazionali, della cooperazione allo sviluppo.

“In corrispondenza alla pubblicazione del Dpef, il Documento di programmazione economica e finanziaria del governo Berlusconi, il 16 luglio, abbiamo presentato un primo documento sintetico”. Poi al lavoro sulla bozza di legge finanziaria, ma anche sui provvedimenti “dei 100 giorni” e sulle decisioni di spesa delle Regioni.

“Sono elementi importanti dell'impostazione politica del governo” precisa Messina.

Il lavoro per la Finanziaria alternativa è stato possibile anche grazie alle risorse raccolte. “Ma tutti coloro che hanno scritto &endash; più di trenta persone &endash; non hanno preso una lira. E l'editore del volume, cioè la Manifestolibri, non ha chiesto copie preacquistate”. Tuttavia le spese sostenute sono state coperte grazie al versamento da parte delle associazioni aderenti di 300 mila lire l'una, per un totale di 9 milioni, da un contributo di 10 milioni della Banca Popolare Etica e da un contributo di Mani Tese, legato al progetto Social Watch Italia, di 5 milioni. “Voglio sottolineare che la campagna è aperta” dice Messina. “Altri organismi e associazioni che vogliono aderire possono farlo. E per i prossimi anni stiamo valutando le modalità più efficaci per portare avanti il discorso”.

L'esperto: attenti all'istruzione
Sul lavoro di “Sbilanciamoci” e soprattutto sulle opzioni politiche e ideali che lo sostengono, Giuseppe Catalano non può che esprimere grande simpatia. Docente di Economia dei servizi al Politecnico di Torino, Catalano si è già impegnato in passato negli Osservatori sulla spesa militare e nella campagna “Venti di pace”. Tuttavia, da esperto di bilancio dello Stato e spesa pubblica, non nasconde le osservazioni critiche. “Ad esempio sulla principale proposta che riguarda la lotta alla povertà, l'estensione del Reddito minimo di inserimento, forse sarebbe più strutturale una misura legata al sostegno del diritto allo studio fin dalle elementari”. Sono infatti ancora tanti gli abbandoni nella scuola dell'obbligo e, ancora di più, nei livelli superiori e “la povertà è molto legata alla mancanza di formazione. Tuttora all'Università italiana cosiddetta di massa i poveri non arrivano”. Oltretutto un intervento sul diritto allo studio costerebbe meno. E questo conta nel momento in cui alcune delle proposte di “Sbilanciamoci” sul versante delle entrate non sono così certe. “I 4 mila miliardi della portaerei Maggiore sono una spesa su più anni. La stima su quanto si recupererebbe eliminando gli incentivi della Tremonti bis è invece aleatoria”. Catalano spiega che il governo è già in difficoltà perché ha previsto per la Tremonti 2 mila miliardi e potrebbe costarne anche 6 mila. “Hanno deciso un'applicazione in maniera semplicistica anche su investimenti immateriali difficili da verificare”. Quindi c'è la possibilità di “sgravi fiscali enormi” che però produrrebbero un buco. “Non possiamo basare una proposta alternativa su un buco del governo”. Il vero problema, aggiunge Catalano, è l'allentamento dei vincoli di Maastricht. “Oggi si richiede il pareggio del bilancio compresi gli investimenti. Ma questo significa spesarli con le entrate correnti. Invece per gli investimenti il ricorso all'indebitamento è normale. E l'Europa ha bisogno di un fondo di spesa di tipo keynesiano”.

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Il volume delle proposte

Il rapporto “Sbilanciamoci 2002. Come usare la spesa pubblica per la società, l'ambiente, la pace”, nella sua versione completa, è un volume di 280 pagine pubblicato dalla Manifestolibri e curato da Martino Mazzonis e Alessandro Messina di Lunaria. Gli autori complessivamente sono 33 esponenti delle 29 associazioni promotrici: Anpas, Antigone, Arci, Arci Servizio Civile, Associazione Ambiente e Lavoro, Associazione Obiettori Non Violenti, Associazione per la Pace, Auser, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Cipsi, Cnca, Cocis, Ctm-Altromercato, Donne in Nero, Emergency, Emmaus, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Legambiente, Lila, Lunaria, Mani Tese, Medici Senza Frontiere, Pax Christi, Seniores Italia, Sos Razzismo, Uisp, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Wwf.

Ecco l'indice:

Prima parte: proposte per un altro sviluppo

•Una nuova (e possibile) politica economica

•La finanziaria 2002 nel contesto delle politiche nazionali

Seconda parte: diritti, ambiente, politiche sociali

•L'ambiente: capaci di futuro?

•Il welfare europeo nella globalizzazione

•Le nuove povertà del lavoro

•I falsi miti della previdenza

•Finale di partita per la sanità

•Università: l'autonomia senza risorse

•Il terzo settore per la trasformazione sociale ed economica

•Nuovi bisogni: diritti a pagamento?

•Migrazioni, un fenomeno globale

Terza parte: il ruolo dell'Italia nel mondo

•Spese militari e politiche di pace

•Il debito dei paesi del Sud

•La spesa per la cooperazione internazionale

•Un'alleanza per l'accesso alla salute

•Nuove politiche per il comm. estero e il credito allo sviluppo

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